Un biglietto da visita, cartaceo o virtuale, è sempre un modo efficace di presentarsi. I territori del vino non sempre lo fanno in modo utile. In Piemonte la comunicazione territoriale è ancora un campo non molto conosciuto e sfruttato come, per esempio, lo è in Francia. Anche per questo l’iniziativa di “firmare il territorio” attraverso pannelli da installare sulle rotonde stradali dell’area di produzione dell’uva moscato d’Asti docg nei Comuni tra Astigiano, Alessandrino e Cuneese, presentata oggi dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti è, come dire, un segnale di attenzione (o di risveglio) che va sottolineato.
Lo hanno spiegato i vertici consortili questa mattina nel corso di una affollata conferenza stampa. Sono intervenuti il presidente, Romano Dogliotti (di cui pubblichiamo nostra video intervista), il vice presidente, Stefano Ricagno (anche lui intervistato), insieme all’architetto Andrea Capellino, progettista, Flavio Scagliola, produttore e vice presidente e il vice presidente senior ed ex presidente del Consorzio, Gianni Marzagalli che, tra le altre cose, ha rimarcato come questa iniziativa sia il segnale di un rinnovamento all’interno dell’ente di piazza Alfieri: «Nuovi strumenti e nuove figure che operano per il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti» ha detto Margazalli, ex dirigente di lungo corso del Gruppo Campari.
Ad ascoltare relatori e interventi un parterre affollato da rappresentanti di gruppi multinazionali, Case storiche e industrie, vignaioli, cantine cooperative, vinificatori e aziende vitivinicole. Insomma in sintesi tutta la filiera del moscato. Il che, come segnale, fa ben sperare in una reale voglia di cambiamento. Un fatto è certo, dare l’identità al territorio del moscato è una buona cosa che, però, deve essere un tassello di un disegno più ampio e variegato con un unico obiettivo: ridare all’Asti docg quella sicurezza e autorevolezza commerciale e d’immagine che merita. Non è un compito facile. Staremo a vedere. Parole di augurio sono venuti dai rappresentanti della giunta regionale guidata da Alberto Cirio: Fabio Carosso, vicepresidente; Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e Vittoria Poggio, assessore al Turismo.
Qui di seguito, pubblichiamo la nota stampa del Consorzio che dà conto proprio dell’incontro di questa mattina.
“Un territorio inteso come brand, da rivelare ai tanti wine lover desiderosi di scoprire i panorami e i profumi dell’uva Moscato bianco, che con il suobouquet aromatico è testimone globale del lifestyle italiano e del lusso accessibile. Questo il significato del progetto di firma del territorio, che il Consorzio di tutela ha rivelato questa mattina nella sua sede, alla presenza di istituzioni, stampa e produttori. Un’iniziativa inedita per il Piemonte, che esprime appieno la volontà della Denominazione di promuovere un enoturismo esperienziale, capace di coinvolgere il suo territorio globalmente considerato.
Nella consapevolezza del valore culturale e paesaggistico delle colline dove l’Asti e il Moscato d’Asti Docg sono prodotti, dal 2014 riconosciute patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, si è così voluto sviluppare un’attività di marketing territoriale che coinvolge tutta l’area di produzione creando una rete identitaria, capace di legare tra sé i tanti elementi che la compongono.
L’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, ente gestore del sito UNESCO, condivide la progettualità in quanto conforme ai valori della Candidatura. L’iniziativa è meritevole in quanto si propone di diffondere una maggiore conoscenza e consapevolezza nelle aree vinicole dell’Asti spumante Docg che, insieme a Canelli e alle sue cattedrali sotterranee, è core zone e area di pregio del sito.
Concretamente si tratta di installazioni in acciaio Corten, studiate per integrarsi con l’ambiente circostante. Grazie alle loro forme essenziali queste strutture offriranno informazioni utili, attirando inoltre l’attenzione sui punti di interesse, senza interferire con la visuale.
Il loro posizionamento è stato studiato affinché i turisti che attraversano il nostro territorio abbiano sempre chiara la loro permanenza all’interno dell’universo della Denominazione, fatto di tradizioni e grandi vini simbolo del Made in Italy. Un’identità Rural&Glam che si vuole ribadire anche a chi queste colline le vive quotidianamente, dando loro motivo di orgoglio nell’abitare un territorio che dell’enoturismo è vanto a livello mondiale. È così che il logo della denominazione sarà posizionato nelle rotonde di ingresso alle città e ai borghi ricompresi nella Denominazione, ma anche sui crinali dei vigneti ed all’ingresso delle aziende.
Un nuovo modo di interpretare il territorio piemontese, capace di creare una rete tra gli attori ed il loro contesto, all’insegna della qualità e dell’unicità dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg“.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Foto e video di Vittorio Ubertone