Giovanna Quaglia, astigiana e assessore regionale alle Finanze, in un’intervista a Sdp conferma la linea di rigore adottata dalla Regione Piemonte in materia di utilizzo dei fondi pubblici. Assessore, vuol dire che anche per l’Agricoltura si profila un regime di “vacche magre”?
«Prima di esprimere giudizi aspetterei che il Bilancio regionale sia approvato. Avverrà entro dicembre. E devo far osservare che più dell’80% del bilancio regionale è costituito dalle spese per la Sanità pubblica. Di certo c’è che questa Giunta vuole porre più attenzione alle spese, con interventi mirati e meno concessioni ad iniziative sovradimensionate che potrebbero rivelarsi poco utili al “sistema Piemonte”»
Però la partecipazione alle fiere vinicole è importante per il settore enologico regionale che è strategico per l’economia piemontese. Vinitaly di Verona, ProWein di Düsseldorf sono vetrine importanti.
«Concordo, però vorrei sapere anche di quanto sono cresciute le vendite del vino piemontese dopo le partecipazioni a eventi nazionali e internazionali. Si badi bene, non dico di non partecipare, vorrei capire solo quanto e in che modo ci sono utili queste iniziative. E questa riflessione va fatta d’intesa con l’assessorato all’Agricoltura nel quadro del psr, il piano di sviluppo rurale della Ue. E a proposito di Unione Europea la vuole sapere una cosa?».
Dica…
«Il Piemonte ha utilizzato solo una minima parte dei soldi del Fondo europeo di sviluppo rurale (Feasr), Si tratta di un totale di 400 milioni di euro. In Italia solo pochissime regioni ne hanno usufruito in modo corretto. Molte sono in ritardo e il Piemonte è fra queste. E ora c’è il rischio che se i fondi Ue non saranno utilizzati entro fine anno dovranno essere restituiti a Bruxelles. Di questa storia ne hanno scritto alcuni quotidiani economici».
Insomma l’Agricoltura piemontese boccheggia, tra allarmi per i prezzi dei prodotti agroalimentari in caduta libera e concorrenza sleale di alimenti tarocchi simil-italiani. Ma quando gli offrono una boccata d’aria qualcuno chiude i rubinetti. C’è di che meditare.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Caro Adriano,hai ragione nel sottolineare quanto l’agricoltura piemontese ed astigiana in particolare sia malmessa….,ma i colpevoli per il non poter usare i fondi comunitari ci sono…e rispondono al nome di Regione Piemonte,nella figura di chi ha imposto vincoli folli per utilizzarli e piu’ che altro nella figura di chi non eroga quanto dovuto nei tempi stabiliti e concordati!
Le aziende non li usano perchè non hanno nessuna certezza di poterli avere….la sostanza è che noi dobbiamo fare l’ investimento e poi,forse,se le congiunture sono favorevoli,vediamo una piccola fetta di contributo dopo anni!! In questi tempi di “vacche magre” abbiamo capito che possiamo investire solo se abbiamo qualcosa in tasca…e non possiamo certamente affidarci a dei ” paghero’ ” dati da chi poi fara’ di tutto per non onorare quanto promesso!
Triste ma vero…e così i soldi stanziati dalla comunità europea torneranno indietro per essere riassegnati ad altre nazioni,che magari li utilizzeranno per promuovere vini nostri concorrenti!!
Come al solito la colpa non sarà di nessuno ma qualcuno avrà pure omesso, presumo per totale incapacità a capire, seguire ed attuare i provvedimenti UE, di fare in modo cioè che questi finanziamenti fossero utilizzati….non si saprà mai chi è o chi sono questi geniacci…..ma certo che è l’ennesima conferma di come siamo malmessi ,,,,,,,,