Ennesimo bombardamento da fuoco amico sul tanto sbandierato – sempre a parole e mai nei fatti – agroalimentare “made in Italy”. La mazzata arriva alle 13,45 di lunedì 9 marzo 2009. Il giorno dopo i festeggiamenti dell’8 marzo, una gentile (e poco informata) giornalista del Tg2 (direttore Mauro Mazza), nell’ambito della rubrica “Costume e Società” (http://www.tg2.rai.it/rubriche) commenta un servizio sul festival di alta pasticceria che si è svolto a Prato.
Un reportage godereccio, di quelli che fa piacere fare: tante curiosità, una sprizzata di dichiarazioni, un pizzico di gossip, qualche dato e “voilà” il servizio è servito.
Sennonché, ad un pugno di secondi dalla chiusura del “pezzo” casca l’asino: la giornalista con voce flautata invita ad assaggiare alcune leccornie in abbinamento a vini dolci francesi.
Ma benedetta donna perché? Perché citare i vini dolci d’Oltralpe.
È come se nella partita di calcio Francia-Italia dopo la testata di Zidane a Materazzi, tutta la squadra azzurra avesse difeso l’attaccante dei “bleu” dicendo al direttore di gara che non l’aveva fatto a posta, che il colpo era fortuito, che Zinédine era scivolato centrrando lo sterno del povero Materazzi.
Sarà l’effetto di Carlà Brunì?
Battute a parte come è dolorosa l’ignoranza e la superficialità con cui si trattano argomenti che coinvolgono l’economia nazionale, già bistrattata da una crisi che, nonostante autorevoli richiami all’ottimismo “sale della vita”, non accenna a diminuire.
Ma lo sanno al Tg2, che pure manda in onda un’ottima trasmissione di enogastronomia come Eat Parade, che solo il mondo dell’Asti e del Moscato d’Asti docg conta 15 mila addetti, 7 mila aziende agricole, decine di maison vinicole e un giro d’affari annuale attorno ai 300 milioni di euro?
Lo sanno che l’Asti e il Moscato vendono ogni anno quasi 100 milioni di bottiglie nel mondo?
Lo sanno che i passiti italiani sono celebrati sulle tavole dei gourmet stranieri (francesi compresi) e che i vini da dessert italiani non sono secondi a nessuno.
No, evidentemente non lo sanno e lo dimostrano benissimo.
Del resto a Capodanno, davanti alle telecamere Rai, Fabrizio Del Noce aveva stappato una bottiglia di Champagne.
Insomma come direbbe Carlà Brunì in Sarkosy: «vive la France! Toujours!»
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
EVVIVA I GIORNALISTI CHE SUPPORTANO, DIFENDONO E PROMUOVONO IL MADE IN ITALY, COMPLIMENTI DAVVERO !!!
E DOBBIAMO PURE PAGARE IL CANONE PER SENTIRCI BISTRATTATI IN QUESTO MODO !!!
MA A QUESTE PERSONE NON GLI FA’ MAI NIENTE NESSUNO???
NOI PAGHIAMO PER TUTTO QUELLO CHE DOBBIAMO FARE (ANCHE VEDERE LA TV…)… NON PARLIAMO POI SE SBAGLIAMO… MONTAGNE DI MULTE PAUROSE!!!
AI GIORNALISTI CHE DIFFAMANO INVECE… NON BISOGNA FARE NIENTE!!!
MI PARE GIUSTISSIMO… EVVIVA LA GIUSTIZIA… SOPRATTUTTO QUELLA ITALIANA!!!
UN GRANDE “IN BOCCA AL LUPO” A TUTTI I PRODUTTORI SERI ED AFFERMATI ITALIANI… CHE CON SACRIFICIO E DEDIZIONE TENGONO ALTO L’ONORE DEL NOSTRO PAESE E DEI NOSTRI VINI IN ITALIA E SOPRATTUTTO IN OGNI ANGOLO DEL MONDO.
MASSIMO PASTURA