C’è un effetto Erdogan, il presidente/sultano turco che per due giorni è stato in vista in Italia incontrando anche imprenditori italiani, nel comunicato stampa diffuso dalla Coldiretti Piemonte in cui si difende il made in Italy contro alcune coltivazioni turche come nocciole e peperoni che gareggiano con i prodotti piemontesi a dop.
Un appello accorato con accenti di preoccupazione e anche aspri quando si parla dei metodi di coltivazioni dei prodotti turchi che non sarebbero salutari distanti anni luce dalle filiere supercontrollate italiane dell’agroalimentare.
Ecco, dunque, la nota stampa di Coldiretti:
“Mamma li turchi” non è solo il film del 1973 diretto da Renato Savino, ma un’espressione particolarmente appropriata per quanto sta avvenendo: la Turchia, infatti, sta invadendo l’Unione Europea con cibi pericolosi e si classifica al primo posto, addirittura davanti alla Cina, per allarmi alimentari, dai peperoni con pesticidi oltre i limiti ai fichi secchi con eccesso di aflatossine cancerogene, come pure le nocciole e i pistacchi. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della visita del premier Recep Tayyip Erdogan sulla base delle rilevazioni dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea. Sono 2.925 gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256), dall’India (194) e dagli Stati Uniti (176).
L’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia. Il Piemonte è, a livello italiano, la terza area produttiva corilicola con una superficie complessiva investita di circa 20 mila ettari. La produzione storica si colloca intorno alle 20 mila tonnellate circa, ma in questi anni si è verificato un crescente interesse con la messa a dimora di nuovi impianti. La produzione regionale si identifica sempre più nella Nocciola Piemonte Igp la cui produzione è passata, nel giro di pochi anni, da 4 mila e 10 mila tonnellate. I peperoni sono un altro prodotto tipico del Piemonte, coltivati in particolare nell’astigiano, nel torinese, dove nasce il peperone di Carmagnola, nel cuneese e nell’alessandrino.
“Manteniamo alta l’attenzione verso queste problematiche affinché le importazioni selvagge non danneggino l’immagine del vero Made in Piemonte e non mettano a rischio la sicurezza alimentare – spiegano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – E’ evidente che ci sia una grossa distanza dai nostri standard europei di qualità per cui è importante attuare controlli mirati e continui anche alla luce dell’intensificarsi degli scambi commerciali tra l’Italia e la Turchia. Il consiglio ai consumatori è sempre quello – proseguono Cabiale e Rivarossa – di leggere attentamente le etichette e di acquistare presso i produttori, come è possibile fare anche nei mercati di Campagna Amica, diffusi su tutto il territorio regionale”.
(foto di Erdogan da www.articolo21.org)