Innamorati della terra, orgogliosi del ruolo di custodi della natura, ma, allo stesso tempo, non disponibili a strumentalizzazioni e lusinghe. Ecco quello che emerge dalle interviste che Sdp ha realizzato ad alcuni produttori vinicoli che hanno partecipato alla quinta edizione di Vinissage 2010, il salone –fiera dedicato a vini ottenuti da uve coltivate con tecniche biologiche e biodinamiche. L’intenzione era di dare voce al popolo delle eco-vigne al di là di facili mode e clichè. La missione, stando alle parole dei vignerons di Vinissage, è stata compiuta.
Da segnalare l’intervista a Gianfranco Torelli, enologo e produttore vinicolo di Bubbio, nella Langa astigiana, primo paese in Italia a dichiararsi, una quindicina di anni fa, Comune anti-ogm.
Oggi Torelli è anche assessore all’Agricoltura alla Comunità Montana di Roccaverano e fa parte del Consorzio Trimillii che raggruppa aziende agroalimentari piemontesi e toscane che coltivano biologico. E da Vinissage attacca senza mezzi termini i “guru” del food business che fino a qualche anno fa denigravano il biologico e oggi lo osannano.
La citazione più bella è quella di Marino Col leoni da Montalcino (Siena) che dice: «… bisogna cominciare a parlare con la natura… darle più peso e toglierne all’uomo». La più sincera quella di Eros Bollani dall’isola di Capraia (Livorno): «Il vino biologico? È una moda che, però, ha fatto evolvere in meglio il gusto». La più saggia, a sorpresa, dal più giovane degli intervistati, Matteo Garberoglio da San Marzano Oliveto (Asti): «Il vino biologico non è né moda né evoluzione. È ritornare alle origini, alle tradizioni…». Un po’ di eco-marketing da Giulia Gonnella da San Martino Alfieri (Asti): «… venite a vedere come lavoriamo le nostre vigne e capirete».Infine dichiarazione super-ecologica che evoca scenari alla Avatar, da parte di Sebastien Poly-Casabianca da Stiliccione – Serra di Ferro (Corsica): «… le coltivazioni biologiche? Una scelta obbligata per salvare il pianeta».
Sdp