Barbera Meeting 2010. I blogger osannano Barbera e terroir. Ci credano anche produttori e istituzioni

inserito il 12 Marzo 2010

Barbera Meeting ha fatto centro, almeno stando alle dichiarazioni di chi ha vissuto dal di dentro questa vetrina dedicata al vino rosso piemontese più diffuso.L’edizione 2010, organizzata dalla Provincia di Asti in collaborazione con i Comuni di casale Monferrato, Asti e Nizza Monferrato, ha impegnato dall’8 all’11 marzo produttori e sommelier, amministratori locali e operatori della comunicazione.

La novità di quest’anno è stata certamente la scelta degli organizzatori e della Wellcom, l’agenzia albese che ha curato i rapporti con i media e i produttori, di mettere al centro dell’evento, oltre a diversi giornalisti stranieri dei media tradizionali specializzati in enologia, anche una pattuglia di blogger, cinque americani e un inglese. L’effetto è stato quello di aprire una finestra, anzi due, su Internet: un sito e un blog dedicati all’iniziativa, rispettivamente www.barberameeting.it e www.barbera2010.com.

Si è avuta così una cronaca con taglio da reportage che i blogger hanno mandato on-line in diretta, giorno per giorno, quasi ora per ora. Suscitando oltre 1500 contatti giornalieri e un vivace dibattito sul web.

Ok, tutto bello, tutto moderno e di tendenza, ma è servito (e servirò) davvero alla Barbera e al suo territorio?

Fulvio Brusa, assessore all’Agricoltura per la Provincia di Asti ne è convinto e lo dice apertamente nel contributo video che ha concesso a Sdp.

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Ne sono certi anche i blogger che habbo partecipato e sono stati coccolati da produttori e dall’organizzazione. Tanto coccolati che qualcuno di loro, forse intimorito dello spiccato senso critico di chi abitualmente naviga in ha sentito il dovere di spiegare sul proprio blog che l’eccezionale ospitalità offerta non ha in alcun modo influenzato il giudizio su vini e territorio.

Ma la cosa inusuale è che Barbera Meeting sembra essere piaciuto anche ai produttori vinicoli o almeno pare non avere sollevato critiche sostanziali.

Dice Andrea Faccio di Villa Giada, azienda vitivinicola con sede a Canelli e vigneti sparsi tra il Canellese e Agliano Terme (http://www.andreafaccio.it), responsabile regionale del settore vitivinicolo per la Confagricoltura piemontese: «I quattro giorni di Bm sono stati interessanti. Le considerazioni dei giornalisti stranieri, soprattutto quelle riportate dai blogger, ci hanno fornito, fortissima, l’immagine di un vino dalle molte sfaccettature. Questo deve essere la nostra forza. Ma si deve avere pure il coraggio di creare quella “piramide” di tipologie che può spiegare al consumatore italiano e straniero perché un vino che si chiama Barbera può essere giovane e fresco, ma anche barricato con evidenti sentori di acidità e tannini, o strutturato attraverso una severa selezione delle uve e un rigido disciplinare di produzione come è il Nizza. Mi auguro che l’iniziativa si ripeta e, anzi, sia ampliata».

Gianluca Morino, produttore vitivinicolo a Nizza Monferrato (http://www.cascinagaritina.it/) e presidente dell’associazioen che raggruppa molti produttori della tipologia che fa capo alla sottozona “Nizza” (http://www.ilnizza.it/) è tra gli entusiasti: «L’organizzazione è stata ottima, considerati anche i tempi strettissimi. Ottimo anche il coinvolgimento dei giornalisti e dei blogger che per la prima volta hanno raccontato sul web la Barbera e il suo territorio. Spero che Barbera Meeting diventi un grande mosaico di tante iniziative a favore di questo vino che ha bisogno di comunicazione e valorizzazione. Se un appunto devo fare lo faccio ai miei iscritti: alla degustazione del Nizza avere meno di trenta etichette su una sessantina di aziende. Troppo poco. Ci deve essere più convinzione, più collaborazione. Solo così si può pensare di superare impasse e crisi»

Valerio Mondo, enologo e titolare della casa vitivinicola Franco Mondo di san Marzano Oliveto (http://www.francomondo.net/), conferma critiche positive sulla manifestazione augurandosi, però, che blogger e giornalisti diffondano la bellezza del territorio e la grande accoglienza che hanno avuto da istituzioni e produttori. «D’altra parte – annota – Barbera Meeting è stato e deve essere proprio questo: una ventrina del terroir e della Barbera che, speriamo, presenti al meglio questa realtà». Anche da lui un solo appunto: «Più sinergia tra organizzazione e produttori. Questo aspetto, a mio parere, è ancora un po’ da rodare. Una volta fatto tutto girerà a meraviglia».

Insomma per le “voci” locali il bilancio di Barbera Meeting è stato positivo. E i blogger? In generale, dai post che si possono leggere su www.barbera2010.com e su altri blog (citiamo http://dobianchi.com/ del texano Jeremy Parzen) convergono tutti sul piacere di aver scoperto un territorio, l’Astigiano e il Monferrato, che considerano splendido, Alcuni, abituati a visitare l’Albese, non hanno nascosto la loro sorpresa per luoghi e paesi e paesaggi così belli. Sul vino forse qualche blogger ha scontato l’inesperienza enologica, ma tutti hanno apprezzato un prodotto, la Barbera, che ha ancora moltissime potenzialità inespresse. E speriamo che istituzioni e produttori ne diventino, ora, più consapevoli.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

5 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 15 Marzo 2010 at 16:14 -

    Per tutte le Barbere! Non avevo idea di aver incrociato la penna con il mitico “the San Diego Kid”… :-)… I will be happy to meet you in May or November.
    grazie e buon lavoro anche a te
    Filippo

  2. Jeremy Parzen 15 Marzo 2010 at 15:26 -

    Ciao Filippo, e grazie per le precisazioni. 🙂 Nel Texas mi chiamano “the San Diego Kid”. 😉

    Se non torno in Piemonte a maggio, spero di poterti incontrare di persona a novembre…

    Grazie, di nuovo, e buon lavoro… j

  3. filippo 14 Marzo 2010 at 18:31 -

    Caro J, ovviamente non era mia intenzione mettere in discussione le esperienze personali di giornalisti e blogger ospitati da Barbera Meeting. Ho solo interpretato alcune dichiarazioni di blogger che hanno reputato, nei loro post, eccessive le degustazioni di Barbera. Ecco, forse questa mi è parsa una dimostrazione di inesperienza (nel senso letterale della parola italiana, cioè “non esperienza” di una certa situazione). Per quanto riguarda le varie sfaccettature della Barbera dimostrano, come ho scritto, che siamo davanti ad un vino ancora in cerca di una dimensione ottimale, e che, ma questo è una mia opinione, sconta anche lo status quo politico e amministrativo degli ultimi anni. Speriamo che la nuova legge sul vino, approvata proprio ieri dal nostro Parlamento, e i progetti di consorzi e produttori, indichino la via giusta. Infine una precisazione geo-logistica: io, ad esempio, vengo definito giornalista canellese perché abito a Canelli, in provincia di Asti, anche se sono nato in Sicilia e ho vissuto anche in Liguria. Comunque ok d’ora in poi sarai Jeremy Parzen “il californiano”.
    Saluti, buon lavoro e grazie a te per la tua attenzione

  4. Jeremy Parzen 14 Marzo 2010 at 18:06 -

    @Filippo grazie per la segnalazione. 🙂

    Ti comunico però che in realtà tutti i Barbera 7 sono wine bloggers ed esperti di vino, tra cui alcuni enogiornalisti molto importanti degli USA. E quindi il referimento a una presupposta “inesperienza enologica” mi sembra fuori luogo.

    Ecco un link ai loro (e al mio) blog:

    http://barbera2010.com/2010/02/19/official-contributors/

    Comunico inoltre che non sono texano. Sono invece californiano, anche se abito ora ad Austin nel Texas.

    Detto tutto ciò, ti dirò che ci siamo trovati molto bene ad Asti e in Langa e che l’esperienza, anche se tanti vini non sono piaciuti per la presenza eccessiva del legno e per la concentrazione esagerata, è stata molto positiva e che abbiamo scoperto tante etichette, a me precedentemente sconosciute, che ci hanno dato delle grandi soddisfazioni.

    Grazie per l’attenzione! 🙂

  5. Giovanni Scaglione 13 Marzo 2010 at 22:56 -

    Negli ultimi 5 anni il prezzo medio del Barbera D’ asti è passato da € 0,75 a € 0,40 al kilogrammo (dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Asti) quindi una svalutazione netta superiore al 50% (tenuto conto dell’aumento medio del costo della vita nello stesso quinquennio) e nonostante nel frattempo il Barbera d’Asti sia diventato docg! Stessa sorte per tutti gli altri vini astigiani fatto salvo il Moscato (salvato dai nuovi mercati) e il Brachetto che ha però dovuto diminuire di oltre il 50% la resa per tenere bloccato il prezzo (il che non sposta di una virgola la questione)…Si sa che il prezzo delle uve è non è altro che un indicatore dello stato di salute del settore vinuicolo nel suo complesso e, più in generale, del settore turistico ed enogastronomico.Vendere un vino a denominazione di ORIGINE controllata vuol dire vendere il TERRITORIO, o no? Nel contempo cioè negli ultimi 5 anni è continuata l’inesorabile aggressione del cemento e degli scempi paesaggistici (già per altro cominciata negli anni precedenti) e sono stati bloccati gli sporadici tentativi di istituire zone naturalistiche protette (nonostante la provincia di Asti vanti il triste primato della più bassa percentuale di queste aree di tutto il Piemonte). Il turista enogastronomico che visita il nostro amato territorio oggi può portare a casa un bel ricordo di faraoniche rotonde, grandi capannoni vuoti in affitto o in vendita, cattedrali commerciali (non nel deserto ma tra le vigne…) interminabili quanto inutilizzati viadotti ferroviari intercollinari e zero nuove piste ciclabili. Entro la prossima vendemmia il nostro caro turista enogastronomico troverà anche il nuovo Regolamento Forestale della Regione Piemonte ( L.R. 4 / 2009 votato da maggioranza e opposizione) che prevede l’abbattimento del patrimonio boschivo piemontese senza nemmeno il consenso dei propietari ( attraverso il meccanismo della gestione provvisoria associativa, art. 18 ) con tanti saluti ai nostri tesori cioè piante da tartufi, da funghi, da marroni, (tanto per rimanere solo all’ambito gastronomico) e inoltre un probabile nuovo calendario venatorio che tende a liberalizzare la possibuilità di cacciare tutto l’anno (come da proposta di legge già approvata al Senato). Immaginiamo una bella famigliola di turisti che passaggia in agosto tra vigneti e boschi al dolce suono delle doppiette e immaginiamo qualche decina di migliaia di tir che transitano sulle nostre già martoriate Strade del Vino per portare tonnellate di legname (sfiorando i pochi temerari cicloturisti Olandesi) alle varie Centrali a Biomasse con tanto di svettanti (circa 30 metri) canne fumarie che ci accingiamo a costruire con i contributi (certificati verdi) prelevati dalle nostre tasche(vedi progetti a Castagnole Lanze o Canale d’Alba) attraverso le bollette elettriche… Potrei continuare ma mi fermo! Ho la vaga sensazione che ci possa essere qualche leggerisssssimo nesso di causalità tra tutte queste cose. Questo è almeno quello che mi dicono i miei clienti stranieri tutti i giorni quando non vogliono prendermi in giro, ribadendomi che “però” il mio vino gli piace moltissimo e casa mia è un posto fantastico. Temo che sia quel “però” che ci causa qualche piccolo problema….Intanto il flusso degli Svizzeri e Tedeschi verso le colline Astigiane si è interrotto già da qualche anno (basta parlare con una qualsiasi agenzia immobiliare della Langa Astigiana)e zitti zitti alcuni cominciano a rivendere le case acquistate alla fine degli anni ottanta anche a costo di rimetterci un bel pò di soldi e si rivolgono verso altre zone più appetibili. Se poi vogliamo farci un giretto in Alsazia o nel Bordolese o in Champagne o anche solo in Toscana o dove vogliamo ci renderemmo subito conto di cosa abbiamo combinato in questi anni e forse smetteremo di farci raccontare da giornalisti e blogger pagati da noi, che siamo bravissimi buonissimi e bellissimi e la smetteremmo anche con questa fantastica rivalità Langa/Monferrina; come se non fossimo sulla stessa barchetta afflitti purtroppo dagli stessi problemi. Va bene così, aggrappiamoci all’UNESCO e come avrebbe detto il vecchio Mike…ALLEGRIA! E io aggiungerei anche un bel BUON VOTO! visto che siamo quasi sotto elezioni.

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