Simone Cerruti è un trentenne di belle speranze. Ce ne sono tanti in Italia e, spesso, non sono lasciati fare quello che vorrebbero o, semplicemente, sono accantonati da una società che deprimendo i giovani si preclude il proprio futuro. In Piemonte, in quello agricolo del Sud della Regione, quello che è diventato 50° sito italiano dell’Unesco per merito dei suo Paesaggi Vitivinicoli che sono stati indicati come Patrimonio dell’Umanità, le possibilità per i giovani ci sono ancora. Solo che bisogna cercarsele. E il giovane Cerruti le ha cercate e prese al volo, per lo meno ci sta provando caparbiamente.
Al timone dell’Agriturismo di famiglia, Ai Ciuvin, dal nome di una vigna, una delle primissime strutture del genere nate in Piemonte («i primi siamo stati noi e un agriturismo a Santo Stefano Belbo») negli Anni Ottanta, posto in splendida posizione su una del colline del moscato di Castiglione Tinella, che è Langa cuneese a un tiro di schioppo dall’Astigiano, Simone è uno che inventa, sperimenta, propone e raccoglie consensi.
Vignaiolo, innamorato del Moscato, ma anche curioso di esplorare altri campi, come quello dell’arte della pizza nata a Napoli e dintorni, ma da ormai adotta come piatto nazionale del Belpaese, ecco che il Cerruti propone serate con pizze impastate da lui, secondo i crismi dei migliori pizzaioli, e condite con ingredienti della tradizione piemontese. Nascono così la pizza al gorgonzola e nocciole della varietà Tonda Gentile delle Langhe; quella sorprendente con il merluzzo (pesce dei mari del Nord principe di molte ricette piemontesi e italiane) abbinato alle albicocche di frutteto; la pizza “rovesciata” di melanzane (che amano anche in Piemonte oltre che nel Sud Italia) con una cascata di stracciatella di mozzarella di un caseificio locale (davvero a chilometri zero) o quella sontuosa con patate e fiordilatte di Langa e la “tipica” pomodoro, acciughe (da queste parti gli acciugai hanno tradizioni secolari) la scorza di limone che ricorda la vicina Liguria e ancora il fiordilatte di Langa. Insomma come si dice in questi casi un trionfo di sapori, profumi, colori e gusti davvero inaspettati e gradevoli. Il resto sono vini del territorio, altra frase fatta, ma vera. Con raffica di sorprese finali che gemmano direttamente dal mare di vigne di Moscato che circonda la collina del Ai Ciuvin: un mojito e un gin tonic, entrambi a base Moscato d’Asti. Il primo è contaminazione già provata, e collaudata. Ma la sorpresa è il Moscato Tonic come lo chiama il Cerruti: bicchieri ampi, ghiaccio, un rametto di rosmarino dell’orto, un dito gin di marca, un paio di buon Moscato d’Asti docg, tonica quanto basta e, tocco finale, pepe rosa in grani. Il risultato è un cocktail freschissimo e speziato, aromatico ma non stucchevole, con una nota amara alcolica da tonica e gin che ti fa riappacificare con il mondo almeno per un po’, cos non facile di questi tempi.
Bravo Simone Cerruti che annuncia repliche e la ristrutturazione del suo Agriturismo, nonostante crisi e segnali foschi: «Ma qui bisogna volare se si vuole salvarsi e fare qualcosa di buono» dice guardando la bella piscina appena costruita e un giardino curatissimo da dove camperisti e ospiti possono godere una vista mozzafiato. Essì da qui bisogna volare per forza sennò si resta di restare a terra, in tutti i sensi.
Qui di seguito i video e le foto di Vittorio Ubertone.