Ricerca. Ecco “wildwine”, il primo lievito autoctono delle terre Unesco per una Barbera d’Asti piemontese al 100%. Fino nel DNA

inserito il 29 Marzo 2016

Domani (30 marzo) alle 17,30 al Polo Universitario Asti Studi Superiori, si svolgerà l’incontro conclusivo del progetto WildWine. Sarà scelto il lievito autoctono di uve barbera destinato alla commercializzazione, per giungere a una Barbera d’Asti docg ancor più legata al proprio terroir, patrimonio universale dall’Unesco. Partito nel 2012 grazie ai finanziamenti comunitari e capace di coinvolgere prestigiosi soggetti europei tra cui il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, il progetto WildWine è nato con lo scopo di produrre vini maggiormente caratterizzati territorialmente per il tramite di lieviti autoctoni. Per giungere a questo risultato il gruppo di ricercatori del DISAFA, Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha prima individuato dei ceppi dal potenziale enologico, e poi li ha sottoposti a una serie di ulteriori verifiche volte a valutare l’adeguatezza delle loro caratteristiche enologiche. È così che dopo quattro anni di lavoro si è giunti a confrontare, per il tramite di un’approfondita analisi sensoriale, i vini ottenuti dai due lieviti utilizzati in vinificazione, per stabilire quale sarà commercializzato da L’Enotecnica di Nizza Monferrato, anch’essa partner del progetto. «Sono lieto di assistere alla conclusione di un progetto così importante per il nostro vino– ha detto il presidente del Consorzio della Barbera d’Asti, Filippo Mobrici -. La convinzione è che questo lievito autoctono, il primo a livello mondiale figlio di una zona vitivinicola patrimonio Unesco, sarà un ulteriore stimolo verso la caratterizzazione territoriale della Barbera, che, è bene ricordarlo, nasce sulle nostre colline prima di diventare testimone del Piemonte nel mondo intero».

 

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. maurizio gily 29 Marzo 2016 at 22:35 -

    Progetto valido, enfasi un filo eccessiva per una tecnica ormai abbastanza routinaria. Il primo lievito selezionato in un territorio UNESCO comunque direi che è il BRL97 nella zona del Barolo, 19 anni fa. Non vedo poi il motivo di commercializzarne uno solo, avendone selezionati di più, ma me lo farò spiegare

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