Vinitaly 2018, 52ª edizione della fiera vinicola di Verona, a poche ore dal taglio del nastro Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura per la Regione Piemonte, parla ai microfoni di Sdp. Ed è uno, l’assessore Ferrero, che quando parla di vino sorride, anche rispondendo a domande spinose, come il Governo nazionale che non c’è ancora o il mondo litigioso del moscato che trova mai pace e cerca sempre il contrasto effervescente.
Il sospetto, forte, è che Ferrero sorrida perché sa quanto il mondo del vino piemontese, al di là di diatribe, liti, invidie, ripicche, parassitismi e varie piccolezze umane, sia davvero in salute e forte e soprattutto conosca, l’assessore, le potenzialità di un comparto che, nonostante tutto, continua a macinare affari, reddito e, negli ultimi tempi, anche progetti per il futuro, cosa non scontata per i bogianen (un po’ statici) piemontesi.
Dunque un ottimista Giorgio Ferrero, davanti allo stand della Regione più vitivinicola (o tra le più) d’Italia analizza questioni legate al settore vino: dallo spirito di squadra che, secondo l’assessore, starebbe cominciando a pervadere i produttori del Piemonte (speriamo!), all’assenza di un Governo romano che, tra le altre cose, ha bloccato le nomine del Comitato Vitivinicolo Nazionale, il parlamentino che governa i disciplinari dei vini italiani e per la cui presidenza si parla da mesi dell’ex parlamentare astigiano Massimo Fiorio, fino ad arrivare al quel tino ribollente che è il mondo del moscato che non trova pace, ma resta, come conferma Ferrero, il centro propulsore del vino piemontese.
E proprio sul moscato, in vista della vendemmia 2018, l’assessore dà indicazioni che sembrano dissipare o dubbi sorti in queste settimane pre Vinitaly e che SdP aveva registrato (leggi qui): «Il mercato libero non serve a nessuno. Il settore si è dato regole che rispetterà» sostiene. Chiaro?
