Speciale Vinitaly 2018. Mondo Asti docg: le dichiarazioni del presidente Dogliotti, «Si può fare di più. Bene i tanti stranieri» e la novità “sperimentale” dell’Asti Secco docg metodo classico del vice Flavio Scagliola

inserito il 18 Aprile 2018

Verona 15-18 aprile 2018 - 52¡ Vinitaly - fotografia di Vittorio Ubertone

Romano Dogliotti, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti docg, è un moscatista di lungo corso, ha azienda (La Caudrina) e vigneti a Castiglione Tinella, ma anche di barbera a Nizza Monferrato.
Qualcuno lo chiama “big” Romano, in assonanza al grande e indimenticato tenore “big” Luciano Pavarotti, e il suo cuore è davvero grande e volta molto più in alto di tanti altri. Lo dimostra in questa intervista nella quale parla con amore del moscato e di tutte le sue declinazioni, dal tappo raso all’Asti Secco. La sua è quasi una mini lectio magistralis di semplicità e pragmatismo piemontesi. Chi non lo capisce non ha mai veramente vissuto e capito le colline del moscato.
Poi c’è Flavio Scagliola, vice presidente di parte agricola del Consorzio dell’Asti e del Moscato docg che al Vinitaly presenta, quasi in clandestinità, il suo Asti Secco docg metodo classico. Non c’è ancora l’ufficialità. Gi Asti Secco in circolazione sono tutti metodo Martinotti (basta definirlo Charmat, per favore). Quello di Scagliola, fatto con il metodo della fermentazione in bottiglia, promette benissimo come del resto gli Asti versione dolce trattati nella stessa maniera, de Miranda di Contratto su tutti.
Qui le interviste a Dogliotti e Scagliola. Buona visione.

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