Scrimaglio neopresidente dell’enoteca di Nizza: «Valorizzare queste terre portando qui il mondo»

inserito il 16 Marzo 2010

Piergiorgio Scrimaglio, 50 anni, produttore vinicolo e vulcanico ideatore di eventi e progetti legati al vino, è il nuovo presidente dell’enoteca regionale di Nizza Monferrato. È stato eletto, all’unanimità, dopo mesi di travaglio durante i quali le varie anime dell’enologia nicese si sono date battaglia senza esclusione di colpi.

Alla fine sembra avere prevalso la saggezza di restituire all’Enoteca (www.enotecanizza.it), la seconda aperta nell’Astigiano dopo quella di Canelli e quella di San Damiano d’Asti, una guida unitaria.

Domani sera,17 marzo 2010, ci sarà la presentazione ufficiale. Intanto però il neo presidente ha rilasciato a Sdp un’intervista per anticipare la propria filosofia di gestione.

Fino ad oggi non è che le Enoteche regionali, tutte, abbiano brillato per attività e bilanci proficui. Nelle migliori ipotesi si sono proposte come botteghe di vino, nelle peggiori come passerella di politici e eno-boiardi. L’enoteca di Nizza cosa vuole fare da grande?

«Esattamente in contrario – dice Scrimaglio -. Non sono in grado di anticipare iniziative e progetti che ho in mente. E non voglio essere solo a condurre l’Enoteca. Voglio una squadra di amici che lavori insieme, condividendo scelte e aspirazioni, fatica e volontariato, per favorire la città di Nizza Monferrato, il suo comprensorio, le sue colline i paesi vicini»

Sarà difficile. I piemontesi sono individualisti, i nicesi ancora di più…

«Mica vero. Io voglio proporre un modo diverso di fare enoteca regionale. L’opposto di “divit et impera”, cioè unisci e cresci, crea alleanze e sviluppati…»

Sembra un miraggio…

«Forse. Ma nella vita, specialmente se si è imprenditori come lo sono io e tanti soci dell’enoteca regionale, ecco bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, bisogna essere ottimisti. Certo restando con i piedi ben piantati per terra, ma credere nel futuro, nei sogni da realizzare…»

Cioè?

«Pensare globale e lavorare glocal…traduco»

Traduca.

«Guardi io immagino un’enoteca regionale che guardi lontano, oltre i confini comunali, provinciali o regionali. Bisogna fare come i cinesi o i giapponesi…»

Prego?

«Sì. Loro non hanno inventato la radio, ma l’hanno miniaturizzata. Ecco noi dobbiamo copiare bene dai più bravi. Penso alla Franciacorta, un’area vinicola che fino a cento anni fa non esisteva quasi e oggi invece è al top del marketing e dei mercati. Ecco, l’enoteca regionale di Nizza Monferrato sarà al centro di iniziative e eventi di livello mondiale con un valore aggiunto locale che è il suo comprensorio. Io sono stufo di sentire miei amici che visitano il Piemonte, l’Astigiano e mi dicono che non immaginavano quanto fosse bello. Ci saranno pure delle situazioni da recuperare, delle offese fatte al territorio, bisogna riparare, ma anche guardare avanti, vedere le cose buone e positive, gettare le basi per una valorizzazione globale del nostro territorio in chiave di valore aggiunto. Sono d’accordo in pieno con chi dice che fatto questo si potrà vende meglio il nostro vino. Cominciamo a presentare bene casa nostra».

A proposito, la Barbera è il vino principe di Nizza Monferrato e della sua Enoteca regionale. Ma ora è in crisi profonda. Ora si avvierà una campagna pubblicitaria. Basterà?

«Non ho ricette e non ho la bacchetta magica. La Barbera è in crisi perché il mondo, tutto il mondo, è in crisi. Quello che, secondo me, gioca a favore di questo straordinario vino è proprio il fatto di essere il migliore e più economico vino quotidiano d’Italia e ce l’abbiamo qui in Piemonte. La Barbera non è vino da eventi eccezionali, non è adatta a celebrazioni, ma è multiforme, può essere vivace e ferma, barricata e vinificata in acciaio. Una volta comprese e codificate queste caratteristiche la Barbera sarà nuovamente al centro di performance eclatanti».

E se lo dice Piergiorgio Scrimaglio, “inventore” di Barbere coraggiose, come quella no-cork, cioè senza tappo di sughero e con tappo corona, o no-wood, cioè vinificata in acciaio, allora c’è da crederci.

Filippo. Larganà (Filippo.largana@libero.it)

2 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. filippo 17 Marzo 2010 at 12:09 -

    Ok ragazzi, abbiamo capito tutti che ci sono cose che non vanno e che si son fatte della gran boiate. Però ora, ognuno, come si dice, secondo le proprie competenze mettiamoci di buzzo buono a rimettere in sesto la macchina e farla girare come Dio comanda. No so che gli amministratori abbiano problemi odotoiatrici. Non so se abbiano tutta questa attenzione al territorio. So per certo che hanno in grande attenzione il consenso popolare, sia che siano di destra che di sinistra. Per questo dico che tocca a noi, cittadini, modificare gli status quo. Difficile? Impossibile? Mica tanto… il modo per farsi sentire c’è. Basta uscire dal guscio e dal proprio orticello. Personalmente del neo presidente dell’enoteca di Nizza Monferrato apprezzo il binomio inconsueto tra sogno e concretezza. E ragazzi credetemi non c’è pragmatico migliore di uno che sappia sognare e lavorare per concretizzare i suoi sogni. Troppo patinato, troppo american dream? Forse, però provarci, cari signori e signore, non costa nulla. E allora proviamoci

  2. Giovanni Scaglione 17 Marzo 2010 at 10:05 -

    “Situazioni da recuperare, offese fatte al territorio, bisogna riparare” dice l’ amico Scrimaglio… purtroppo la lingua batte dove il dente duole! Chissà se anche i nosti ammininistratori hanno gli stessi problemi odontoiatrici…

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