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Replica. Mario Sacco (CamcomAsti) difende la Douja d’Or. «Concorso enologico più importante e noto d’Italia»

L'Enofila di Asti, sede della Douja d'Or 2011 e dell'Enoteca dei vini italiani (foto CamCom)

Il presidente della Camera di Commercio di Asti, Mario Sacco, ha risposto – e per questo lo ringraziamo – alle critiche sulla Douja d’Or esposte da Sdp, da industriali del vino e vignaioli. Qui il suo intervento integrale.«La Douja d’Or ha 45 anni di storia, è il più importante concorso nazionale per vini Doc e Docg: è riconosciuto dal ministero delle Politiche Agricole e ha ricevuto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica. All’edizione di quest’anno hanno partecipato 1021 campioni proposti da 389 aziende e cantine di tutte le regioni italiane. Il Piemonte ha fatto, come sempre,  la parte del leone presentando ben 488 campioni: una testimonianza di vivo e concreto interesse per il concorso, mi pare.

I numeri di partenza sono alti ma i vini che arrivano sul podio sono meno della metà, a riprova della serietà e dell’imparzialità dei giudici del concorso, capitanato dall’Onav e dal suo presidente nazionale il professor Giorgio Calabrese. Gli Oscar quest’anno erano 39: non mi sembra un numero esagerato se consideriamo che riguardano il top della produzione vinicola nazionale.

Il Piemonte è ben rappresentato: 223 vini premiati su 501, 14 Oscar su 39. I vini ambasciatori del territorio: l’Asti Spumante, il Moscato e la Barbera hanno spazi dedicati che, attraverso i Consorzi di tutela, coinvolgono l’intero mondo dei produttori. Giovani emergenti e realtà blasonate, nessuno escluso, a patto che si voglia partecipare.

La sfilata dei politici? Abbiamo invitato all’inaugurazione i vertici delle istituzioni locali, regionali e nazionali, ovvero i rappresentanti dei cittadini, delle imprese e degli enti che sostengono la manifestazione insieme alla Camera di Commercio e alla sua Azienda speciale. Da più parti si invoca la sinergia tra gli enti, noi la mettiamo in pratica, da anni.

Il vino e le eccellenze agroalimentari caratterizzano il Dna di Asti e della sua provincia e rappresentano una leva fondamentale per il suo sviluppo turistico ed economico: valorizzarle è una delle principali missioni dell’Azienda speciale della Camera di Commercio; la Douja d’Or e la futura Enoteca dei vini Italiani sono gli strumenti per concretizzare questo obiettivo. Il budget complessivo della Douja d’Or è di circa 600mila euro. Le risorse investite dall’Azienda speciale ammontano a circa 350mila euro, non sono sottratte al settore vitivinicolo, sono un investimento “volontario” dell’Azienda, esplicitamente riservato alla promozione del territorio. La parte restante della spesa è coperta dai contributi di altri enti, tra i quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la banca CrAsti, il ministero delle Politiche Agricole, Unioncamere e la Regione Piemonte.

La Douja d’Or esce dai confini della provincia. Dal 1° gennaio ad oggi la manifestazione è stata citata in 670 articoli pubblicati in Piemonte e in tutta Italia – 16 in Valle d’Aosta, 14 in Liguria, 13 in Campania, 10 in Toscana, 8 in Lombardia e nel Lazio, 7 in Puglia e Sicilia, 6 nel Veneto, e così via – da quotidiani e riviste nazionali, regionali, locali.

Hanno scritto della Douja d’Or , tra le altre, 76 testate on line per un totale di 233 articoli.

Rispetto allo stesso periodo del 2010 abbiamo registrato un incremento di recensioni del 70 per cento: non parliamo di inserzioni pubblicitarie ma di articoli sulla manifestazione e sui vini premiati veicolati dal nostro ufficio stampa, anche attraverso la rete nazionale delle Camere di Commercio.

Lo spot andato in onda sulle reti nazionali Rai e Mediaset è stato visto almeno una volta da oltre 23  milioni di telespettatori (dati Auditel).

Nel 2010 è stato lanciato per la prima volta il progetto di live coverage dell’evento, che è proseguito quest’anno con una maggiore attenzione sul canale Facebook; contemporaneamente è stato aggiornato “in casa” il sito web. I risultati di queste prime sperimentazioni non sono da buttare via: parliamo di 170mila visualizzazioni dei post di Facebook durante la manifestazione e di 127mila visualizzazioni di pagina sul sito della Douja che ha registrato 18 mila utenti unici: la maggioranza è “fuori porta” e un migliaio sono all’estero (Germania, Svizzera, Usa, Uk, Francia).

I video inseriti sul canale YouTube hanno registrato in totale 3800 visualizzazioni.

All’immagine della Douja d’Or e alla sua comunicazione sui nuovi canali dedicheremo le nostre prossime energie, anche attraverso un concorso di idee.

Nei dieci giorni della manifestazione sono stati riempiti complessivamente oltre 50mila calici di vino, lo considero un successo vista l’incognita della nuova sede. La Douja d’Or non è di certo una rassegna per pochi “intimi”, è un evento popolare che anche quest’anno ha attirato ad Asti migliaia di turisti, in particolare dall’area NordOvest (Torino, Milano e Genova, in testa).

La nuova location a Palazzo dell’Enofila – sito recuperato in collaborazione con il Comune e la Provincia di Asti – grazie a spazi più ampi, ha consentito un maggiore afflusso di pubblico ed una maggiore godibilità degli eventi collegati. Emblematica la presenza di famiglie con bambini fino a tarda sera nello spazio giochi allestito per la prima volta. La presenza dei giovani è cresciuta in questi anni ed è difficilmente contenibile: lo spazio allestito dai farmacisti e dalla Polizia stradale con la distribuzione gratuita di etilometri rafforza il messaggio sul “bere bene e bere corretto” che abbiamo lanciato quest’anno anche attraverso una giovane testimonial di grande valore e impatto: la “nostra” campionessa europea di nuoto e medaglia di bronzo mondiale, Alice Franco.

La Douja d’Or è una vetrina nazionale per valorizzare il vino di qualità e con esso la cultura del vino a 360 gradi. Lavoreremo per potenziare questo messaggio antitetico alla cultura dello “sballo” malamente diffusa tra i giovani.

Siamo già al lavoro per migliorare la struttura dell’Enofila che così abbiamo “ereditato”: insonorizzeremo i locali e cercheremo di renderli più accoglienti con l’allestimento, interno ed esterno.

A giorni assegneremo la progettazione dell’Enoteca dei vini italiani da realizzare nel cantinone, ovvero nella parte più storica dell’edificio fondato nel 1871.

Nel frattempo abbiamo previsto l’apertura nei week end della cantina self service allestita in occasione della Douja d’Or. E’ un modo per non spegnere i riflettori sulla manifestazione, per consentire ai turisti che visitano la città nella stagione del tartufo di poter acquistare i vini premiati, a partire dalle eccellenze astigiane. Non ultimo, è un servizio in più ai visitatori, astigiani e non, che frequentano l’Enofila in occasione di eventi e fiere commerciali programmati in questo scorcio  d’autunno.

Siamo aperti a tutti i contributi di idee per migliorare la manifestazione e per organizzare nel modo più funzionale ed efficace il Palazzo dei vini.

Ben vengano suggerimenti e collaborazioni, specie se offerti da quanti abbiano dimostrato nei fatti di saper e voler “organizzare” nell’interesse comune del territorio e delle sue imprese.»

Mario Sacco

presidente della Camera di Commercio di Asti

e della sua Azienda Speciale

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  1. Forse una festa sul vino che rivesta un carattere “nazional popolare” ad Asti ci può ancora stare, anche questa è una dimensione del vino che ha una dignità e una funzione. Il concorso invece lo trovo davvero un’anticaglia, come il suo parente di Alessandria, il Marengo (che però almeno è riservato ai vini locali. E’ difficile spiegare alle aziende astigiane perchè la CCIAA promuova un vino di altre zone con i loro soldi). Quanto all’idea dell’Enoteca devo purtroppo convenire con Michele Chiarlo. Abbiamo già 11 enoteche pubbliche regionali (se ben ricordo) in Piemonte, tutte alle prese con drammatici tagli di risorse e problemi di varia natura che ben conosco essendo stato direttore di una di esse. Siamo sicuri che ne serva un’altra, essendocene oltre tutto già due (Nizza e Canelli) nel raggio di pochi chilometri? Io penso di no.

  2. Morino che fai mi dai del Lei? Comunque hai le tue idee e non ho niente da obbiettare, attenzione però a giudicare i concorrenti dei concorsi bollandoli come “vini mediocri di cantine commerciali di altre regioni” , solo perchè a te non piace farli, quantomeno è poco elegante…..

  3. Ma poi mi dite a cosa serve un concorso enologico fatto così nel 2011?
    Porta visibilità ed apre mercati e nuovi canali distributivi?
    Che senso ha buttare via 600 mila euro per dare premi a vini mediocri di cantine commerciali di altre regioni?
    Persino Torgiano ha chiuso e noi?

  4. Sig. Salvi non sono d’accordo con la sua riflessione.
    Noi produttori non abbiamo MAI spinto alla ristrutturazione dell’Enofila e nemmeno MAI spinto alla realizzazione di una enoteca.
    Tra l’altro sull’enoteca e la sua apertura è emerso essere stata una decisione solo del presidente Sacco tanto che, in giunta della Cciaa non se ne è nemmeno parlato.

  5. Una risposta quella del presidente Sacco che mi lascia letteralmente allibito.
    Che la Douja abbia 45 anni non ci sono dubbi, ma bisogna ancora pensarla e realizzarla così com’era quando è nata? Mi sembra che siamo nel 2011.
    Una serie di numeri e dati sui partecipanti ed i premi che conosciamo bene, ma che fanno rabbrividire. Come se ad una maratona di 1000 corridori ne arrivassero ben 500 su podio!!!!
    Anche snocciolare con apparente non chalance la spesa complessiva, come 600 mila euro fossero spiccioli. Ma con 600 mila euro abbiamo fatto solo quello che lei, Sig Presidente, mi scrive?
    La sinergia degli enti la auspichiamo anche noi produttori ma non certo per spendere certe cifre in cambio di risultati ininfluenti sulla promozione dei nostri vini e del nostro territorio.
    Stendiamo un velo pietoso sulla nuova location. Con tutte le dimore storiche e la bellezza delle nostre colline, andiamo a fare un’enoteca e una manifestazione li dentro? E che dire dell’indignazione dei ristoratori che hanno partecipato alla Douja, costretti a presentare la loro arte in un capannone spoglio su uno squallido battuto di cemento?
    Ma queste sono solo delle note a lato del problema principale: serve un concorso di idee per sapere quali siano i nuovi canali comunicativi?
    Presidente siamo alle porte del 2012, e il mondo ha tutt’altra velocità, e noi astigiani bradipi a pensare ad un concorso ormai antistorico.
    A noi produttori non interessa di chi sia il patrocinio né i politici che hanno collaborato al progetto (perchè farebbero una magra figura). A noi produttori interessano i risultati. Risultati che, senza strategia e senza focus precisi, non arriveranno mai.
    Mi faccia capire Sig. Presidente per lei 3800 visualizzazioni su youtube degli innumerevoli video è un dato a cui dare risalto?
    Per quanto riguarda invece l’apertura dell’enoteca permanente della Douja mi associo all’esclamazione fatta da Michele Chiarlo, il sabato del convegno MonferratoExpo 2015: sarà un fallimento.
    Noi produttori auspichiamo davvero ci possa essere un netto cambio di rotta anche per non sentire scomode risposte come è successo a qualcuno di noi negli uffici della CCIAA con impiegati che quando abbiamo chiesto risorse per aderire a manifestazioni nazionali ed estere ci hanno chiarito: “eh no sa, tutti i fondi sono destinati alla Douja….”
    Gianluca Morino
    Cascina Garitina

  6. “Siamo aperti a tutti i contributi di idee per migliorare la manifestazione e per organizzare nel modo più funzionale ed efficace il Palazzo dei vini…..”

    Senza entrare troppo nel merito e ripetere quel che avevo già detto, mi pare che questa frase del presidente Sacco sia significativa, I produttori vinicoli sono ampliamente rappresentati sia in Camera di Commercio, organizzazioni agricole, consorzi e pure Unione Industriale oltre alle critiche portino dunque proposte concrete e c’è da scommettere che tutto andrà meglio. D’altronde, oggettivamente, si vorrebbe lasciare come cattedrale nel deserto un complesso la cui ristrutturazione è costata molti milioni di euro? Chiudi ricordando che per creare coinoscenza ed abituridini di visita non è che si debba aprire una volta ogni tanto qualsivoglia struttura, dall’enoteca piccola e grande al negozio. Il pubblico , a partire dai turisti, arriva se sa di trovare aperto con continuità! Ms a differenza di tanti altri luoghi nell’Astigiano fatichiamo a capirlo….

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