Verso Natale 2021. Cantine vinicole in fermento: Guasti (Nizza Monferrato) mostra i suoi “gioielli” di vini. Vinchio Vaglio fa rete di territorio, guarda al turismo e brinda al fatturato con Bagna Cauda e Barbera d’Asti, Nizza e tanto altro

inserito il 9 Dicembre 2021

Quale miglior periodo di questo per fare un primo bilancio dell’annata e, magari, guardare a nuovi progetti? Lo stanno facendo un po’ tutte le aziende vinicole del territorio. Ne citiamo due: Guasti, storica casa vitivinicola di Nizza Monferrato che, dopo un riassetto di proprietà famigliare, guarda al futuro senza dimenticare i suo glorioso passato con una degustazione dei suoi Barbera d’Asti storici e la presentazione di un sorprendente Timorasso, e la prestigiosa Cantina Vinchio Vaglio che, prima delle feste natalizie e di fine anno, annuncia un fatturato a oltre 9 milioni di euro e presenta un’azione che vuole essere di promozione turistica dell’Astigiano.
Ma andiamo con ordine.

Il marchio Guasti (Clemente) è la storia della Barbera d’Asti. Tutto il passato del rosso piemontese più amato è stato vissuto anche attraverso le Cantine di questa Casa nicese che ha la sede di produzione proprio nel cuore della città monferrina che è una delle capitali della Barbera d’Asti docg. E così capita che nel 2021, 75 anni dopo la fondazione, Enrico Piantato, nipote di Clemente Guasti che fondò l’azienda nel 1946, presenti una batteria d’eccezione con Barbera d’Asti targati dal 1990 in qua e alla fine scopra, con un colpo scenografico, il primo Timorasso (Colli Tortonesi doc) firmato Guasti. Un paio di considerazioni: la Barbera d’Asti è un grande vino che regge perfettamente oltre trent’anni di affinamento (e forse anche di più) e il Nizza docg (da uve barbera) è sulla buonissima strada. Il Timorasso, da Walter Massa in là, non ha bisogno di presentazioni. Guasti lo ha interpretato al meglio. Bravi e buon percorso.

Poi c’è Vinchio Vaglio, con il presidente Lorenzo Giordano e il vice Cristiano Fornaro, snocciola numeri: quasi un milione di bottiglie vendute, poco più di 600 mila bag in box, oltre 9 milioni di fatturato (8 in Italia e più di un milione all’estero) con un +3,39%. Insomma il secondo anno di pandemia si chiude bene per Vinchio Vaglio che, come spiega nella nostra intervista Giordano, lancia il suo progetto di promozione territoriale. Dal vino alla cucina, dall’accoglienza al paesaggio, dall’Ambiente alla storia, alla cultura all’arte. Una visione a tutto tondo. Interessante. E a proposito di vino, cucina e territorio ecco che Vinchio Vaglio ha abbinato la sua presentazione a una sontuosa Bagna Cauda, piatto iconico del Piemonte e matrimonio perfetto con i vini dell’area, Barbera d’Asti in testa, raccontata al nostro Vittorio Ubertone a SdP dai suoi cucinieri rigorosamente in lingua piemontese. La traduzione in fondo non è necessaria. Buona visione.

La ricetta della “Bagna Cauda” in piemontese

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