Il Tar di Roma ha dato ragione a Zonin, l’industriale veneto che ha chiesto che le sue vigne di moscato, 20 ettari in frazione Portacomaro di Asti fuori dalla zona classica, fossero invece comprese, con la città di Alfieri, nell’area del moscato docg. L’ordinanza del tribunale regionale amministrativo del Lazio è stata firmata dai magistrati Maddalena Filippi, (Presidente) e Germana Panzironi (Consigliere).
Vi si legge che: «Considerato, ad un sommario esame, che il ricorso appare assistito da sufficiente fumus boni iuris, in particolare, laddove la ricorrente lamenta un difetto di motivazione del provvedimento impugnato (DM n. 23395 del 21 novembre 2011), ciò alla luce delle risultanze che emergono nella fase istruttoria della procedura (vgs, in particolare, verbali delle riunioni del Comitato nazionale vini del 19 e 20 luglio, 5 ottobre e 15 novembre 2011); – che, altresì, a fronte della presentazione della documentazione tecnica presentata ai sensi dell’art. 10, comma 4, della legge n. 164 del 1992, non sembrano emergere elementi tali da confutare le risultanze delle relazioni redatte da esperti poste a corredo dell’istanza presentata dal Consorzio per la tutela dell’Asti;». Tradotto: il comitato nazionale vini ha sbagliato a non includere Asti e la tenuta Zonin nell’area del moscato docg.
I commenti, come è ovvio, sono di segno opposto.
I Zonin sono soddisfatti. Al prossimo Vinitaly, in calendario dal 25 al 28 marzo, potranno dire, con Asti, di essere proprietari di una delle più grandi tenute (Castello del Poggio) nel cuore della zona del moscato. Punto. Ovviamente esultano quelli del Comune di Asti dove finalmente si farà l’Asti di Asti (come il Prosecco, vino, a Prosecco, piccolo paese vicino a… Trieste).
Delusi e preoccupati quelli di Assomoscato (2000 vignaioli) da sempre contrari all’allargamento della zona ad Asti e altri Comuni limitrofi l’area classica (52 Comuni tra Astigiano, Alessandrino e Cuneese). Insoddisfatti anche gli altri oppositori: Regione Piemonte, Comune di Santo Stefano Belbo (CN), Ministero e altre associazioni minori di viticoltori. Non sono tuttavia esclusi ricorsi all’ordinanza del Tar. Come accadde quando il tribunale diede ragione agli oppositori di Zonin che ora escono sconfitti dall’ordinanza.
Il Consorzio di Tutela dell’Asti, che si era schierato pro l’ingresso di Asti città nell’area del moscato docg, annuncia l’esigenza urgente di apportare modifiche al nuovo disciplinare dell’Asti di fatto bloccato dall’ordinanza del Tar. Mentre il presidente, Paolo Ricagno, dichiara la soddisfazione di aver visto riconosciuta la tesi consortile secondo la quale Asti città aveva pieno diritto di entrare nella lista dei Comuni del moscato docg. E assicura: «Questo non comporterà nessun pericolo per la denominazione perché sarà sempre la filiera a decidere se e come allargare la zona».
Resta l’evidenza di come le divisioni restino e non è difficile prevedere che emergeranno tutte il 23 marzo alla commissione paritetica: da una parte ci sarà l’ala intransigente, per lo più vignaioli, piccoli produttori alcune cantine sociali e qualche associazioni di categoria, che auspica il rispetto della zona classica e regole stringenti a garanzia della qualità; dall’altra industrie, altre associazioni e sindacati di vignaioli con cooperative e vinificatori che invece, pur dando assicurazioni di qualità, vogliono una strategia produttiva di filiera più rispondente alle esigenze del mercato che continua a chiedere moscato, soprattutto all’estero.
Intanto il 25 marzo apre il Vinitaly di Verona. Il popolo del moscato d’Asti, nonostante i 107 milioni di bottiglie di Asti docg e Moscato d’Asti docg vendute nel 2011 in Italia e nel mondo, lo vivrà ancora una volta da separati in casa. Proprio mentre il Prosecco, l’altro fenomeno delle bollicine made in Italy si autocelebra e annuncia, senza liti, almeno in apparenza, di puntare ai 400 milioni i bottiglie.
Sdp
Ognuno di noi ha un amico co… pirla!!! Se tu non ce l’hai, pensaci… il co… pirla potresti essere tu!!!
pensate quanto può sentirsi pirla un contadino dei surì (ho scritto surì di sudore e non sorì di sorriso) quando vede che i moscati del resto d’italia rendono più del nostro…
@Giovanni: veramente nel ’77 facevo seconda liceo, suonavo la chitarra (da autodidatta), mio padre mi comprò la mia prima ed ultima vespa (Piaggio) e già sognavo (pensa!) di fare il giornalista… però adesso basta parlare dell’età senno spunta anche matusalemme che vendeva e beveva moscato prima di Bosco… p.s.: anche io continuo, nonostante tutto, a interessarmi di moscato per non sentirmi un co… un pirla, anche se davanti a certi personaggi che girano attorno e dentro a questo mondo un po’ pirla mi sento…
@Filippo. 52 anni. Pensa nel 1977 quando Tu ancora giocavi alle figurine ed io giravo l’Italia a vendere Moscato d’Asti e Asti Spumante, Evasio Polidoro Marabese veniva eletto Vice Presidente del Consorzio dell’Asti Spumante per la parte agricola, carica che detiene tutt’ora… @ Luca Vola grazie, ma hai sbagliato padrino, quelli che contano e hanno l’erga omnes si trovano da un’altra parte, da questa parte potrai raccogliere solo quello che ho raccolto io in quar’anni di battaglie.
Bosco ha bisogno di un “chek up periodico puramente veritiero” (Castino) Bosco da più danni della grandine(Borello) Ci servono altri maestri (Satragno) Bosco si sente unto del Signore(Casale), tanto per citarTi quelli che mi vengono in mente ed erano tutti dalle parte agricola.
Allora, mi chiederai, perchè continui ad interessati di moscato?
Per un semplice motivo che ho spiegato all’assemblea del CTM. Per non sentirmi un co…pirla
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco
Filippo… Filippo… Filippo: 52 anni??? (esagero con i punti interrogativi)…Ma come li porti bene 😉
..e riguardo alle mie prevenzioni o sobbalzare sulla sedia per Asti 53°comune e allargare la zona, siccome oltre a fare l’agricoltore studio storia, e sono convinto dell’importanza di questa anche per affrontare il futuro, sono andato a leggermi la storia del moscato e non è difficile capire che quando ci sono state le crisi più grosse è stato solo in concomitanza dell’aumento degli ettari, seconda cosa guardando i prezzi rivalutati con l’istat mi girano decisamente le scatole pensare che con un quarto delle spese di oggi in certi anni si è guadagnato quasi il doppio di ora, e anche quando il prezzo era basso (sempre rivalutandolo) non era poi proprio misero. io questa non la chiamo prevenzione, ma semplicemente RAGIONEVOLEZZA, e così mi pare la pensino anche molti altri agricoltori..
caro filippo,voglio precisare che la mia non era una denigrazione ne un’insulto (anche se spesso non condivido tue idee mi piace molto il tuo blog e ti stimo come professionista), ma una provocazione: chiaramente il tuo titolo e quello di minzolini non hanno nulla a che vedere, se non per il fatto che qualcuno ha interpretato male in entrambe i casi. ai tempi qualcuno ha creduto che mills fosse innocente, così qualcuno in giro ha già detto che Asti è entrato, vedi, non tutti hanno un Giovanni Bosco (e non solo) che ci tiene costantemente informati e può così filtrare cosa legge… secondo aspetto: non ho ancora capito bene che visione hai della parte agricola, se non per il fatto che continui a ripetere che siamo solo capaci di criticare e litigare, ma ora ti voglio dire una cosa; io sono il primo ad essere convinto che NESSUNO (ma proprio NESSUNO) ha la verità in tasca e che le cose vanno costruite assieme. mesi fa un dirigente di una ditta mi ha detto che con me litigava solo e invece avrebbe voluto costruire qualcosa..benissimo!! però per collaborare bisogna lavorare alla pari e allora se si inganna il contadino facendogli firmare l’adesione al Consorzio non siamo più alla pari, e allora con persone simili non si può collaborare. quando gli alti dirigenti tutti impareranno che il contadino ha pari dignità loro e non è una merce di scambio allora potremo smettere il muro contro muro e cominciare a costruire il futuro del moscato smettendola di fare i pesci morti trascinati dalla corrente… (Bosco docet)..
ps: pur non capendo nulla di mercato mi permetto di aggiungere che secondo me bisogna fare attenzione a distinguere tra il moscato industriale che tira molto, e quello dei piccoli produttori che ha un altro prezzo e forse fatica un pò di più..
@Luca: ti dirò, dal basso dei mie 52 anni ne ho un po’ le tasche piene di gente che fa previsioni… anche perché, soprattutto in campo economico, abbiamo visto quanto valgono le previsioni… comunque ci sono tecnici e media Usa che dicono che la moscatomania è destinata a continuare. Altri tecnici, soprattutto in Italia e soprattutto tra la parte agricola, dicono che è destinata a finire e che porterà iatture. Secondo i miei dati il calo, e forte, c’è stato nei primi due mesi del 2012 ed ha interessato l’Asti non il Moscato d’Asti… a marzo, però, Ezio Pelissetti, uno che può anche stare antipatico ma che di moscato ne sa eccome, dice che gli indici sono diversi e i volumi stanno aumentando… Ci sono poi quelli che dicono che bisogna stare attenti perché anni fa il prezzo delle uve calò in conseguenza all’aumento degli ettari. Però era il passato. I mercati non erano quelli di oggi, neppure la gente era la stessa. Il mondo negli ultimi dieci anni si è trasformato in modo radicale. A chi, dunque, dare retta? A chi dice che tutto sommato la storia si ripete? o a chi afferma che è meglio battere il ferro finché è caldo? Mi dispiace, io non ho risposte. Tuttavia quello che proprio non mi piace è l’atteggiamento di chi crede, invece, di averle in tasca le soluzioni… ecco, io di quelli diffido o, almeno, non predo come oro colato tutto quello che dicono… quindi, invece del fiuto del papà (possono sbagliare anche loro, lo dico da papà) mi fiderei di più delle informazioni che si possono prendere da varie fonti (non da una o da poche e magari della stessa linea e che riferiscono quello che vogliamo sentirci dire). In questo, ti dirò Luca, Internet è davvero imbattibile…
@filippo: ti dirò, come produttoreche vive sul moscato d’asti, penso di aver un buon polso della situazione sul moscato perchè mi ci confronto tutti i giorni (e ahimè quando a fine mese vedi molte spese da pagare e meno vendite del previsto…); i fattori congiunturali, per carità di dio, avranno il loro effetto però il calo di richiesta del moscato non io ma mio padre, che ha qualche primavera in più e dunque una certo fiuto, già a novembre mi diceva: facciamo attenzione perchè il moscato sta mollando un pò…. io dall’alto dei miei 25 anni subito non gli ho dato credito…poi eccomi smentito da un primo trimestre 2012 molto al ribasso ( e lo dimostra anche il prezzo el moscato all’ingrosso, finalmente tornato a livelli fisiologici normali e non più in balìa di un feroce speculazione…)
p.s.: @Luca: la lettura parziale dei dati lasciamola ai minzoliniani. E magari diamo una telefonata a Ezio Pelissetti, ex direttore di quel “postaccio” che è il Consorzio dell’Asti e ad della tanto vituperata Valoritalia. Dirà, come ha fatto con me unico giornalista ad averlo sentito, che il calo di gennaio e febbraio è dovuto alla congiuntura globale e ai picchi di imbottigliamento e vendite che ci sono stati sotto Natale. Tant’è vero che, come ho scritto io, a marzo la tendenza è già invertita…
@Luca Vola: questo blog, lo dimostriamo tutti i giorni, è aperto a tutte le opinioni, ma non agli insulti e alle denigrazioni gratuite. Come quella che hai fatto tu accostando il mio titolo ad un gravissimo errore del Tg1 minzoliano. Essì perché scrivere che Asti è 53° Comune del moscato (per altro lo è stato davvero per un breve periodo) può essere considerata una forzatura, che a te può non piacere, ma nulla di più, oltretutto riferita ad un titolo e non presente nel testo del post. Per me, invece, è una lettura di quello che è accaduto in questi mesi. Il fatto che alcuni viticoltori, come te, sobbalzino sulla sedia solo all’eventualità la dice lunga sulle divisioni e sulle prevenzioni che ancora gravano sulla filiera. Vedremo, comunque, cosa decideranno i giudici o Bruxelles. Certo non è la stessa cosa che confondere (come hai fatto tu voglio sperare in buona fede) il mio titolo con il grossolano errore nel titolo del Tg1 di scambiare l’assoluzione per la prescrizione. Chi ha fatto giornalismo di giudiziaria (io l’ho fatto per 6 anni) non può non sapere la differenza tra un imputato assolto e uno prescritto. Tanto è vero che il Minzo fu richiamato dall’Ordine… Paragonare, in modo gratuito, il mio titolo con quella stupidaggine non solo è sbagliato ma anche scorretto e sintomo di un certo modo di pensare che ho già stigmatizzato su questo blog. Uno schema mentale del “o con me o contro di me” che non fa onore a nessuno, men che meno, secondo me, al popolo del moscato.
O dio…….. o dio…. o dio………. a che punti si arriva ………….incredibile…..e sicuramente non finisce qui…
come diceva qualcuno ” buon anima”…..
no, non significa per forza essere contro i vignaioli,ma sul consorzio se ne potrebbero dire a bizzeffe….. e per quanto riguarda il titolo io non sono esperto di giornalismo…ma ben mi ricordo le polemiche quando Minzolini nel suo incredibile tg1 assolse David Mills…
…. e intanto mentre noi litighiamo…. gennaio-febbraio 2012 in confronto con lostesso periodo del 2011: -28%!!!!!!
motivazione (fornita da un mio cliente): nel mercato statunitense arrivano moscati da tutto il mondo, fanno schifo il più delle volte mentre altri sono eccelenti, ma costano comunque meno di quelli italiani….. questo è il motivo di fondo: perchè un consumatore dovrebbe spendere più del doppio comprando un nostro moscato? io penso lo farebbe se si fosse investito in pubblicità e promozione vera per far capire perchè il nostro costa così tanto, perchè da noi impieghiamo 500 ore/ettaro per gestire le nostre vigne……
Fabio… Fabio… Fabio??????????????????????????????????????????????????????????????????????????? 😉
Filippo… Filippo… Filippo: un punto interrogativo ogni tanto 😉
Asti 53° Comune del Moscato?
@luca, preciso solo che il titolo su Asti 53° Comune del moscato é appunto un titolo… é nella pratica giirnalistica sintetizzare per scrivere titoli che attirino sennò é una noia… chiusa la lezioncina… che dire… cncordo sull’esigenza di gestire il futuro ma per favore proviamo a lasciare da parte i pregiudizi… essere ne consorzio non vuol dire essere contro i vignaioli, o no? Ed esserne fuori non significa automaticamente farne gli interessi… o no?
anche a me risulta che asti non è ancora 53°comune, quindi non so perchè si deve scrivere il contrario.. comunque a parte il darsi dell’incompetente o competente a vicenda io sono decisamente preoccupato da questo nuovo pullulare di associazioni che nascono, se non erro, tra enti o persone che comunque ruotano in orbita consortile e non è un mistero come il Consorzio abbia forti dissapori con l’Assomoscato..il motto divide et impera pare proprio non voler tramontare mai…mi chiedo davvero come si faccia a tutelare l’interesse della parte agricola con una tale frammentazione. e cosa mi preoccupa più di tutto è la terribile programmazione che abbiamo…è scoppiata la moscatomania, ma non stiamo facendo nulla per indirizzarla o consolidarla, poi ci sarà un crollo e allora tutti a piangere ma nessuna idea per uscirne…ma allora è proprio vero che siamo dei bugianen?che lasciamo semre che l’acqua vada verso il basso? e se invece si cominciasse davvero a cercare di “costruire il futuro”? solo che per costruire bisogna essere in molti e io non ne vedo la volontà. spesso la parte agricola viene accusata di essere solo distruttiva, ma come si fa ad essere costruttivi con qualcuno che te la fa sotto gli occhi?(gli esempi sono molti, a cominciare dal modo poco ortodosso con cui il Consorzio ha raccolto le firme….)..chissà che magari cambiando i vertici del Consorzio non si possa davvero cominciare ad intavolare qualcosa di interessante…e a cercare di affrontare le cose, senza lasciarle sempre e comunque al caso. solo per inciso vorrei ricordare che i “giovani”, con un’inflazione galoppante, un altissimo costo del denaro e il prezzo dell’uva bloccato grazie a chi si sa…non so se riusciranno a sopravvivere a un paio di anni con rese a 70…(guarda caso avvenute quando si sono aperti gli impianti, solo che allora era ancora permessa la distillazione..) e ORA??
@Filippo. Come era bello quando prima del 1999 due o tre persone decidevano cosa fare e tutti gli altri si mettevano in coda per poi distillare centinaia di quindali di moscato invenduto e portare le rese a 70 quintali per ettaro, come per il Barbera ed il Brachetto!!!!!!!!!!
Il tempo dell’uva raccolta, pagata dagli industriali e salutata è finito per sempre.
Piaccia o non piaccia dopo le buone maniere, gli avvocati resta sempre la piazza dove però non tutti hanno il coraggio di metterci la faccia. Noi sì.
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco
@Giovanni, tornando agli sms: una precisazione , c’ è scritto di sospensione del disciplinare, no sotto zone , nuova sentenza 12 /10/2012. non di asti 53 comune,il che è diverso non ti pare? e poi, se si torna al vecchio disciplinare, Asti non c’è in quello, giusto? quindi , per ora è come prima, il che va bene..
Ma sicuramente è come hai detto tu… i furbi hanno sempre la meglio…. rispetto agli altri.
Purtroppo noi, facciamo parte ‘degli altri’ e quindi, siamo solo sempre noi a prendercela in quel posto.
@Giovanni: spero che il nostro dialogo sia di stimolo anche ad altri… comunque commento due cose: occhi aperti, sono d’accordo, ci mancherebbe, altrimenti non farei questo mestiere. Sul fatto che debba scegliere sempre la maggioranza ho qualche dubbio… la democrazia non è questo… su alcuni temi la maggioranza in democrazia non vale perché pensa se fosse possibile fare referendum sulle tasse o sugli stipendi dei parlamentari… credo che l’erga omnes sia venuto fuori da questo concetto, cioè dalla necessità di dare regole certe che sia rispettate da tutti… da tutti, industriali e contadini perché nessuno, industriale o contadino che sia, si deve sentire al di sopra o autorizzato ad aggirare le regole… quanto all’ultima ordinanza del Tar Lazio, francamente non credo che i giudici si siano espressi nel modo che dici tu… più semplicemente credo sia contato l’abilità dei legali di parte a far valere incongruenze che, dall’esterno, appaiono eclatanti: l’Asti docg che non si fa ad Asti; le tesi (debolucce) che la città di Asti non individui il vino e viceversa; la litigiosità esasperata delle parti; l’esposizione mediatica di una situazione che ai più appare paradossale… insomma un gran casino, con gente che si butta addosso fango reciprocamente, non un bello spettacolo… sull’equazione: contadini=pirla, scusami, ma resto dela mia idea… la maggioranza (qui vale!) non lo sono, forse hanno scelto secondo le proprie convenienze personali che non sempre o quasi mai coincidono con quelle della filiera… Ma vorrei tornare sulla crisi di rappresentatività della filiera, tra poco al Consorzio di Tutela e alla Coldiretti astigiana cambieranno i vertici e molti sperano in nuove iniziative e progetti, persino in un nuovo modo di porsi… c’è da sperare che anche le altre rappresentanze, agricole e industriali, professionali e di categoria, colgano questa occasione, magari abbandonando certe prese di posizione da “unti del Signore” e inaugurando, finalmente, una stagione di sobrietà e dialogo costruttivo, nel rispetto dei ruoli, ovviamente. È troppo? Io credo di no, ma ci vogliono uomini di buona volontà che riescano a passare dalla protesta alla proposta, o dalla difesa tout-court di presunti privilegi commerciali all’apertura e programmazione. Sarebbe un bel modo, a mio parere, per dimostrare che la filiera del moscato è diventata adulta…
@Filippo. lo so c’è il pericolo che qualcuno ci accusi di fare un dibattito a due, ma corro questo rischio per essere il più chiaro possibile, anche perchè il Tuo blog è molto letto e stamattina è stato citato dalla Stampa pagina di Asti. Dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio si legge che l’Azienda Agricola del Poggio ss (Zonin) è ricorsa contro : Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Comitato Nazionale Tutela e Valorizzazioni delle Denominazioni …, Regione Piemonte, e Consorzio per la tutela dell’Asti. Mentre i primi tre si sono opposti con i propri avvocati, il Consorzio non ha fatto nulla. Non sarà che la sentenza del Tar del Lazio sia stata a favore della Zonin preso atto del non intervento del Consorzio? (oggi il Consorzio dell’Asti .con l’erga omnes è molto considerato) Ma chi a dato l’erga omnes al Consorzio di tutela?Sono stati quegli ottocento contadini che sollecitati dalle aziende alle quali conferiscono le uve che hanno dato la propria adesione. Più pirla di così….e non venirmi a raccontare che questi ottocento contadini erano consapevoli di quello che facevano. All’untima convocazioni dei soci del Consorzio 800 liberi più 800 circa soci delle cantine sociali si sono presentati in 10 (leggasi dieci). Sul resto io credo che più gente ha gli occhi aperti meglio è, naturalmente deve sempre essere la maggioranza a determinare le scelte e non l’interesse di pochi… noi del CTM continueremo ad aprire gli occhi alla gente..
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco
@Giovanni: da anni sento dire che i contadini sono dei pirla e gli industriali dei furbi… io non credo che sia così, altrimenti il moscato renderebbe meno della la barbera o peggio… secondo me Zonin ha fatto i suoi interessi, i contadini ho il dubbio che spesso non li facciano e preferiscano perdersi nel tutti contro tutti invece di tentare di fare squadra… il proliferare delle sigle che saranno al tavolo della commissione paritetica ne è, a parere mio, un sintomo importante. In sostanza c’è stata una crisi di rappresentanza che liquidare, come hai fatto tu Giovanni, nella pura ricerca di fondi pubblici da spartirsi è, consentimi, quanto meno semplicistico oltre che applicabile a tutte le associazioni, persino quelle più storiche. Il fatto che è che qui nessuno vuole fregare nessuno (come invece ha detto il presidente della Coldiretti Asti, Soave). Nella filiera moscato ci sono parti che difendono i loro ruoli e interessi, nel rispetto di tutti, è su questo che si basa il mercato e l’economia, quella reale non quella di carta. Il resto è puro personalismo, da una parte e dall’altra… e con queste posizioni, a mio parere, si fa poca strada…
@Contadina verace. Tutti i dirigenti del CTM (25 Consiglieri) vengono regolarmente avvisati tramite sms ogni qualvolta si muove una foglia di …moscato. Il mio pensiero (per quello che può valere) è stato inviato a tutti i giornali della zona e credo verrà pubblicato in settimana.
Io penso che Asti debba diventare il 53° comune della zona docg, ma solo simbolicamente…invece credo e l’ho scritto ” Il furbo imprenditore-banchiere veneto potrebbe ricevere oltre 20 ettari di vigneto a moscato d’Asti praticamente gratis, mentre il pirla-contadino piemontese deve pagare dai 50 a 60 mila euro per aumentare il proprio vigneto di un ettaro a moscato d’asti….questa è la giustizia italiana.”Il tempo dell’uva raccolta, pagata dagli industriali e salutata è nuovamente finito” Chi ha orecchie da intendere…intenda.
giovanni bosco
presidente CTM
Ricordiamoci che se, ad oggi, abbiamo un reddito decoroso si deve anche al sistema protezionistico che ha caratterizzato la gestione del sistema moscato fino ad ora che, anche se può sembrare limitativo, ci ha indubbiamente protetto da manovre poco ponderate. Ogni volta che l’equilibrio è stato intaccato ne abbiamo risentito in modo marcato. La prima volta che sentii parlare di allargare gli impianti risale a quasi vent’anni fa e ricordo bene l’entusiasmo dei contadini ma soprattutto mi è rimasta impressa la frase di Rapalino:”occhio ragazzi che la proposta ha anche dei risvolti preoccupanti” intendendo di non sottovalutare il fatto che andavamo a collocare nuovo prodotto sul mercato…e infatti ne risentimmo parecchio. A quei tampi avevo lo stesso entusiasmo di Stefano, un’ingenua fiducia in un futuro pieno di risorse da sfruttare per il moscato. Così fiduciosa da bermi, tutta goduta, anche le promesse di Marabese. Così ingenua da ripetere le convinzioni di papà e colleghi più grandi certi che impiantare era la soluzione al reddito. A distanza di anni, dopo aver sbattuto il grugno qualche volta, ho imparato a metabolizzare da sola le informazioni fino a barricarmi in questa posizioni di prudenza motivata dalla sfiducia che provo verso gli organismi che muovono le fila perchè rimane forte il sospetto che le decisioni continuino a venir prese con troppa faciloneria.
E, infatti, ecco la comunicazione del Tar che delibera dopo un SOMMARIO esame sulla verosimile fondatezza della domanda di Zonin!
Inoltre, probabilmente avrò perso qualche puntata della soap perché ero convinta che proprio il Tar del Lazio avesse già bocciato un’istanza di Zonin tempo addietro, mi sono confusa?
@Stefano: senza astio vorrei raccomandarti che prima di dare della “visione limitata” a qualcuno sarebbe opportuno che zappassi ancora per qualche anno. Più che limitato mi sembra che Pier sia molto molto concreto e visto che già ha fatto presente in passato di aver avviato anche un’altra attività come assicurazione al reddito direi che è anche perspicace.
@Bosco: sono curiosa di sapere come mai ha omesso di informare i “suoi” sulla questione Tar, grazie!
@Stefano: un’unica precisazione, secondo gli ultimi dati consortili l’Asti docg è a quota 82 milioni, il Moscato d’Asti docg a 25 milioni… no, così, tanto per la precisione… 😉
Per il “TU” nessun problema!!!, sul fatto che “di moscato non ne capisco niente” forse è vero ma resta il fatto che secondo me la tua posizione è ancorata ad una visione limitata di quello che oggi è il mercato. Anche io sono un produttore di uva Moscato e vorrei non solo salvaguardare il reddito di oggi ma potenzialmente aumentarlo, prendiamo per esempio il Prosecco: hanno studiato a tavolino e poi messo in atto una politica volta non solo a tutelare la zona classica del DOCG, ma anche a sviluppare e ampliare la zona DOC dando più visibilità sui mercati al lloro prodotto, dando di conseguenza la possibilità alle aziende produttrici di posizionarsi sul mercato in modo capillare e fare busines.
Perché l’equazione deve per forza essere ALLARGAMENTO = DIMINUZIONE DEL REDDITO???
La soluzione di non fare niente potrebbe anche essere vincente, ma francamente penso che dovremmo tutti smettere di far finta di non capire che alla fine senza quelle “SOLITE” 80.000.000 di bottiglie di ASTI DOCG comprate dal consumatore del mondo (che nella maggior parte dei casi non sa che L’ Asti è fatto con l’uva moscato) il nostro reddito crollerebbe sensibilmente; inoltre l’Asti DOCG come il Barolo, il Barbaresco e il Gavi è un nome Tutelabile al 100% nel mondo mentre il NOSTRO Moscato d’Asti DOCG no, purtroppo!!!
buona domenica.
Stefano:
Non so chi sei, e non voglio saperlo, ma sono quasi sicuro che di moscato ne capisci poco…”senza offesa si intende “. Programmare il futuro dici….. sono belle parole ma non valgono niente, se si allarga la zona di
sicuro fra un paio di anni il reddito scende,e poi che si fa……(dammi una spiegazione).
Io sono dell’idea che a questo punto, NON e dico NON bisogna fare nulla, perchè in questo momento la parte
agricola porta a casa dei soldi , e con i chiari di luna che ci sono, bisogna stare attenti al reddito..
Bisogna salvaguardare il valore del “NOSTRO MOSCATO” e di conseguenza anche delle nostre aziende,
se il prodotto vale dei soldi…la terra automaticamente vale di più.
Se si allarga la zona non ci resta che lavorare di più , per portare a casa gli stessi soldi……se va bene..
é questo che si vuole?…
Comunque…..spero di poter sentire, e magari anche vedere questi “giovani” speriamo che abbiano le idee giuste…
perchè di “str……ate ne ho già sentite abbastanza. saluti…
p.s mi sono permesso di darti del ” tu.”.ma se non va bene dimmelo.. ok
Giovanni…ieri non mi hai detto nulla, a proposito di questa vicenda….come mai?..
scommetto che lo sapevi.. ma te lo sei tenuto per te…giusto..
ciao..
Mi pare che finalmente a forza di battibecchi si stà arrivando alla consapevolezza che cque qualcosa bisogna fare, il che non vuol dire stravolgere il passato e neanche modificare il presente… ma PROGRAMMARE IL FUTURO, anche se come diceva mio nonno di origini Emiliane “del futuro non c’è certezza”…
Spero che ognuno di Voi sappia cogliere l’opportunità di un prossimo ma non lontano confronto e vi chiedo di ascoltare le idee e i possibili progetti dei giovani, protagonisti del futuro di questo comparto.
Grazie
OGGI ARRIVANO I BARBARI
di Costantino Kavafis
Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.
Perché mai tanta inerzia no Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.
Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?
Oggi arrivano i barbari
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.
Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?
Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.
Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?
Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.
Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti serii)
Perché rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?
S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.
@Filippo non sottovalutarTi. Quarto potere: rivediti il film di Orson Welles…..Il mondo del moscato ha bisogno di una regolata….da parte mia sto scaldando i motori,
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco
@Giovanni: è da un po’ che lo dico, ma non è il mio ruolo quello di proporre, credo che competa alle associazioni di categoria, al Consorzio, alle industrie, alle cantine sociali, guarda perfino alla Regione… ma qui da un po’ di anni mi sembra che la filiera sia più interessata allo scontro, al muro contro muro autoreferenziale che a costruire strategie comuni… eh lo so è un discorso vecchio, trito e ritrito… ma ci sono affezionato. Quanto al Prosecco non lo cito sempre (qualche volta vado anche in bagno!) è che mi sembra un bell’esempio di pragmatismo utile e che paga, per ora. Poi anche loro avranno i loro problemi di mercato con prezzi che vanno su e giù, ma almeno non si fanno male da soli. E ricordiamoci che per blindare la denominazione non hanno avuto esitazione ad allargare, e di molto, la zona di produzione inserendo anche Prosecco, un paesino dove di glera, il vitigno da Prosecco, non c’era neppure l’ombra… invece noi carte bollate e pedalare…
@Filippo. Visto che citi sempre il prosecco, proponi di fare come nella zona del Prosecco: una zona a D.O.C.G. (Prosecco Valdobbiadene docg) e il resto a D.O.C. semplice.
Per la zona del Moscato: una zona a Moscato d’Asti docg: vigneti sopra la pendenza del 30% – circa tremila ettari-,trenta milioni di bottiglie e una zona ad Asti Spumante togliendogli la docg-
Che te ne pare
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco