ZUCCHINI DI BORGO D’ALE

i prodotti tipici del Piemonte

 

Gli zucchini di Borgo d’Ale si contraddistinguono per specifici requisiti di carattere chimico-fisico, sanitario, organolettico ed estetico che derivano dalle varietà adottate, dal particolare ambiente pedoclimatico in cui si ottengono e dalla tecnica colturale utilizzata.
La colorazione tradizionale degli ibridi coltivati è il verde scuro, con frutti molto teneri e privi di semi. Si tratta di un prodotto particolarmente gradito ed apprezzato sul mercato ortofrutticolo dell’area lombarda.
Prodotto esclusivamente da aziende diretto-coltivatrici, gli zucchini di Borgo d’Ale seguono un ciclo commerciale brevissimo che permette di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche del frutto fino al consumo.
La scelta varietale tiene conto soprattutto delle caratteristiche organolettiche ed estetiche tradizionali del prodotto locale, che devono essere mantenute ed esaltate.
Le varietà di gran lunga più utilizzate sono la cultivar tradizionale “Supremo” e l’ibrido “Afrodite”, entrambi verde scuro, di forma allungata e fiore caduco.
Vengono messe a dimora sementi di accertata sanità esenti da batteriosi o virosi.
Per quanto attiene la preparazione del terreno per la produzione dello zucchino, è consuetudine praticare un’aratura eseguita a 30-40 cm di profondità, con la quale è possibile l’interramento del letame; seguiranno uno o più interventi di erpicatura per realizzare un perfetto letto di semina.
L’impianto viene effettuato in pieno campo con semina meccanica diretta praticata a fine marzo-metà aprile o, in secondo raccolto, dopo la trebbiatura dell’orzo. La densità d’impianto è di circa 10.000 piante/ha.
La pratica della concimazione viene razionalizzata calcolando la quota di elementi nutritivi da apportare sulla base del tipo di terreno e degli asporti della coltura, a loro volta determinati dalla produzione media dell’appezzamento. E’ consigliata un’analisi chimico-fisica del terreno prima dell’impianto, in modo da poter meglio valutare l’opportuno apporto di nutritivi ed ovviare, tempestivamente, ad eventuali deficienze in micro e macro elementi, con particolare attenzione al tenore in magnesio (rapporto Ca/Mg).
La dose massima di azoto ammessa è di 150 kg/ha e si ammette l’uso di concimi fogliari solo in periodo di pre-raccolta.
E’ consigliato l’apporto di fertilizzanti organici, in particolare letame, nelle dosi di 20-30 t/ha al momento della lavorazione principale e l’apporto di quote fosfatiche e potassiche in pre-semina.
Sono ammesse solo irrigazioni di soccorso nel periodo estivo mentre, al fine di garantire la massima qualità del prodotto, si sconsigliano irrigazioni nel periodo autunnale.
La raccolta viene effettuata manualmente, il prodotto viene lavorato in giornata e, sempre in giornata, viene conferito al commerciante.
Si garantisce, così, la perfetta freschezza degli zucchini di Borgo d’Ale che arrivano al consumatore entro 72 ore dalla raccolta senza necessità di refrigerarli, se non durante il trasporto. La qualità superiore del prodotto così ottenuto viene valorizzata privilegiando canali commerciali che promuovano il consumo del prodotto entro 72 ore dalla raccolta.
Gli zucchini, privati di qualsiasi residuo di terra, vengono tagliati perpendicolarmente al loro asse longitudinale e ben disposti in plateau in legno o cartone; la lunghezza varia da un minimo di 18 cm ad un massimo di 25 cm.

Zona di produzione
L’area vocata per la coltura degli zucchini viene individuata nel territorio del comune di Borgo d’Ale e di alcuni comuni limitrofi, quali Alice Castello, Cigliano, Moncrivello, Maglione, Roppolo, Cavaglià, Viverone e Santhià. L’area è compresa tra le regioni agrarie “Morenica della Serra” e “Pianura del Canale di Cavour” ed è caratterizzata da terreni di origine fluvio-glaciale, ricchi di scheletro, a classificazione granulometrica compresa tra “sabbioso” e “franco-sabbioso” che permettono un ottimo drenaggio, fattore importante per la buona riuscita della coltura

La storia
La coltivazione di questo prodotto è iniziata agli inizi degli anni ’60. Ha avuto una grande diffusione come coltivazione a pieno campo, agli inizi degli anni ’80, e da documenti comunali risultavano coltivati circa 150 ettari con una produzione superiore ai 30.000 quintali. Attualmente, la coltura è estesa per circa 250 ettari di primo raccolto o 450 ettari di secondo raccolto per una produzione di circa 200.000 quintali.

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