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Scandalo Enoteca Piemonte. Millevigne: «Nessun colpevole. Prescrizione per gli ex amministratori»

Nessuno colpevole. Dopo anni di indagini, non ci sono responsabili per il dissesto che causò la chiusura dell’Enoteca del Piemonte, il consorzio che avrebbe dovuto coordinare le attività delle enoteche regionali. A lanciare l’allarme è stato Maurizio Gily, direttore del periodico Millevigne, che fa capo alla Unavini. Lo ha fatto via web, con la news letter del suo giornale, annunciando l’imminente prescrizione per i responsabili del dissesto dell’Enoteca del Piemonte.

Se fosse così (e sembra che davvero sarà così) sarebbe un epilogo amaro e ingiusto per una delle vicende che anni fa mise a rumore tutto il sistema delle enoteche pubbliche regionali che ancora oggi pagano lo scotto di una amministrazione che si dimostrò, secondo le indagini di magistratura e Guarda di Finanza, a dir poco allegra.

Il testo integrale dell’articolo si può leggere cliccando qui.

Gily, agronomo e anche direttore pro tempore dell’enoteca regionale del Monferrato, nel suo post ricorda, per sommi capi, una delle pagine più nebulose della gestione della rete enotecaria piemontese.

Fu, però, un’indagine della magistratura, partita dalla Procura di Asti, pare dopo le segnalazioni di alcuni soci dell’Enoteca del Piemonte, a far cadere il velo su azioni e gestioni amministrative che i giudici considerano poco chiare e irregolari.

Lo scandalo scoppiò con la solita deflagrazione mediatica. Furono coinvolti manager e politici. Dopo alcuni mesi, tuttavia, il silenzio calò sull’intera vicenda. Qualcosa riguarda all’Enoteca d’Italia venne ripresa nel 2004 dalla trasmissione Report di Rai Tre. Leggete qui. Poi più nulla.

Oggi Millevigne rilancia quella storia avvertendo che, a causa di ritardi nelle accertare responsabilità, non solo non si farà il processo penale, ma anche quello civile per il recupero di eventuali sperperi, non sarà possibile.

Insomma la solita beffa all’italiana.

Ed è per questo che la rete di Enoteche regionali del Piemonte non può permettersi altri errori, facendo di tutto per alzare la media dei servizi e non accontentandosi del “tanto io a casa mia lavoro bene e ho tanti visitatori”, ma pretendendo che tutte le enoteche regionali, compreso il stettore delle Botteghe e Cantine comunali che secondo la nostra recente inchiesta ha mostrato vistosi strappi e disservizi, sia pure con i problemi di bilancio che stanno attanagliando gli enti pubblici, siano aperte e operative e in grado di rispondere a qualsiasi esigenza dell’enoturista.

Sdp

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  1. Ho sempre temuto che finisse così, anche se in cuor mio avevo una piccola speranza che ci fosse un po’ di equità. A quanto pare nulla di tutto questo. Le dieci Enoteche Regionali che oggi si vedono tagliati i fondi di gestione dalla logica tremontiana del “taglio orizzontale”, allora dovettero tirare fuori di tasca propria 70.000 euro a testa per pagare le malefatte di pochi che ora si troveranno impuniti.
    Evviva, madama la marchesa. Se questo è il buon governo e il nuovo che avanza, allora preferisco il vecchio.
    Non torno sulle questioni dei tagli di oggi. Se l’Assessore vuole rivedere le cose, ben venga, ma almeno si degni di partecipare alle riunioni della Consulta delle Enoteche Regionali che ha convocato.

  2. Avrei scommesso che finiva così questa storiaccia….il problema è che nessuno accettava anche solo un caffè in palio, sicuro pure lui di una “conclusione” del genere….
    Probabilmente l’unica soluzione sarebbe quella che la Regione riprendesse in mano decisamente le redini di questa “rete” che si è rivelata un colabrodo, ma di questi tempi e con i tagli ai bilanci in materie ben più pressanti per la gente, mi sa che non succederà nulla. Condivido il fatto che se qualche Enoteca Regionale e qualche Bottega funziona bene per merito di qualche personaggio che ha delle competenze specifiche e non s’intende solo di tessere di partito, non per questo non sia necessario ripensare all’intero sistema, se necessario tagliando certe strutture che non servono a nulla dal punto di vista della promozione vinicola e turistica, le facciano funzionare se vogliono i privati con ristoranti e locali di arte varia…..nessuno si metterà a piangere….rimangono solo quelle davvero utili dove i soldi pubblici, pochi o tanti che siano, possano servire veramente a qualcosa…

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