TINCA DORATA DEL PIANALTO DI POIRINO

i prodotti tipici del Piemonte

 

La Tinca comune (Tinca tinca) presenta una colorazione base giallo-verde, il dorso più scuro, tendente al verde, i fianchi più chiari, spesso con tonalità bronzee o dorate, il ventre è giallastro o grigio. La bocca è bordata di rossiccio. Macchie nere sono sparse irregolarmente sul dorso e sulle pinne. La Tinca Dorata invece, che è una variante della Tinca comune, presenta una colorazione della livrea prevalentemente giallo-rossiccia, dovuta alle “terre rosse” caratteristiche dell’altopiano poirinese. Un’altra caratteristica che la differenzia dalla Tinca comune è la presenza di una gibbosità all’altezza delle prime vertebre cervicali.

Metodiche di allevamento
Per i contadini della zona la tinca, considerata un alimento di notevole valore proteico, ha sempre rappresentato una fonte non trascurabile di introito economico avendo infatti carni delicate e sode, non grasse e non ricche di miospine. Presentando dunque rinomate qualità organolettiche è da sempre fatta oggetto di commercio. L’abbandono delle classiche attività agricole e zootecniche e l’adozione delle monocolture e dell’allevamento intensivo dei bovini hanno alterato le tradizionali pratiche gestionali dei bacini; successivamente l’introduzione di fauna acquatica alloctona, predatrice e/o competitrice alimentare, ha contribuito alla drastica riduzione del numero dei bacini nei quali si trova la tinca, compromettendone il successo riproduttivo. Essa è anche quasi scomparsa dai torrenti locali nei quali abbondava e prosperava. Attualmente nell’area di distribuzione di quella che era sempre nota come “Tinca Gobba e Dorata di Poirino” permane comunque un buon numero di laghetti, circa 100, nei quali è ancora allevata, ma sono circa 250, e non più utilizzate, le cave idonee all’allevamento di questo pesce , il cui valore commerciale è tra i più elevati fra tutti i pesci autoctoni di acqua dolce.

Zona di produzione
La Tinca Dorata è prodotta in quello che anticamente era chiamato il “Pianalto di Poirino”, che comprende i comuni di: Poirino, Isolabella, Pralormo, Carmagnola, Villasteloone, Santena (in provincia di Torino); Dusino San Michele, Valfenera, Cellarengo (in provincia di Asti); Montà, Santo Stefano Roero, Monteu Roero, Somariva Perno, Pocapaglia, Sanfrè, Sommariva del Bosco, Ceresole d’Alba (in provincia di Cuneo).

Metodiche di lavorazione
I contadini per abbeverare il bestiame erano soliti raccogliere e conservare le acque piovane in fossi e peschiere in cui allevavano tinche e le commercializzavano a Torino ed in altri luoghi già prima del 1800, nella zona di Carmagnola, come attesta Milo Julini nel testo “Uso a scopo alimentare dell’ittiofauna del Piemonte”. Tradizione antica quella dell’allevamento della tinca che, nell’Altopiano di Poirino, ha portato alla produzione di un pesce dalle caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate.

l’elenco di tutti prodotti tipici del Piemonte