Piemonte Land of Wine ha modificato l’approccio alla valorizzazione e promozione del vino piemontese in Italia e all’estero? Il progetto di dare un’unica voce alla filiera vinicola del Piemonte darà buoni frutti o c’è il rischio di omologare troppo? Il Vinitaly 2024 è stato un banco di prova? E come è andata?
In qualche modo Francecso Monchiero, presidente di Piemonte Land, risponde a questi interrogativi con il comunicato finale che il Consorzio ha diffuso poche ore dopo la chiusura di Vinitaly che, sì, è stato un primo banco di prova per il progetto di dare un’unica immagine, se non proprio ed esclusivamente una sola voce, al vino del Piemonte.
Ecco le parole di Monchiero e dell’assessore regionale Marco Protopapa, rappresentate di una Regione Piemonte che ha soposato in pieno il nuovo corso di Piemonte Land.
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«Ho parlato con i produttori piemontesi che hanno partecipato a questo Vinitaly 2024. Sono soddisfatti. Me lo hanno detto in tanti, forse il 90%. Non dico il 99% perché non vorrei esagerare. Però il 90% di espositori piemontesi soddisfatti mi sta più che bene». Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine, il consorzio che raggruppa i 14 Consorzi vinicoli piemontesi, all’ultimo giorno di fiera di Verona (17 aprile) commenta con una battuta e un sorriso la partecipazione piemontese.
Poi spiega che è stato centrato l’obiettivo che Regione Piemonte e Piemonte Land si erano prefissi per questo Vinitaly: presentare nel Padiglione 10 un Piemonte del vino unito, con oltre 100 aziende (112 per l’esattezza) a gestire degustazioni e altre trenta con i loro vini in mescita la banco d’assaggio, senza fare figli e figliastri, ma con un unico brand geografico che unisce vino, cultura, arte, storia e paesaggio in grand parte tutelato dall’Unesco. E dIce: «Vedere i produttori di vini più blasonati lavorare fianco a fianco con quelli che presentano tipologie emergenti è stato un grande risultato che va esattamente nella direzione che, di concerto con la Regione Piemonte, abbiamo voluto indicare»
Una direzione univoca e unitaria sfociata nell’area comune di rappresentanza dei Consorzi di Tutela, presenti con i loro loghi in evidenza, e in una galleria di postazioni con le Cantine che hanno potuto godere dei flussi di visitatori in cerca del Piemonte.
«Piemonte che, ricordo, è una delle grandi regioni vinicole del mondo – annota Monchiero -. Ed è importate – aggiunge – che noi piemontesi se ne abbia consapevolezza assoluta per raccontare con un’unica voce al mondo intero cos’è la nostra terra. C’è molto lavoro da fare, soprattutto all’estero. Intanto arrivederci al Vinitaly 2025».
Anche l’assessore ad Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa, conferma la validità del progetto di un’area e un brand unico per il Piemonte a Vinitaly: «Non solo le aziende espositrici mi hanno confermato la validità del progetto portato avanti con Piemonte Land of Wine. Anche molti visitatori mi hanno ribadito il piacere di trovare in un’unica zona fieristica le aziende di tanti territori vinicoli piemontesi. Una rassegna variegata in grado di creare quel grande affresco di paesaggio e di bellezza che è il Piemonte».
E per il futuro? L’assessore annuncia la volontà di accogliere suggerimenti e annotazioni: «Per migliorare ancora di più la presenza unitaria nel mondo vinicolo piemontese in Italia e nel mondo».
Infine qualche numero. Se è difficile quantificare le visite nell’area Piemonte e dare numeri sulle degustazioni offerte dalle Cantine ospitate dall’area Piemonte, almeno un dato lo si può indicare: è quello relativo ai pasti serviti al ristorante Piemonte, completamente rinnovato, gestito da Piemonte Land e Regione Piemonte, che ha visto ai fornelli due chef stellati del calibro di Maurilio Garola della Ciau del Tornavento a Treiso e dell’osteria Campamac a Barbaresco e Massimo Camia del ristorante omonimo a La Morra. Sono stati, infatti, circa un migliaio le persone che, nei quattro giorni di fiera veronese, hanno gustato, insieme a calici di vini del Piemonte, ricette tipiche piemontesi preparate da Garola e Camia.
È questa la più perfetta fotografia di una regione che non è solo vino e non è solo buona tavola, ma che, unendo le sue eccellenze, dall’agroalimentare all’artigianato, dai paesaggi alla natura, propone sempre la sua grande bellezza.