ASPARAGO DI SANTENA

i prodotti tipici del Piemonte

 

Appartenente alla famiglia delle Liliacee, l’asparago è una specie ortiva perenne le cui parti commestibili sono i turioni, germogli di sapore particolarmente delicato, che si sviluppano dai rizomi sotterranei e possono assumere diverse colorazioni: verdi, bianchi o violetti. I rizomi, detti comunemente zampe, portano le radici e si sviluppano verso l’alto.
L’asparago di Santena presenta turioni con apice appuntito e di colore verde intenso, con sfumature violacee, ha una lunghezza media di 22 cm e la parte colorata comprende circa il 65% della lunghezza totale.
Il materiale d’impianto dell’asparago è dato in prevalenza da “zampe” coltivate in loco. Le “zampe” da mettere a dimora vengono seminate in febbraio-marzo in fosse profonde 10-15 cm e messe in dimora circa un anno dopo.
La raccolta avviene da aprile a metà giugno. Per ciò che concerne i terreni, sono da preferire quelli sciolti, sabbiosi, poco calcarei e molto permeabili.
Le peculiari caratteristiche pedologiche dei terreni prevalentemente sabbiosi (sabbia 60%), con poco calcare e molto permeabili dell’areale santenese, conferiscono agli asparagi di Santena caratteristiche organolettiche particolari.
Al fine di garantire l’origine e la valorizzazione del prodotto nostrano, è stato registrato un marchio di “denominazione d’origine” debitamente registrato al Ministero Industria, Commercio, Artigianato.

Zona di produzione
La zona di produzione comprende Santena e i comuni limitrofi.

La storia
La mancanza di documenti storici pertinenti, in cui vi sia un preciso riferimento all’asparago, non consente di definire con esattezza il momento di inizio della coltivazione in Santena. Si presume, per quanto è stato tramandato, che i primi turioni siano stati recisi nel Settecento ed alimentassero un consumo familiare poco esigente e ristretto all’area santenese.
A cavallo tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento,Cavour si interessò della coltivazione degli asparagi e tale ortaggio fu veramente la “sorgente della prosperità di Santena” (definizione data dallo stesso Cavour in una lettera ad Al Johnston, insigne chimico di Edimburgo).

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