Reportage da Bordeaux. Due espositori raccontano a SdP le loro impressioni sul Vinexpo 2013 e si scopre che…

inserito il 21 Giugno 2013

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Oggi è il solstizio d’estate. Il Vinexpo di Bordeaux è finito da 24 ore. Gli espositori stanno smontando stand e impacchettando bottiglie. Noi di SdP a questo giro siamo rimasti a casa. Ma abbiamo chiesto a due espositori di fare i reporter per noi e comunicarci le loro impressioni sulla fiera che è considerata uno degli appuntamenti più importanti dl mondo in tema di vino. Ecco, senza filtri, tra ombre e luci, le testimonianze di chi al Vinexpo 2013 di Bordeaux c’era e l’ha vissuto dal di dentro.

La prima testimonianza è di Franco Cavallero della cantina Sant’Agata di Scurzolengo nel Nord Astigiano.

«Bordeaux 2013 è stata caratterizzata dalla massiccia presenza di aziende italiane. Siamo stati secondi solo ai francesi, raggruppati tutti nella parte centrale del padiglione principale.

I fondi OCM hanno incentivato i produttori a partecipare a fiere internazionali, permettendo a tutti di essere presenti e presentare i propri prodotti. Tuttavia la sola presenza non è bastata ad attrarre visitatori negli stand. Infatti la mancanza di “sistema” unico ha ancora una volta favorito l’individualità italiana. Sono mancati eventi comuni, iniziative volte agli incontri tra operatori e manifestazioni dedicate ai vini italiani.

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Contatti occasionali? Un miraggio

Parlando con i produttori è emerso che le fiere sono diventate un punto di contatto visivo a chiusura del lavoro di preparazione e promozione precedente. A Vinexpo 2013 il contatto occasionale è stato un miraggio. I visitatori sfrecciavano davanti agli stand guardando il loro piano di appuntamenti pensando a quanto sono in ritardo. Non c’è stato il tempo e la pazienza di osservare quello che le aziende avevano da offrire.

I Consorzi al Vinexpo

Il Piemonte è stato ben rappresentato da Land of Perfection e Made in Piedmont. I primi organizzati dal centro estero sotto l’egida dell’ICE, sono stati raggruppati in due blocchi, con banchi espositivi di piccole dimensioni, tavoli centrali per le trattative e le degustazioni approfondite, buona ed omogenea rappresentanza. I secondi si sono organizzati in uno spazio espositivo più elegante con una struttura architettonica attraente, ma che ha spersonalizzato molto le aziende, con poco spazio a disposizione e visibilità garantita solo da un lato.

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La gente

Il pubblico di Vinexpo 2013 è stato eterogeneo, ma con una forte partecipazione asiatica. Molti i cinesi, spinti dalla grande forza attrattiva ed economica dei vini francesi, vagavano alla ricerca delle bottiglie con packaging più aggressivo e barocco, senza considerare il vino, ma la forza attrattiva della bottiglia. Forte la presenza di canadesi, finlandesi e svedesi, a dimostrazione che i paesi dove vige il sistema monopolistico hanno ancora margini di crescita, specialmente nelle importazioni private (formula di vendita parallela al monopolio, che garantisce l’esclusività dei prodotti importati solo per il settore HORECA)

Organizzazione ok

L’organizzazione della fiera è stata sempre efficiente, i servizi sono stati buoni e la viabilità scorrevole. I ristoranti all’esterno sono stati sempre pieni e i prezzi moderati rispetto agli anni passati. L’aria condizionata all’interno dei padiglioni ha funzionato, solo nel primo giorno si è sentito caldo all’interno del padiglione principale, ma penso sia stato un problema tecnico subito risolto.

I parcheggi per i visitatori sono stati interamente coperti da un impianto fotovoltaico dalle dimensioni gigantesche, il primo giorno quando siamo passati stava producendo circa 4 megawatt….

Le assenze

A Bordeaux erano assenti aziende importanti come Roderer o Moet, evidentemente hanno fatto altre scelte di cui non sono a conoscenza.

Piemontesi ermetici

Ho chiesto ad alcuni produttori le loro impressioni, ma come si può immaginare i commenti ad un collega produttore sono sempre contraddistinti da un forte ermetismo tipicamente piemontese. Facendo parte del gruppo Made in Piedmont, posso dire che il nostro gruppo non ha avuto molti contatti nuovi. Ha regnato sovrana la delusione di una fiera molto impegnativa, economicamente e fisicamente. Rimangono il ricordo di una città di Bordeaux che ha sempre molto da offrire e ben si presta ad organizzare una delle fiere più internazionale del mondo.

Manca l’entusiasmo

Vengo a Bordeaux dal 1991 ed ho saltato solo una edizione, ho visto i vari cambiamenti e sviluppi di questa fiera. A ogni edizione si hanno le conferme delle tendenze internazionali e quest’anno c’è la conferma di questo grande momento di incertezza. Manca l’entusiasmo da parte dei produttori, sopraffatto dal grande bisogno di vendere. Manca la curiosità da parte degli importatori, nessuno vuole fare sviluppo, tutti vogliono sconti e sforzi per incrementare le vendite o proteggere i fatturati.

Il profumo della speculazione

Rimane nell’aria l’odore della speculazione. Il vino, in particolare per i nuovi mercati emergenti, viene visto non per la sua cultura e il suo naturale collocamento, ma come un bene speculativo in tutte le sue forme, sia nella fascia bassa che nella fascia alta. A questo proposito sono circolate voci, ma si tratta appunto solo di voci, di un’annata 2012 dei grandi Bordeaux venduti solo in parte e con quotazioni decisamente al ribasso».

Franco Cavallero

 

L’altro “wine-reporter” è Roberto Robba, manager “esteri” di lungo corso per un’azienda del Cuneese. Uno che di mercati stranieri se ne intende. Ecco le sue impressioni per SdP.

La crisi c’è e lotta contro di noi

«Innanzi tutto alcune considerazioni generali, la crisi c’è e si sente pesantemente anche nel mondo del vino. Pressione sui prezzi molto forte e quindi forte priorità sul fattore prezzo, perlomeno se parliamo di volumi. Se poi vogliamo fare i poeti è un’altra cosa ma non si vendono milioni di ettolitri di produzione facendo i poeti.

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L’appeal di Château e Champagne resta ma…

Vinexpo, sicuramente continua a beneficiare di questo appeal dovuto ai grandi Château ed ai prestigiosi Champagne ma la vedo una fiera in declino rispetto ai fasti del passato. Oggi il punto di riferimento come fiera vinicola internazionale è la Prowein e non più Vinexpo. È e resterà una fiera importante ma, come il Vinitaly, fortemente focalizzata sulla produzione locale.

La delusione! Più fiere che espositori

Credo che la grande delusione degli operatori siano stati soprattutto gli asiatici, ci si aspettava l’assalto dei cinesi con le valigette dei soldi ma… i sogni svaniscono all’alba. E poi perché dovrebbero venire a Bordeaux quando esiste il Vinexpo Asia, senza dimenticare che c’è già stato il Sial Shanghai, presto ci sarà la Prowein Shanghai, Wine & Spirits and Hong Kong… ma dai, più fiere che importatori!

Manca entusiasmo

Altri operatori parlano di un salone senza lode e senza infamia, ma non è il momento in cui c’è entusiasmo nel trade per nuovi progetti

Aspetti positivi e altro…

Un parcheggio spettacolare, gratuito, completamente asfaltato e che quest’anno si è presentato rinnovato con coperture per le auto super moderne e naturalmente con pannelli fotovoltaici. Collegamenti gratuiti con le navette da tutti gli hotel e le zone della città. Una città molto cambiata e rinnovata negli ultimi anni, pare che il sindaco Juppé stia facendo davvero molto bene, il lungo fiume ed il centro ora sono davvero meravigliosi.

Aspetti negativi e altro…

In certi orari viabilità “veronese”, all’interno wifi praticamente inutilizzabile e telefonia così così. Cessi da terzo mondo (nella Hall 1) con aromatizzazione “eau de cess” per tutti gli stand ubicati intorno ai servizi.

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Last but not least… l’eau del cess

L’azienda per cui lavoro aveva lo stand contro la parete del padiglione e quindi avevamo il canale di climatizzazione sopra la testa. Ma in proprio in corrispondenza del nostro ufficio c’era, probabilmente, una ventola difettosa che emetteva un rumore così forte che rendeva impossibile l’uso dell’ufficio stesso. Non ti capivi a parlare e comunque dopo 10 minuti eri fuori di testa. Primo approccio con i servizi tecnici sabato durante l’allestimento: “è un servizio dato in appalto esterno, non possiamo farci niente”. Successivi giorni, per tre volte all’ufficio centrale del Vinexpo, ragazze gentilissime… “ma certo facciamo intervenire subito..”. Aspetto ancora qualcuno, non abbiamo potuto usare l’ufficio. Una vergogna!»

Roberto Robba

 

 

 

 

 

 

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