Vinissage 2010. Successo per il salone dedicato al bio-vino. I produttori: «Non moda ma filosofia di vita salva-pianeta»

inserito il 16 Maggio 2010

La manifestazione enologica più elegante e significativa del Nord Ovest, lontano da eno-kermesse snob e autorefenziali o da inflazionate sagre di paese. È uno dei giudizi positivi colti tra il pubblico che ha affollato la prima giornata di Vinissage, il salone di vini biologici e biodinamici che ha aperto i battenti ieri, sabato 15 maggio, e oggi, 16 maggio 2010, vive la sua seconda e ultima giornata.

Giunto alla quinta edizione Vinissage, promosso dal Comune di Asti in collaborazione con la Provincia di Asti, ad un lustro dall’esordio si è certamente imposto come punto di riferimento per produttori vinicoli, ma anche di altri prodotti agroalimentari naturali.

Merito degli organizzatori e di una location, come quella del Palazzo del Michelerio di Asti (è in corso Alfieri a due passi dal centro) che, mettendo a disposizione lo splendido chiostro e il cortile interno al palazzo, consente una dimensione umana e per nulla stressante della fiera astigiana.

Insomma Vinissage si è confermato un evento a misura d’uomo, distante anni luce dalle atmosfere frenetiche di saloni che trattano di vino come se si fosse a Wall Street.

Sdp ha seguito la prima giornata di ieri (e seguiremo anche quella di oggi).

Abbiamo assaggiato vini e altri prodotti, dagli oltre settanta espositori che hanno aderito alla manifestazione e giunti da tutta Italia e anche dall’estero, specialmente dalla Francia, Corsica compresa.

Ma soprattutto abbiamo parlato con la gente, con i vignaioli “eroici” che hanno scelto di coltivare uve e produrre vini ad impatto zero (o quasi), cercando ci capire qualcosa dell’arcipelago bio, se, cioè, si tratti di un’evoluzione del gusto, come ha recentemente dichiarato sul blog Intravino Andrea Scanzi, collega giornalista e autore di un libro uscito da poche settimane, “Il vino degli altri”, che sta già suscitando polemiche e discussioni.

Ebbene le videointerviste che abbiamo raccolto (anche su You
Tube
) sono il segno della nascita e dello sviluppo di un nuovo modo di intendere la viticoltura e il lavoro in campagna. Di più, c’è la sensazione di essere davanti ad un nuovo stile di vita. Che non comporta necessariamente di tagliare i ponti con la tecnologia, ma, al contrario, trarre da questa i mezzi migliori (e sostenibili) per favorire un rapporto naturale ed equilibrato con la natura e il paesaggio.

Una rivoluzione verde? Forse, ma più semplicemente un cambiamento di rotta.

Segnaliamo la frase di Sebastien Poly, giovane e brillante vigneron corso che per la prima volta ha esposto a Vinissage i vini prodotti dalla tenuta ereditata dal nonno. Nella sua videointervista dice Sebastien: «Nei prossimi anni la scelta del biologico sarà obbligata se vogliamo salvare il pianeta». Breve, diretto ed efficace. Tutti possono capire.

Infine diamo la scaletta dei eno-testimonial intervistati da Sdp a Vinissage: tutti hanno risposto alla domanda “il vino biologico l’evoluzione del gusto o una moda?”: sono intervenuti Marino Colleoni, dell’azienda Sante Marie di Montalcino (Siena); Eros Bollani, de La Piana dell’isola di Capraia (Livorno); Giulia Gonnella dell’azienda vinicola Gonnella di San Martino Alfieri (Asti); Matteo Garberoglio dell’azienda vitivinicola Carussin di San Marzano Oliveto; e Sebastien Poly-Casabianca della maison Domain U Stiliccionu di Stiliccione a Serra di Ferro (Corsica).

Da segnalare anche l’intervista – visibile in anteprima su youtube e youreporter e tra poco disponibile anche su Sdp – a Gianfranco Torelli, dell’associazione Trimillii, produttore vinicolo a Bubbio (Asti) primo comune italiano a dichiararsi anti-ogm e assessore all’Agricoltura della Comunità Langa Astigiana Valbormida. Torelli spiega a Sdp in estrema sintesi quale sia la filosofia dei produttori bio e critica duramente il comportamento di certi «guru» del food-business che, anni fa «sputavano sul biologico e oggi, invece, lo elogiano».

Ultime note di cronaca: ieri a Vissage si sono anche svolti il convegno sull’economia carceraria dove esperti e volontari hanno parlato delle produzioni biologiche di vari carceri italiani, come progetti per il recupero sociale dei detenuti e il loro avvio nel mondo del lavoro; e la degustazione guidata di vini biologici e formaggi piemontesi, Robiola di Roccaverano in testa.

Tra gli ospiti della prima giornata di Vinissage ci sono stati il sindaco di Asti, Giorgio Galvagno, che ha portato i saluti della città, insieme agli assessori Maurizio Rasero (Manifestazioni) e Gianfranco Imerito (Cultura) e Angela Motta, consigliere della Regione Piemonte.

Filippo Larganà (info@saporidelpiemonte.it)

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