Hanno parlato un po’ tutti, ma alla fine quelle che contano sono le parole dei vignaioli, quelli che con la vite ci lavorano tutto l’anno e magari ci parlano, litigano e poi ci fanno pure pace.
Per questo diamo spazio a Michele e Stefano Chiarlo. Una storica famiglia astigiana del vino a capo di un brand che ha portato in alto il nome del vino astigiano e piemontese e che ha tenute nella zona del Barolo e del Gavi, con il suo quartier generale a Calamandrana, in provincia di Asti.
Dice Stefano Chiarlo, enologo e vineyard manager alla guida della cantina di famiglia con il fratello Alberto e il papà Michele: «L’annata 2022 si può descrivere sfidante e con un paio di aggettivi: calda e secca. Queste condizioni climatiche impegnative si sono concretizzate in una vendemmia anticipata di circa 10/15 giorni per tutte le varietà. Al momento ricorda molto l’annata 2017; chiaramente è ancora presto per affermarlo perché i dati derivano dai campionamenti, però tendenzialmente a differenza del 2017 vedremo gradazioni alcoliche non esasperate, con grande morbidezza, struttura e complessità, certamente vini equilibrati». Per Stefano Le aree più critiche sono state il Monferrato e la zona del Barbaresco, decisamente più asciutte, «Mentre Barolo e Gavi – afferma – hanno beneficiato di alcuni fenomeni temporaleschi, per cui prevediamo risultati con vini più freschi e con rese nella norma. Fortunatamente nessuno dei nostri vigneti è stato colpito dalla grandine, sebbene ci siano stati sporadici episodi».
Stefano Chiarlo sottolinea la scarsità idrica. «Sono caduti – dice – 400 mm d’acqua rispetto ai 950 mm dell’anno scorso (-60%). Terminata la vendemmia – annota . ci auguriamo un autunno e un inverno con abbondanti precipitazioni che vadano a costituire buone riserve d’acqua per il prossimo anno».
Il pensiero va alle crisi climatiche sempre più frequenti.
«Stanno diventando molto frequenti – osserva Stefano Chiarlo – e ed è stato cruciale in vigneto – osserva – affinare esperienza di scelte mirate. Il cambiamento sta diventando molto frequente e le principali vittime sono i cru, massima espressione dei nostri terroir, che proprio nella loro natura sono i più esposti all’irraggiamento solare e che tuteliamo gestendoli con meticolosa cura». «La resilienza sarà quindi la nostra sfida: fronteggiare la situazione unendo ingegno e buone pratiche. Ad esempio adottiamo le reti antigrandine che, oltre alla loro funzione, nelle esposizioni a sud, sud-ovest contribuiscono a creare dell’ombreggiatura sull’uva. Inoltre lasciamo integra la vegetazione a proteggere i grappoli, ritardiamo il periodo di diradamenti ed anticipiamo la vendemmia. Finalmente l’approvazione della deroga della Regione Piemonte che permette l’irrigazione dei vigneti è stata essenziale; per noi è una pratica di soccorso da applicare solo in caso di emergenza, ma siamo soddisfatti e stiamo adottandola in maniera sostenibile recuperando l’acqua piovana in invasi e laghetti»
Come non bastasse il clima a complicare la situazione ci sono le turbolenze causate dalla situazione economica e politica globale. Fortissimi gli aumenti dell’energia e di tutti materiali, oltre alla grande difficoltà nel reperirli. «La programmazione dei materiali è totalmente cambiata, attualmente bisogna ordinarli i con almeno 6 mesi di anticipo» dice Stefano Chiarlo
La chiusura è di Michele Chiarlo, padre di Stefano e Alberto e proprietario dell’azienda: «Nonostante tutto – dice – la qualità delle nostre uve si presenta di ottimo livello. Certamente la vite con le sue profonde radici e l’attenta gestione dei vigneti hanno battuto il clima; siamo convinti che sarà un’annata che ci sorprenderà».