i prodotti tipici del Piemonte
Il cavolfiore di Moncalieri è una delle molteplici varietà orticole che appartengono alla specie Brassica oleracea var. botrytis, pianta erbacea della famiglia delle Brassicacee o Crucifere. Si presenta con un fusto provvisto lateralmente di foglie più o meno espanse, delle quali, le più alte, avvolgono il germoglio. Da questo si sviluppano i peduncoli fiorali, molto ingrossati in modo da formare la “testa” o grumolo o infiorescenza. Questa assume colorazione varia, dal bianco neve al verde al violaceo e costituisce la parte commestibile, unitamente alle foglie involucranti più tenere.
Il Cavolfiore di Moncalieri produce infiorescenze con corimbi ben serrati, di forma a cupola significativamente convessa, spiralata a forma di chiocciola, con elevata copertura delle foglie centrali. La sezione è lievemente colorata e la testa è di colore biancastro. La spiccata copertura del grumolo consente alla cultivar di sopportare le temperature relativamente rigide che si riscontrano nei suoi areali di produzione.
La tecnica colturale prevede la semina in cubetti di torba o in semenzaio classico a fine aprile-maggio, il trapianto in pieno campo delle piantine da metà giugno – inizio luglio e la raccolta da ottobre fino ad inverno inoltrato. Tradizionalmente, il trapianto avveniva dopo la trebbiatura del grano inserendo, così, l’ortaggio in una ampia rotazione colturale.
Questa varietà presenta un ciclo tardivo, mediamente di 120 giorni; occorre, infatti, una temperatura inferiore ai 12°C per la differenziazione della infiorescenza.
La fase di maturazione è generalmente scalare e garantisce una certa continuità di raccolta fino ad inverno inoltrato. Le infiorescenze vengono raccolte e possono raggiungere un peso di 1 – 1,5 kg. La selezione è affidata alla riproduzione del seme da parte dei produttori stessi, che attuano un ciclo colturale in coltura protetta: il trapianto avviene a metà settembre, la fioritura in marzo e la raccolta del seme a giugno. Il Cavolfiore di Moncalieri presenta un gusto più sapido e marcato rispetto alle varietà commerciali, tiene meglio la cottura in acqua e le successive manipolazioni culinarie.
Zona di produzione
La zona di produzione di questo ortaggio si identifica, sostanzialmente, nei comuni di Moncalieri, Santena, Nichelino, Trofarello.
La storia
Le origini della cultivar in oggetto sono francesi; venne introdotta, in Italia, quando i Savoia si insediarono in Piemonte con al seguito gli ortolani ed i giardinieri che lavoravano per la Casa Reale. Probabilmente, appartiene alla medesima selezione del Verde di Macerata e del Romanesco. La vocazionalità territoriale, consolidata nel tempo, è avvalorata da testimonianze orali dei produttori stessi.