Il Brachetto d’Acqui su un francobollo di Poste Italiane che sarà stampato in 400 mila esemplari. È l’ultimo vino a docg piemontese a finire su un valore bollato da 95 centesimi. Un motivo di vanto per un territorio e una filiera vinicola che in questi ultimi tempo, tra vendite che non vanno e diatribe interne, non vive un momento felice. Tuttavia c’è voglia di far tornare il Brachetto d’Acqui docg ai fasti di un tempo. Se ne è parlato venerdì 15 aprile, all’enoteca regionale di Acqui Terme, in occasione della presentazione del fracobollo celebrativo. Tra i relatori il sindaco di Acqui, Enrico Silvio Bertero, il funzionario di Poste Italiane, Andrea Alfieri e il presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Ricagno.
Bertero ha dichiarato l’onore del centro termale di essere rappresentato dal francobollo dedicato al Brachetto, vino simbolo della città. Alfieri ha specificato le caratteristiche di marketing dei francobolli celebrativi che rimarcano le eccellenze italiane di cui il Brachetto fa parte. Infine Ricagno ha ricordato le valenze di una filiera che impiega mille produttori in vigneti estesi per 1200 ettari sparsi in 26 Comuni tra Acquese e Astigiano. «Un patrimonio che non si deve disperdere e che dobbiamo rilanciare con tutte le nostre forze» ha detto.
Purtroppo per il Moscato d’Asti non ci sarà nessun francobollo, in quanto l’Asti spumante, secondo le poste italiane, dovrebbe raggruppare le due DOCG. Bello scherzo per il sottoscritto filatelista!!!! , Poste Italiane per ricordare le DOCG in questi anni ha emesso 73 francobolli ,il Moscato d’Asti con i suoi 30 milioni di bottiglie è stato alla finestra.
giovanni bosco
filatelista incazz…