Qualche settimana fa, ad elezioni Usa appena concluse, avevamo chiesto ai rappresentanti dei maggiori Consorzi di tutela vitivinicoli del Piemonte, opinioni sull’eventuale cambio alla presidenza americana. Ne era venuta fuori una fotografia ancora, comprensibilmente, non nitida di quello che accadrà dopo l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca.
A meno di un mese dalla cerimonia di cambio dell’inquilino del numero 1600 Pennsylvania Avenue a Washington, abbiamo posto la stessa domanda ad alcuni produttori di vino che guardano al mercato americano.
Diciamo da subito che l’impressione anche oggi, con Biden che, nonostante le rimostranze e ritrosie di Trump, si appresta a diventare il 46° Presidente Usa, è di previsioni ancora divise tra ottimismo a oltranza e tipica prudenza piemontese. C’è chi si appresta a festeggiare l’era Biden come un viatico per un new deal tra Usa e Ue nel segno di una rinnovata alleanza anche commerciale, chi, invece, più prudentemente sospende il proprio giudizio rimandandolo ai prossimi mesi o addirittura attende l’ufficializzazione della nomina di Biden “perché non si sa mai”.
Un mosaico di sensazioni e previsioni che rendono bene la situazione di attesa che c’è nel mondo del vino italiano e piemontese relativamente a quello che accadrà negli Usa i quali, non c’è dubbio, rappresentano da sempre uno dei mercati di riferimento, almeno fino a quando la Cina non riuscirà a diventare una prospettiva solida, assodata e soprattutto stabile per i produttori italiani.
Ecco dunque le risposte di alcuni produttori vitivinicoli piemontesi sulle prospettive del mercato del vino del “dopo Trump”. Buona lettura.
Andrea Faccio (Villa Giada, Canelli – Asti)
«Credo che il passaggio tra Trump e Biden porterà prima di tutto una distensione dei rapporti internazionali tra Usa e gli altri Stati. Un particolare non di secondo piano anche da un punto di vista commerciale. Difficile prevedere oggi che cosa accadrà nel concreto. È possibile che Biden, magari non subito, tolga i dazi sui prodotti Ue e questo potrebbe aprire scenari diversi sul mercato. Noi italiani non siamo stati toccati dalle ritorsioni di Trump sull’agroalimentare (alla base c’era il contenzione Ue-Usa sugli aiuti di Stato a rispettive industrie aeronautiche ndr), ma francesi e spagnoli sono stati coinvolti direttamente e bisognerà vedere che cosa faranno se e quando i dazi saranno cancellati».
Gianni Bertolino (Olim Bauda, Incisa Scapaccino – Asti)
«Non è facile fare una previsione. Ora molte zone usa sono chiuse per la pandemia che ha determinato, come in Europa e in altre parti del mondo, una crisi sanitaria, sociale ed economica notevole. I miei contatti statunitensi mi parlano di grandi città che hanno perso centinaia di migliaia di residenti. In molti hanno preferito spostarsi verso aree periferiche per evitare problemi sanitari e di costi diventati insostenibili a causa della crisi economica. La nuova amministrazione dovrà fare i conti con questo stato di cose e non sarà facile. Staremo a vedere i contraccolpi anche in tema di commercio dei nostri vini»
Sergio Germano (Ettore Germano, Serralunga d’Alba – Cuneo)
«Bisogna attendere l’insediamento ufficiale di Biden. Solo dopo si potrà cominciare a valutare e commentare l’operato della sua amministrazione. Per ora io sono per il “no comment”»
Paolo Saracco (Paolo Saracco, Castiglione Tinella – Cuneo)
«C’è da considerare che il settore food & beverage è molto importante negli Stati Uniti e impiega centinaia di migliaia di persone. È una vera lobby che genera reddito e benessere attingendo anche abbondantemente dalle importazioni. Di questo un Presidente deve tenere conto. Credo che Trump, nonostante le sue prese di posizioni radicali e a volte rudi e discutibili, lo abbia fatto e lo farà anche Biden. Poi ci sarà certamente un approccio diverso di un’amministrazione democratica che vuole rapporti stretti con l’Europa anche in chiave di confronto con la Cina. Per quanto riguarda il nostro vino credo che dovremo essere bravi a consolidare e sviluppare il mercato americano anche in previsione della cancellazione dei dazi sui vini francesi e spagnoli».
Giorgio Rivetti (La Spinetta, Castagnole Lanze; Contratto, Canelli – Asti)
«Io sono ottimista. Biden porterà distensione e stabilità non solo nei rapporti con i partner europei, ma anche all’interno degli stessi Stati Uniti d’America. Con Trump di certo non è stato così. L’estrema instabilità e lo scontro sociale continuo è stata la cifra di questa amministrazione repubblicana. Biden cambierà passo e questo, a mio parere, farà bene anche al settore del vino italiano che, per fortuna, ha anche scoperto nuove forme di vendita, come il web. Credo che nel prossimo futuro sul mercato americano caleranno i prezzi medi dei vini, sia quelli europei sia quelli americani, e questo farà bene agli affari».
Luca Bosio (Bosio Vini, Santo Stefano Belbo; Belcolle, Verduno – Cuneo)
«Non posso che usare il detto, “ai posteri l’ardua sentenza”. Per giudicare l’effetto che avrà l’amministrazione Biden sul vino italiano, ma anche su altri comparti dell’economia interna Usa e mondiale, bisognerà attendere alla prova dei fatti il Presidente eletto Biden. Oggi fare previsioni, almeno secondo me, sarebbe azzardato. Di certo c’è che l’amministrazione Trump ha messo in crisi i rapporti sociali tra le Classi americane e le relazioni internazionali con quasi tutto il resto del mondo. D’altra parte, però, ha fatto bene all’economia interna. C’è da chiedersi come il presidente eletto Biden riuscirà ad aprirsi al mondo, sanare i conflitti interni e quelli internazionali e far crescere l’economia del gigante americano. Io oggi non ho una risposta. Ne dovremo parlare tra qualche mese»
Gianfranco Santero (Gruppo 958 Santero, Santo Stefano Belbo – Cuneo)
«La nuova amministrazione Usa del presidente eletto Biden ha annunciato una politica più europeista e collaborativa con la Ue. Credo che sia una buona cosa. Sono convinto che la distensione dei rapporti tra due grandi mercati come quello americano e quello europeo porterà benefici al vino italiano e piemontese».
Andrea Costa (Marenco vini, Strevi – Alessandria)
«I report che ho dagli Stati Uniti sono improntati alla prudenza legata soprattutto alle chiusure che la prossima amministrazione Biden potrebbe decretare per combattere il Covid che negli Usa ha numeri importanti e drammatici per contagiati e decessi. Queste disposizioni porterebbero, ovviamente, a un calo delle vendite e dei consumi. Poi c’è la questione dazi. Se è vero che il vino italiano era stato “graziato” da Trump è anche vero che la “minaccia” di applicarlo non era mai stata ritirata del tutto creando un clima di precarietà che ha provocato non pochi contraccolpi. Bisognerà ora vedere come il Presidente eletto Biden si comporterà su questo tema».
Riccardo Capetta (Gruppo Capetta – Duchessa Lia, Santo Stefano Belbo – Cuneo)
«Tutto dipende dalla questione dazi. Se e come quel contenzioso verrà risolto in via definitiva. Ci sono spiragli, è vero, ma ora bisogna attendere le decisione dell’amministrazione Biden che, anche per gli osservatori americani, sono un’incognita».
Massimo Marasso (F.lli Martini, Cossano Belbo – Cuneo)
«Prematuro chiedersi cosa farà Biden. Intanto bisogna ragionare come comparto vino nel suo insieme, poi i temi su cui attendere le prime mosse della nuova amministrazione Usa sono tanti e articolati. L’unica cosa da fare è attendere i primi atti amministrativi, solo dopo ci si potrà esprimere».
Enrico Gobino (Mondo del Vino, Priocca – Cuneo)
«Difficile dire ora che accadrà. I dazi imposti da Trump non hanno toccato i vini italiani, diversamente da quello che è accaduto per quelli francesi e spagnoli a cui sono stati imposti pesanti dazi. Se ora il Presidente eletto Biden li toglierà si tornerà a una situazione di concorrenza che in qualche modo il vino dovrà affrontare, magari facendo finalmente squadra vera e compatta».
Elio Pescarmona (Tre Secoli, Mombaruzzzo – Asti e Ricaldone – Alessandria)
«Anche se è ancora presto per capire come si muoverà Biden, credo sarà difficile che il Presidente eletto possa fare peggio di Trump. L’incertezza nelle relazioni con il mondo ha fatto molti danni e non solo all’economia del resto del pianeta. Stiamo a vedere quando e come la nuova amministrazione della Casa Bianca ci metterà mano».
Valter Bera (Valter Bera, Castiglione Tinella – Cuneo)
«I dazi minacciati da Trump non hanno danneggiato solo i vini francesi e spagnoli. La minaccia di quelle sanzioni, mai cancellata e, anzi ripetuta, è stata alla base di atteggiamenti speculativi e di approcci prudenziali, che hanno indotto un abbassamento dei prezzi di alcune tipologie di pregio, anche piemontesi. In questo senso se il Presidente eletto Biden riuscirà a costruire rapporti più stabili e sereni, credo farà bene a tutta l’economia globale. Gli Usa hanno bisogno di sanare le loro ferite commerciali, oltre a quelle sociali che sono evidenti. I nostri corrispondenti dall’America ci dicono che molte attività non riapriranno dopo la fine dell’emergenza sanitaria del Covid che fino ad ora non è stata gestita al meglio. Il vino italiano e, di conseguenza, quello piemontese, dovrà fare i conti con uno stato di cose che non sarà, per molto tempo, a livelli di pre-pandemia».
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)