Vignaioli Piemontesi. Porzio resta presidente. A Giovanni Minetti un progetto di rilancio del vino in bottiglia

inserito il 17 Maggio 2013

«Il Piemonte ha candidato i suoi vigneti a patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco. Io candiderei anche i nostri viticoltori. Sono loro i proprietari della vigna, il nostro patrimonio da difendere. È ora che siano loro a decidere che scelte fare e come farle davanti alle nuove sfide imposte dai mercati in Italia e all’estero. La crisi si supera mettendoci faccia e coraggio ma sempre in squadra, mai in ordine sparso». Parole di Giulio Porzio, viticoltore di Roccetta Tanaro (Asti) riconfermato presidente della Vignaioli Piemontesi. Il nuovo Consiglio di amministrazione gli ha rinnovato la fiducia per altri tre anni.

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Giulio Porzio

Porzio, 45 anni, dal 1997 guida la Vignaioli Piemontesi che è la più grande organizzazione di produttori vitivinicoli d’Italia, riconosciuta dall’Unione europea e conta 41 cantine cooperative (con quasi 7 mila aziende vitivinicole rappresentate) e circa 400 aziende individuali. Per un totale di 438 soci e circa 7100 aziende che rappresentano una produzione di 850 mila ettolitri, ovvero il 30% del vino piemontese. Il quartier generale di VP è a Castagnito, tra Asti e Alba.

Sono stati nominati anche i due vice presidenti: Claudio Negrino, presidente Cantina Nuova Alice di Alice Bel Colle e Giovanni Bracco, presidente della Cantina di Clavesana. Con loro, nel nuovo Consiglio siedono 14 consiglieri in rappresentanza del mondo cooperativo del Piemonte: Eugenio Arlunno (Ghemme), Paolo Boffa (Terre del Barolo), Franco Bussi (Cantina Nizza Monferrato), Antonino Casalinuovo (Cantina Tortona), Elio Demaria (Cantina Sei Castelli Agliano Terme), Valerio Falletti (Canale), Lorenzo Giordano (Cantina Vinchio e Vaglio Serra), Celestino Icardi (Cantina Tresecoli Mombaruzzo), Marcello Maggiora (Cantina Castagnole Monferrato), Italo Ollearo (Enoteca La Serra, Piverone), Michele Penna (Produttori Govone), Carlo Ricagni (presidente Cia Alessandria), Stefano Ricagno (Castel Rocchero) e Claudio Rivoira (Cantina Terre del Pinerolese). Faranno parte del nuovo collegio dei revisori il presidente Carlo Durando (Confcooperative), Terenzio Ravotto (Coldiretti) e Marco Viazzi (Confagricoltura). Sindaci supplenti: Cristina Patelli (Cia) e Giuseppe Vico.

Porzio ha spiegato il corso futuro di Vp: «Oltre ai servizi tecnici e amministrativi, ora la Vignaioli Piemontesi ha un volto commerciale e uno promozionale. In pochi anni siamo riusciti a riportare la Barbera nella grande distribuzione tedesca e, da quattro anni, portiamo avanti un progetto sul vino sfuso. Nel 2012 ne abbiamo già venduto oltre 54 mila ettolitri pari a un valore che supera i 6 milioni di euro, arrivando a convincere anche i consumatori in Norvegia. Ora scommettiamo sul vino in bottiglia».

In questa direzione va la scelta di affidare all’albese Giovanni Minetti, che ha alle spalle una lunga esperienza alla direzione della maison vinicola Fontanafredda, la realizzazione di un nuovo progetto che, partendo dal vigneto, attraverso un percorso virtuoso arriverà alla bottiglia.

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Giovanni Minetti

Il progetto prevede la creazione e il lancio di un nuovo marchio e la messa a punto di una strategia commerciale declinata soprattutto per il mercato estero, e interesserà alcune delle realtà più dinamiche del mondo Vignaioli.

 

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