Vinitaly 2011. Asti e Moscato spopolano e puntano sul blog. Piemonte vino ok ma meglio meno divisioni e più strategie

inserito il 8 Aprile 2011

Un nuovo blog per comunicare l’Asti e il Moscato docg che quest’anno, nonostante problemi e divisioni, supereranno i 100 milioni di bottiglie, e l’analisi di un esperto in comunicazione sul Piemonte al Vinitaly.

Sono questi gli umori e le testimonianze che Sdp ha raccolto nei primi due giorni di kermesse alla fiera enologica in calendario fino all’11 aprile a Verona.

Cominciamo all’exploit di Asti e Moscato. Dati e sensazioni li ricaviamo direttamente dal blog www-astidocgblog.com, il nuovo canale su Internet che il Consorzio ha attivato recentemente. Per il presidente consortile, Paolo Ricagno, sarà un «nuovo strumento per diffondere lo spirito e i valori del Consorzio». Vedremo se il nuovo blog saprà diventare momento di unione o sarà interpretato come ennesimo spunto di divaricazione della filiera. Da piazza Roma nutrono molte speranze. E in effetti, in questi due primi giorni di Vinitaly, il blog ha pubblicato molte notizie istituzionali. Noi abbiamo selezionato quelle, a nostro parere, più interessanti.

Veniamo alle ultime dichiarazioni del presidente Ricagno che ha annunciato che Asti e Moscato, quest’anno, supereranno i 100 milioni di bottiglie. Filiera in festa? Neanche per sogno. Nel primo giorno di Vinitaly notizie di stampa strillavano di una presunta guerra tra Prosecco e Asti. Ricagno ha precisato che non esiste nessuna lotta tra bollicine, ma a anche esortato il settore a non avere paura dei numeri.

«Possiamo andare a 120/150 milioni senza scandali. Il mondo sta chiedendo moscato e noi dobbiamo rispondere a queste esigenze aumentando la produzione» ha detto il presidente. Sullo sfondo c’è il caso Asti, cioè l’ampliamento alla città di Alfieri, della zona di produzione. Per alcuni sarebbe una iuattura, per altri un’occasione da non perdere. In mezzo ci sono i 22/30 ettari di moscato non docg che Zonin ha in area, ma anche le legislazioni Ue che vorrebbero Asti nel territorio dove si fa l’Asti. Anche qui le interpretazioni divergono. Però Zonin ha annunciato ricorsi alla Corte di Giustizia europea. E non è un bel segnale.

Oer questi motivi anche il nuovo disciplinare del Moscato e dell’Asti è fermo a Roma. Lo ha detto a astidocgblog.com Ricagno. «Speriamo ci sia per maggio», ma sembrava poco convinto.

Poi c’è la questione della liberalizzazione degli impianti di viti. I francesi sono stati i primi a muoversi in sede Ue per bloccare quella che i produttori di vino delle nazioni enoiche considerano una follia. Il Governo italiano si è mosso al rallentatore. Solo un parlamentare del Pd, l’astigiano Massimo Fiorio, ha seguito le orme di Sarkosy. Sdp lo intervisterà presto.

Intanto Ricagno annuncia il no consortile alla liberalizzazione e chiede che il Governo appoggi. A Verona il neo ministro Romano ha detto sì, ma alle dichiarazioni dovranno seguire i fatti.

Infine Sdp, attraverso una videointervista che pubblichiamo qui, ha chiesto a Giancarlo Montaldo, giornalista ed esperto di comunicazione enologica, un resoconto dei primi due giorni di Vinitaly e sulla presenza delle aziende piemontesi alla enovetrina veronese.

Ci sono luci e ombre. Una frase su tutte: «Noi piemontesi spesso scambiamo il confronto interno con le regole da rispettare». Vero, purtroppo.

8 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 18 Aprile 2011 at 18:38 -

    @Luca: grazie mille per il tuo commento e per l’attenzione che riservi a questo blog. Continua a seguirci e… a intervenire

  2. luca 18 Aprile 2011 at 17:18 -

    io sono un produttore di moscato, sia uva, sia mosto destinato ad asti, sia imbottigliatore di moscato d’asti….non scrivo spesso su questo blog, preferisco leggere i commenti degli altri, di tutti coloro che o in un verso o in un altro, col mondo del moscato hanno a che fare… come dice il proverbio, la verità stà sempre nel mezzo: spesso mi capita di dar ragione alla categoria industriale che sa cosa vuol dire fare business e sa benissimo che certe occasioni nella vita capitano una volta e chissà…forse mai più; però altre volte, lo ammetto, appoggio la categoria degli agricoltori che vedono incerto il loro futuro e che vorrebbero maggiori sicurezze da quelle industrie che troppo spesso hanno fatto speculazione e che talvolta hanno voltato le spalle….ovviamente non appoggio chi ogni volta scrive su questo blog con fare da verginella, come chi “certe cose non le fa”…. mio nonno, uomo saggio di langa, diceva sempre che nel mondo del moscato( e permettetemi, un pò in tutti i campi…) il più vergine è una prostituta…. dunque non facciamo i finti predicatori della buona morale; è vero le industrie hanno i loro scheletri nell’armadio…però anche le pareti delle case degli agricoltori potessero parlare ne avrebbero da raccontare….
    Dunque, finisco questo sfogo citandovi solo più una battuta che mi disse l’anno scorso al vinitaly una nota conoscenza del mondo del moscato: “…meno male che il moscato va, nonostante i piemontesi…”
    Spero di non dovergli ragione……

  3. filippo 13 Aprile 2011 at 17:21 -

    Caro Giovanni, sempre di capponi si tratta…;-)))

  4. giovanni bosco 13 Aprile 2011 at 13:30 -

    Caro Filippo se preferisci la prosa ti rispondo in prosa “Un conto è litigare come facevano i capponi di Renzo e un conto è litigare per non diventare come i capponi di Renzo”…..

    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM- per non diventare come i capponi di Renzo.

  5. filippo 13 Aprile 2011 at 07:41 -

    Caro Giovanni, io alla poesia replico con la prosa… d’autore: «…Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie (i quattro capponi ndr), così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura»…

  6. giovanni bosco 12 Aprile 2011 at 20:22 -

    Caro Filippo vorrei tanto rispondere alla Tua filippica, ma per una volta taccio e ti dedico questo pensiero in rima…..

    “Quando chiuse l’ultimo negozio nel mio paese
    io non dissi nulla perchè non ero commerciante.
    Quando chiuse l’ufficio postale al mio paese
    io non dissi nulla, tutte le operazioni le facevo in banca.
    Quando chiusero la scuola elementare al mio paese
    io non dissi nulla perchè non avevo figli da mandare.
    Oggi che devo vendere la vigna perchè non ce la faccio più
    a campare, non c’è più nessuno a protestare.
    Domani quando, solo e invalido, avrò il culo da lavare
    un extra-comunitario dovrò chiare.

    Buon lavoro
    giovanni bosco
    presidente CTM

  7. filippo 10 Aprile 2011 at 15:13 -

    @Felice: sei sicuro che i problemi del moscato si chiamino Zonin? Io no. Ero a Verona e un enologo produttore di prosecco mi ha fermato e mi ha detto: «Ma voi in Piemonte ci siete o ci fate? Se il mercato chiede Prosecco noi glielo diamo eccome, perché se non facciamo così i clienti vanno a comprare i cava spagnoli o i brut francesi “parenti poveri” dello Champagne o le bollicine californiane». Io gli ho parlato della necessità di garantire la qualità quando si aumentano le quantità. Mi ha guardato come fossi un extraterrestre. «Guarda che per gli spumanti non è mica come certi cru, più ne fai e più la qualità resta intatta. Lo sanno anche gli studenti della prima enologica. Continuate così e il mercato invece di Asti chiederà Prosecco». Non ho saputo cosa risponderli. Concordo sul presidente bis, che, però, tra alcuni mesi non sarà più così perché decade. Al contrario in giro ci sono presidenti che sono in carica da oltre un decennio e nessuno parla di alternativa. Per me questo è un segnale negativo. L’alternanza è segnale di rinnovamento, intelligenza e democrazia. Il contrario no. I vertici del Consorzio non rappresentano più la filiera? Ma quale filiera? quella che non perde occasione per azzannarsi e sputtanarsi a vicenda, quella che è tanto miope da non vedere che in un mondo sempre più accorciato dalla tecnologia, bisogna favorire le sinergie invece che rinchiudersi in una torre d’avorio e magari dispensare insulti a chi non la pensa nella stressa maniera. Eppoi scusa Felice, ma i vertici li hanno votati tutti (tutti) i rappresentanti della filiera e adesso protestano per cosa? In nome di cosa? L’Asti e il Moscato quest’anno supereranno i 100 milioni di bottiglie. Noi litighiamo. Intanto in altre regioni italiane e all’estero piantano viti di moscato. Forse dovremmo fermarci, smettere di ascoltare certi capipopolo (o presunti tali) che parlano alla pancia della gente più che alla testa; smettere di ascoltare certi manager che promettono sfracelli commerciali senza sapere un’acca del nostro territorio; e magari smettere anche di ascoltare certi politici, di destra e sinistra e di centro, che di vino e vigne non ne sanno una mazza ma parlano a vanvera. Troppo difficile? Sì è difficile e scomodo pensare con la propria testa e, certe volte, a me è capitato sempre, porta fastidi e non fa far carriera. Però alla mattina ti guardi allo specchio e ti ritrovi. Sempre. Infine i Comuni. Sinceramente penso che i sindaci debbano fare il loro lavoro: rifare strade, garantire servizi pubblici, occuparsi. magari con una Regione e un Governo un po’ più sviggi, che nessun eco-furbetto installi pannelli fotovoltaici ai piedi delle colline candidate all’Unesco. Ecco, queste cose qua. Le beghe del moscato hanno già molti, troppi secondo me, che se ne occupano.

  8. felice 10 Aprile 2011 at 08:03 -

    Ho sempre apprezzato la Tua attenzione a smorzare le polemiche all’interno del mondo del moscato e dell’Asti. Ma come vedi i problemi rimangono e lo dici pure Tu, nel senso che Zonin (già appoggiato dal Consorzio) riparte alla carica e su facebook quà e là c’è qualcuno che continua a scrivere la fregnaccia che l’Asti deve essere ad Asti in una ingente misura altrimenti faremo la fine dei Tocai…..
    Quindi, mentre i vignaioli stanno continuando i loro lavori in vigna, con le prime nuove gabelle del 2011 (adeguamento mezzi agricoli a norme di sicurezza , patentini per guida mezzi agricoli in vigna ..), lasciamo pure che tutti si godano la vetrina del Vinitaly.
    Ma dopo, si passa alle vie di fatto, ovvero al rinnovo della “non” rappresentatività del direttivo Consorzio dell’Asti che.. condivide il Presidente con il Barchetto (!?), se lo dici in giro non ci credi. Certo strategie nuove, ma chi le fa, se i soldi li detiene un direttivo di fatto delegittimato sul territorio? Apprezzo il passaggio di Montaldo di lavarsi i panni sporchi in casa, quindi si rientra a casa e cominceremo con le iniziative nei consigli comunali, anche se , come sempre i sindaci… frenano!!!! ciao

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