Nonostante il “silenzio permanente” della Regione nascono ancora progetti pro tartufo nero. Dopo qualche ristorante e l’iniziativa della comunità collinare “Tra Langa e Monferrato”, che in modo autonomo ha presentato il progetto “nero” al Vinitaly, anche il consorzio di operatori turistici di Asti e del Monferrato sposa la causa presentando un pool di ristoranti astigiani che dal 24 al 26 aprile (ma speriamo che la cosa prosegua nel tempo) propongono menù a base di tartufo nero con prezzi tra i 28 e i 40 euro. Info sul sito: www.terredasti.it. Noi di Sdp, non senza sollevare qualche critica, abbiamo creduto da subito al progetto “Tartufo nero pregiato del Piemonte” che la Regione avrebbe dovuto lanciare in grande stile questa primavera. E abbiamo sostenuto questa linea anche quando Angelo Soria, funzionario della Regione Piemonte tra i promotori del progetto, era stato coinvolto dalla bufera giudiziaria che ha travolto il fratello Giuliano, patron del premio “Grinzane Cavour” un tempo osannato da molti e ora da molti discusso. Una bufera, i cui contorni sarà compito dei giudici chiarire, che ha rallentato, se non stoppato, la messa in pratica di uno dei pochi progetti originali e proficui per il Piemonte agricolo e turistico. La Regione ha ritirato il colossale piano di comunicazione che era stato preventivato. Oggi si parla solo di iniziative locali che avrebbero l’assistenza del vivaio regionale dove si coltivano le piante micorizzate con le spore del tartufo nero. Per noi di Sdp, invece, il tartufo nero, che a differenza del bianco può essere coltivato, resta un’occasione importante per ristoratori e agricoltori e, in generale, per il comparto dell’accoglienza piemontese che, in un momento di recessione, potrebbe avere un’arma in più per lottare contro la crisi economica. Sprecare questa occasione, facendole mancare prezioso supporto, sarebbe davvero una stupidaggine.
Filippo Larganà (filippo-largana@libero.it)