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San Martino & C. Ultimo scorcio di autunno (o quasi) tra tartufo, bagna cauda e vino, aspettando panettone e pandoro. Intanto a Torino il tennis che conta brinda con…

In questi giorni in tanti, smartphone in mano, fotografano il “foliage”, cioè il cambiamento autunnale delle foglie che in Piemonte, segnatamente nella zone coltivate a vite, offre spettacoli molto belli.
Una pacchia per instagramer e navigatori di social.

Oggi, poi, è San Martino, con le temperature che come è tradizione si alzano un po’ dando l’illusione di una estate tardiva. È, appunto, solo un’illusione. Tra poco arriverà l’inverno. Però ci si può consolare con vino e cibo.

Da Asti si lancia l’edizione 2021 del Bagna Cauda Day (programma qui) che ironizza sui termini della pandemia (quarta dose e green pass compresi) e promette un ristoro “aglioso” in più di 100 ristoranti che avranno in menà la famosa salsa piemontese con seguito di vini adeguati.

Intanto in giro per il Piemonte ancora si sente l’afrore del tartufo bianco, il fungo ipogeo che anche quest’anno costicchia.
Lo si può trovare ad Alba e anche in altri centri, come Canelli (Asti), preceduta dalla fiera di San Martino, o a Rivalba (Torino) o nell’Alessandrino a San Sebastiano Curone e ad Acqui Terme dove è sorta anche un’associazione del Tartufo del Monferrato.


Infine il Piemonte autunnale, tra tanti eventi di segno enogastronomico, sarà anche sede dei Nitto ATP Finals di tennis, una sorta di Coppa dei Campioni della racchetta che, a Torino, dal 14 al 21 novembre, vedrà confrontarsi, in singoli e doppi, i migliori 8 tennisti del mondo.
La cosa interessante è che le bollicine vinose ufficiali di una manifestazione sportiva che promette di essere seguita da milioni di appassionati, tanti media italiani e internazionali, saranno, grazie all’accordo tra organizzatori e Consorzio di tutela, quelle dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti docg. Dunque un brindisi tutto piemontese per i campioni del tennis che conta all’ombre della Mole. E speriamo che per il mondo del moscato bianco, quello con cui si fa l’Asti e il Moscato d’Asti, come sembra e come si dice in gergo tennistico, sia davvero “game, set e match” in termini di immagine, percezione, marketing e, soprattutto, vendite e reddito agricolo.

fi.l.

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