Sdp ha ricevuto e volentieri pubblica questa nota in margine alla nostra inchiesta sull’accoglienza turistica in Liguria, che poi sarebbe il mare dei piemontesi.
Le considerazioni qui di seguito sono civili e sensate, non lesive dell’immagine o del lavoro di nessuno. Sono, invece, utili per avviare, se si vorrà, un miglioramento del servizio. Per questo (e non per altro) abbiamo concesso l’anonimato agli estensori della nota che hanno chiesto non fosse rivelata la loro identità di cui, comunque, Sdp è a conoscenza.
Ecco la lettera.
«Caro Sdp,
Siamo un gruppo di coppie di Torino e dintorni con bimbi dai pochi mesi ai cinque anni. Per tutti noi, la Liguria rappresenta la naturale estensione della nostra città verso il mare e temperature più miti in inverno e più godibili in estate. Nessuno di noi, però, ha casa in Liguria, così – ogni anno – si è alla ricerca di una sistemazione alberghiera che assicuri “pace e tranquillità” a noi e soprattutto ai bambini. E qui vengono i problemi: dire che sulla Riviera di Ponente come su quella di Levante i bimbi siano sempre graditi è un eufemismo. Per carità, mai nessun esplicito rifiuto, ma neanche quelle piccole gentilezze o accortezze che renderebbero migliore il soggiorno a una mamma o a un papà. Questo almeno nelle strutture “generiche”, forse ormai un po’ troppo proiettate verso un turismo dai capelli grigi. Esistono poi, ad onor del vero, alberghi o recidence esplicitamente rivolti a chi ha figli, soprattutto picccoli. Qui tutto cambia e, finalmente, avere pochi mesi o pochi anni non è un problema. Di sicuro, questa segmentazione dell’offerta è efficace, ma lascia un’impressione di apartheid: qui, gli anziani; lì, le coppie senza figli; là, quelle coi pargoli… Possibile che in Liguria siano così poche le strutture in cui si possa stare tutti insieme?»
E chissà che accade in Piemonte, magari sulle montagne olimpiche.