Dark Mode Light Mode

Saldi di Francia. Champagne a 9,99 euro, Bordeaux a 3,25. Nessuno si scandalizza. In Italia invece…

Una bottiglia di Champagne a meno di 10 euro. Sogno? No, una realtà che si materializza su un sito che raccoglie le migliori proposte commerciali degli hard discount d’Oltralpe. Senza che nessuno si scandalizzi. Le bollicine in questione sono quelle della maison Ph. De Villeran. Magari non proprio un brand di prima grandezza, neppure uno di quelli che riempiono gli scaffali dei market con prezzi più di livello. Ma che comunque offre uno Champagne a denominazione con un prezzo più che abbordabile.

Il sito è: www.les-bonnes-promos.com, che raggruppa le offerte di catene di outlet alimentari di tutta Francia. Un po’ come fosse il Lidl in Italia, ma on-line. Lo Champagne in questione, quello venduto a un centesimo in meno di 10 euro, è offerto, per cinque giorni a quel prezzo, da Franprix, un hard-discount che propone prodotti a costi stracciati.

Poi, sempre sullo stesso sito, oltre allo Champagna Ph De Villeran, c’è un Bordeuax Rouge 2008 a 3,35, sempre per cinque giorni, sempre offerto da Franprix, insieme ad altri vini e altri champagne, a prezzi più “normali”, cioè compresi tra i 10 e i 25 euro.

Noi abbiamo fatto una rapida ricerca su Internet e non c’è traccia delle proteste dei vignerons della zona della Champagne. Neppure un appunto piccolo piccolo. Per la stessa roba, invece, in Italia, sono scoppiate polemiche furibonde con interventi sui giornali, per fortuna a livello locale.

È accaduto per la svendita a meno di 2 euro, durata un solo giorno in un hard discount in Piemonte, di un’Asti docg sottomarca di un’industria spumantiera. Il prezzo stracciato è stata tenuto solo un giorno (non cinque), in occasione della Festa del Papà, il giorno dopo il prezzo era già a 2,99. Lo possiamo testimoniare perché lo abbiamo acquistato e abbiamo lo scontrino.

Senza contare le furiose discussioni che sono deflagrate su blog e siti internet per i saldi di fine stagione che, alcuni mesi fa, hanno coinvolto certi marchi di Prosecco o Brunello.

Le vicende, quella dell’Asti (ma anche di Prosecco e Brunello) e dello Champagne, a nostro avviso, sono equivalenti e non solo perché trattasi di bollicine. Lo Champagne è offerto in saldo più o meno alla metà del costo standard; idem per l’Asti.

Eppure, nonostante queste similitudini, le reazioni delle rispettive filiere agro-industriali sono state diametralmente opposte. Silenzio da una parte, fracasso dall’altra.

Lo facciamo notare senza fare commenti, rilevando come i francesi, ancora una volta, facciano squadra, mentre gli italiani, nella fattispecie i piemontesi, cadano sempre nella tentazione di praticare l’antica arte della rissa e dello sputtanamento del nemico di turno.

E pazienza se si tratta del compagno di squadra e non dell’avversario.

Sdp

View Comments (4) View Comments (4)
  1. ..ho citato una personale esperienza del 2009.
    Quando grossi nomi decidono di svendere per esitare eccedenze lo fanno nel periodo ritenuto più idoneo. Nessuno si diverte a svendere.
    Tutto il resto, tutto quello che succede intorno, porta soltanto a dovere accettare quanto, da osservatore attento, vado affermando da tempo…
    Auguri!

  2. La differenza sta nel fatto che lo Champagne si svende una volta all’anno, in Italia certi Asti Spumante vengono venduti a basso prezzo tutto l’anno….Stai pure tranquillo che con il Moscato dell’Oltrepò Pavese a 220 q.li per ettaro (ultime notizie) pagato a 9 euro al miriagrammo, anche quest’anno ne vedremo delle belle….stanno già andando a ruba i superi….
    Buon Moscato d’Asti
    giovanni bosco
    presidente CTM

  3. non è la prima volta che capita di trovare lo Champagne sotto i 10 €. Già a Natale 2009 alla Esselunga (e non on-line) c’erano ben 2 etichette sugli scaffali. Queste etichette erano perfettamente sconosciute in Italia ma su una di esse la zona di provenienza (Epernay) diceva chiaramente trattarsi di una grande azienda col problema di esitare grandi eccedenze.
    In campo vinicolo si fa fatica ad accettare l’idea di una superproduzione che, a livello mondiale, continua ad aumentare: si preferisce cullarsi nell’illusione che il Medio Oriente piuttosto che la Russia o altri possano diventare grandi consumatori di vino (italiano e non), certo, se i cinesi consumassero qualche litro a testa, beh allora….e se gli stessi cinesi cominciassero ad usare la carta igienica, allora, addio alla foresta amazzonica!
    Intanto qui da noi si parla sempre più insistentemente di un grande prossimo botto e questo è davvero preoccupante.

  4. Mai osannato ne fatto le pulci più di tanto ai loro difetti, però in questo caso pure i francesi devono stare attenti a non sputtanare la loro grandeur vinicola. Con i prezzi al ribasso occorre stare molto all’erta, perchè se si vende sotto i costi di produzione il rischio che nelle bottiglie si trovi della m….. aumenta paurosamente. E’ vero che in Italia (non solo in Piemonte) si grida subito al lupo quando si edono certe “offerte” ma è anche vero che non è un bel segnale che dei docg vengano venduti al prezzo di una bibita e anche meno…..non è una soluzione ai problemi di mercato ma danneggia tutti i produttori. Ero tra quelli che sostenevano che quando Berta filava i prezzi di certi vini erano saliti oltre misura e non ho cambiato idea, fosse trovare la giusta misura tra prezzo e qualità? qualcuno ci riesce e non è un fenomeno ma sa fare il suo lavoro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Post

Vino a maggio. Il post-Vinitaly in Piemonte è un fiorire di eno-fiere. Non tutte, per la verità, il massimo

Next Post

Consorzio dell'Asti. Presentati i dati 2010. Ricagno: «Uniti verso i 100 milioni di bottiglie». Bosticco neo direttore

Pubblicità