i prodotti tipici del Piemonte
Il Pomodoro Costoluto di Chivasso si coltiva nel periodo primaverile-estivo, all’aperto e sotto serra (tunnel non riscaldato), anche fino ai primi freddi.
La semina viene fatta principalmente da vivaisti ed agricoltori locali in cubetti di torba nel periodo invernale per avere una produzione di piantine disponibili al trapianto, a seconda delle condizioni climatiche, nel periodo fine marzo-inizio aprile.
A questo proposito, è necessario sottolineare che non esiste materiale certificato come sano e, pertanto, nessuno assicura la reale produzione nonché la garanzia che le piante siano effettivamente della varietà desiderata: non sono, quindi, garantite le qualità organolettiche tipiche del Pomodoro Costoluto di Chivasso.
La concimazione di fondo si effettua mediante apporto di materiale organico, con largo anticipo rispetto alla data di trapianto delle piantine.
La somministrazione di concimi minerali (soprattutto sali di fosforo e di calcio) va effettuata sempre in pre-trapianto.
Nella coltura pacciamata, si interviene con ferti-irrigazione per manichetta con somministrazione di azoto e fosforo in fase vegetativa e potassio in fase di pre-raccolta e raccolta.
E’ prassi consolidata il non ricorso al diserbo chimico, soprattutto in coltura sotto tunnel; al contrario si ricorre spesso a pacciamatura, sarchiature periodiche e scerbature manuali.
Tra l’altro, non si segnalano malattie fungine e/o attacchi parassitari particolari della cultivar in questione; conseguentemente, raramente si effettuano interventi anticrittogamici e/o insetticidi.
I fabbisogni idrici sono naturalmente determinati dal ciclo produttivo e crescono in prossimità dell’invaiatura,; debbono essere, invece, sensibilmente contenuti in prossimità della raccolta per salvaguardare la consistenza del prodotto.
Sotto pacciamatura viene effettuata l’irrigazione a manichetta oppure a scorrimento laterale su coltura rincalzata, ma in ogni caso mai sopra chioma onde evitare attacchi fungini al frutto e la conseguente alterazione del prodotto.
Il pomodoro Costoluto è molto sensibile alla cascola floreale: in ambiente protetto e con temperature superiori ai 25°C, si può verificare addirittura la caduta del 3° palco floreale.
Caratteristica della varietà è quella di presentare un fiore apicale denominato “fiorone” che va asportato mediante cimatura onde evitare la crescita di un frutto abnorme non commerciabile e, quindi, per non pregiudicare la completa fioritura e la pezzatura dei pomodori.
Inoltre, va sottolineato che sul Pomodoro Costoluto di Chivasso non si effettua la ormonatura manuale in quanto tale pratica pregiudica la pezzatura e, quindi, la qualità del prodotto.
La raccolta inizia sotto tunnel da metà giugno in avanti per protrarsi (in caso di una campagna proficua) fino alla metà di ottobre, e avviene manualmente principalmente per due motivi: da una parte la produzione a livello non industriale non giustifica la meccanizzazione, dall’altra parte, essendo questo prodotto destinato al consumo fresco, la meccanizzazione porterebbe ad un danneggiamento del prodotto.
La produzione media è di gran lunga al di sotto della produttività di molte cultivar diffuse in zona, tipo “Cuor di bue”, fissandosi, quindi, (ma il dato è ampiamente indicativo) attorno ai 10-12 kg per pianta.
La pezzatura del prodotto non è sempre omogenea: generalmente cala leggermente a partire dal secondo palco pur mantenendo sempre una buona consistenza della polpa.
I frutti appaiono leggermente appiattiti con lievi costolature da cui ne deriva il nome.
Zona di produzione
La zona di produzione si concentra nel Basso Canavese, Chivassese e Colline del Po.
La storia
Anche se la produzione del Pomodoro Costoluto di Chivasso risale a tempi molto antichi, come attestato da anziani agricoltori della zona, non si è conoscenza di pubblicazioni specifiche in merito.