Siamo abituati alle performance strepitose di vini piemontesi come il Barolo e il Barbaresco. Sono, nell’immaginario enoico collettivo, le denominazioni vincenti del Piemonte, quelle che sovvengono per prime. Eppure qualcosa sta cambiando anche in questo senso. Con i suoi tempi, che non sono brevi, i piemontesi si stanno imponendo in Italia e nel mondo anche con altre denominazioni come l’Alta Langa, che sta mietendo successi, e il Nizza docg, il vino a base di uve barbera che si sta accreditando come una vera eccellenza del territorio.
Lo dicono i consumatori, lo dicono anche le guide e, qualunque cosa pensiate di guidaioli e pubblicazioni annesse, è un ottimo segnale che, a nostro avviso, dovrebbe indurre produttori e Consorzio a pensare a una governace adeguata per evitare speculazioni o corse in avanti, sempre possibili quando il “carro del vincitore” è ben avviato. Ecco, comunque, come stanno vivendo questa bella stagione i produttori del Nizza docg attraverso la loro nota stampa che pubblichiamo qui. Buona lettura.
La stagione delle guide ai migliori vini d’Italia si è appena chiusa, e tra i produttori del Nizza Docg c’è grande soddisfazione. Molti sono infatti i massimi riconoscimenti arrivati alle cantine aderenti all’Associazione Produttori del Nizza, a riprova della grande crescita qualitativa di questa giovane denominazione. Il Nizza Docg è nato ufficialmente con la vendemmia 2014, e in questo senso possiamo chiamarla una “giovane” denominazione, ma la storia alle sue spalle è lunga e parla di un territorio fortemente vocato alla produzione di uno dei vitigni principe d’Italia: la Barbera.
Il Nizza Docg cresce in tutti i sensi: in termini di ettari iscritti all’albo e quindi di produzione, e in termini di gradimenti da parte del pubblico italiano e internazionale e da parte dei degustatori delle guide. Quest’anno un Nizza è addirittura salito al primo posto dei 100 migliori vini del mondo in una guida statunitense.
Quale è il segreto di questo successo? Tanto lavoro da parte dei produttori innanzi tutto, unito a una rara capacità di fare squadra e di trovare nella crescita del proprio territorio un forte obiettivo comune.
Ma forse ci sono altri segreti in questo successo, e allora abbiamo deciso di interpellare dei “vecchi amici” del Nizza, giornalisti che seguono l’Associazione fin dai suoi esordi. Per quest’anno ci parlano del Nizza Docg Stefania Vinciguerra, caporedattore di DoctorWine, e Gigi Brozzoni, curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli. Ecco quello che ci hanno detto.
“Seguiamo il Nizza Docg dai suoi primi esordi – commenta Stefania Vinciguerra – e ne abbiamo potuto apprezzare la felice evoluzione. I passi avanti compiuti sono enormi e oggi possiamo con certezza affermare che il Nizza rappresenta la quintessenza della Barbera. Sono infatti vini con un approccio piacevole e accattivante, tipico del vitigno, ma con uno spessore, una complessità e una eleganza notevoli. Il Nizza Docg ha ormai una personalità ben definita e ha raggiunto livelli qualitativi importanti. Non a caso noi di DoctorWine siamo quelli che anno dopo anno li premiamo di più.”
“Sono sempre stato un attento osservatore dell’evoluzione delle nostre Denominazioni di Origine – ci racconta Brozzoni – e ho apprezzato la nascita della Docg Nizza che, rompendo le tradizioni del Novecento, mette in primo piano il territorio e non il vitigno. L’Italia del vino sta tornando alle sue antiche origini, quando si pensava che la qualità dei vini scaturisse dai luoghi e si dava meno importanza ai vitigni, tanto che solo dai luoghi i vini prendevano nome. Tutto ciò senza dimenticare l’enorme importanza che un vitigno come la Barbera ha avuto nella viticoltura e nell’enologia piemontesi e quanti e quali sforzi siano stati compiuti per portare i vini Barbera al più alto livello della scala qualitativa italiana. Ora i più attenti e diligenti produttori hanno avuto la possibilità di racchiudere in una sola parola, Nizza, una serie di concetti e criteri produttivi di altissimo livello: Nizza vuol dire, infatti, terreni adatti, vigne ben esposte e gestite con principi qualitativi e rispettosi dell’ambiente; anche le operazioni enologiche scaturite dalla ricerca e dalla sperimentazione, ma anche dal genio contadino, sono pensate per ottenere il massimo della gradevolezza organolettica, così da impressionare il consumatore e lasciare in lui un ricordo indelebile di benessere. Tutto ciò, lo ripeto, con una semplice parola: Nizza.”