Non solo Centro Italia, non solo le Isole, l’Oro Rosso, il prezioso zafferano, la spezia pregiata, che si ottiene dalla lavorazione dei pistilli di un fiore e venduta tra i 25 e i 50 euro al grammo, si coltiva anche in Piemonte e anche in terreni tradizionalmente vocati ad altre colture, come la nocciola o la vite.
Presente in territorio piemontese già secoli fa, alcuni fanno risalire le prime coltivazioni di zafferano tra il XIV e il XV secolo, lo zafferano sta vivendo un periodo di riscoperta e rilancio sia colturale sia economico e commerciale.
Piantagioni e aziende di tutte le grandezze sono nate soprattutto nel Cuneese, nell’Astigiano e nel Monferrato, Nicese e Acquese compresi.
Noi abbiamo visitato una piccola azienda emergente con la particolarità di avere impiantato i preziosi bulbi di zafferano in quel di Castagnole Lanze, Astigiano, terra di Barbera e di Moscato, anzi, i fiori si raccolgono proprio tra le vigne di questi due vitigni che sono simbolo del Piemonte vinicolo.
Cascina Nonno Gino (https://www.facebook.com/cascinanonnogino/) è condotta da Silvio Saglietti, un giovane che si divide tra il lavoro in fabbrica e quello tra i fiori di zafferano. «Con l’aiuto della mia famiglia – racconta – ho riconvertito alcuni appezzamenti di terreno situati tra i vigneti dietro la nostra casa di famiglia. Ho scelto lo zafferano per le sue caratteristiche di pianta resistente e perché il Piemonte ha una tradizione antica nella coltivazione di questa spezia».
Ma ci vogliono tra i 3 i 4 anni prima che la coltivazione vada a regime e diventi remunerativa. In mezzo ci sono prove, fallimenti e successi, ma anche tanta voglia di fare impresa al di là del vino e delle nocciole. «Tanti mi dicevano di piantare nocciole o di ricominciare con le viti. Io, però, mi sono innamorato di questo fiore che dà grandi spunti e soddisfazioni» dice Silvio che al di là del zafferano in purezza, circa quattrocento grammi l’ultima raccolta con la stagione 2018 che si è conclusa proprio tra la pioggia di questi giorni, ha già messo in opera progetti diversi sempre a base di zafferano di Castagnole Lanze, come i cioccolatini alla crema di zafferano o la grappa aromatizzata allo zafferano. «Sono convinto che diversificare dia la possibilità di scoprire usi diversi e innovativi dello zafferano» dice e intanto fa notare una curiosità: «Ogni tipologia di zafferano – spiega Silvio – è condizionata dalla condizioni climatiche e dal terreno della zona in cui viene coltivata. I nostri fiori, che crescono in terra di barbera, producono pistilli di un rosso particolare, un rosso intenso che somiglia molto a quello dell’uva barbera».
Insomma la Rossa e l’Oro Rosso vanno a braccetto nel segno di una terra che, se rispettata, dà sempre buoni frutti.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)