Turismo, vino e paesaggi. Il Piemonte piace, lo certificano forum ed eventi per operatori. Tuttavia una ricerca nazionale avverte che…

inserito il 4 Dicembre 2024

A Canelli, nell’Astigiano, alcune settimane fa si è svolta la terza tappa del Food & Wine Tourism Forum (la nostra cronaca qui). In quella occasione s’è parlato di enoturismo e ambiente, di strutture e sviluppo digitali.

Dal 28 al primo dicembre, ad Alba, si è svolta la Borsa del Turismo di Langhe Monferrato Roero (LMR Next). Hanno partecipato 15 tour operator internazionali selezionati: 10 specializzati in turismo family provenienti da Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Francia, Spagna, Germania, Svizzera e 5 tour operator nordamericani focalizzati sul prodotto lusso.

Ad organizzare questi appuntamenti l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero in sinergia con la Regione Piemonte.

Entrambi le iniziative hanno offerto spunti di riflessione e di lavoro su un settore come quello del turismo, che in Piemonte non può ignorare il fatto che il vino, con le sue filiere, spesso storicamente intrecciate con un tessuto sociale ed economico complesso e radicato sul territorio, sia stato ed è estremamente strategico per lo sviluppo di un settore in estrema e continua evoluzione.

Dunque sia la Borsa del Turismo sia il Food & Wine Tourism Forum hanno registrato partecipazione e bilanci positivi, da cui, per altro, sono emerse indicazioni tutt’altro che scontate e cioè che il Piemonte è meta crescente di flussi turistici; che i turisti, insieme al vino e al buon cibo, eccellenze assodate e acquisite, vanno in cerca di ulteriori appeal, come i paesaggi incontaminati, lo sport all’aria aperta, la sostenibilità delle strutture abbinate a infrastrutture digitali adeguate che non significa solo la disponibilità di connessioni al web, preferibilmente, ad alta velocità, ma anche strumenti in grado di proporre e prenotare pacchetti turistici, programmi su misura, nuovi e sostenibili mezzi di trasporto.

La domanda sorge spontanea: il Piemonte è pronto a queste sfide, al di là dell’enorme lavoro che fanno i privati, gli enti e le istituzioni sul territorio?

La risposta sembra essere “ni”. In molte aree si lamenta l’overtourism, cioè l’afflusso incontrollato e massivo di turisti con ricadute non sempre positive, in altre zone accade il contrario, la copertura Internet non è sempre ottimale (problema, per la verità, non solo piemontese), non sempre le strutture ricettive, pubbliche e private, sono di facile accesso a tutti e resta, per fortuna in diminuzione, lo scoglio linguistico. Insomma c’è ancora molto lavoro da fare.

In questo senso segnaliamo la ricerca effettuata da Wine Tourism Hub, un team di esperti di enoturismo e di innovazione, che è presentata alcuni giorni fa, al BTO 2024 di Firenze, città dove si è svolto anche il summit G7 sul Turismo.

L’indagine ha avuto come obiettivo quello di rivelare le principali sfide del settore enoturistico in Italia e, allo stesso tempo, di proporre soluzioni strategiche per il futuro.

Il titolo della ricerca è già esplicativo: “Il tallone d’Achille dell’enoturismo italiano sono le risorse umane”. Lo studio ha coinvolto centinaia di professionisti del comparto, mettendo in luce ostacoli cruciali e sfide strategiche che «rallentano lo sviluppo dell’enoturismo nel nostro Paese. Risorse umane, infrastrutture e digitalizzazione emergono come i temi centrali di una panoramica che invita a una riflessione approfondita».

Dall’indagine emerge un dato allarmante: il 43% degli intervistati identifica nella carenza di competenze specifiche e risorse umane adeguate il principale freno all’enoturismo in Italia.

Tra le difficoltà più comuni il reclutamento di personale qualificato (54% delle aziende) e il mantenimento di collaboratori validi (35%) «spesso scoraggiati da contratti stagionali e limitate prospettive di carriera».

Per Lavinia Furlani, presidente di Wine Meridian e co-fondatrice di Wine Tourism Hub la mancanza di risorse umane qualificate non sarebbe solo un problema organizzativo, «ma una vera minaccia per il futuro di un settore strategico per la sostenibilità economica del nostro comparto vitivinicolo»

Gi allarmi della ricerca di WTH non finiscono qui. Il 36% degli intervistati, infatti, lamenta infrastrutture inadeguate, mentre il 32% segnala una difficile collaborazione tra enti locali e operatori turistici. L’assenza di spazi attrezzati per eventi e servizi igienici adeguati complica ulteriormente l’accoglienza.

Poi c’è il nodo della somministrazione di alimenti. L’indagine ha rivelato che «offrire prodotti alimentari durante le attività enoturistiche è considerato molto importante dalla maggior parte degli operatori, ma resta un ambito critico. Tra le difficoltà principali le normative igienico-sanitarie complesse (36%). L’abbinamento tra vino e cibo – si sottolinea nell’analisi di WTH – è un valore aggiunto dell’enoturismo italiano, ma richiede investimenti e una gestione attenta per essere realmente efficace».

Digitalizzazione e intelligenza artificiale sono individuati dalla ricerca come un «potenziale inespresso». Nonostante l’importanza crescente degli strumenti digitali il 46% delle aziende ha dichiarato di essere sotto la sufficienza quando si parla di digitalizzazione. Tra le principali barriere la mancanza di risorse finanziarie (20%) e di priorità aziendale (37%). E tuttavia l’uso di strumenti come bot (software dedicati) per prenotazioni e assistenti virtuali per personalizzare le visite sono riconosciuti come un’opportunità concreta per migliorare l’esperienza dei visitatori.

Infine la ricerca WTH indica le sfide strategiche per il futuro: dalla carenza di incentivi finanziari (10%) alla burocrazia opprimente (14%), l’indagine ha sottolineato come il settore enoturistico italiano «necessiti di un cambiamento strutturale. Investimenti mirati, sinergie territoriali e un maggiore focus sulla formazione sono passi imprescindibili per garantire sostenibilità e crescita».

Parole sante e buone anche per altri settori produttivi italiani. C’è da augurarsi che l’enoturismo e il turismo in generale ricevano maggiori attenzioni.

Filippo Larganà
(filippo.largana@libero.it)

(Le foto a corredo sono dell’evento LMR Next)





Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.