
Mario Sandri (foto), classe 1973, enologo diplomato con la passione della poesia e degli aforismi che pubblica sui social, vignaiolo e produttore con cascina e vigneti in quel di Madonna di Como, frazione di Alba che dà pregiate uve rosse, ma anche, insieme alla vicina San Rocco Seno d’Elvio, un prezioso moscato bianco ammesso alla zona di produzione per Asti spumante e Moscato d’Asti docg, è consigliere comunale per il Comune albese a cui, alcuni giorni fa, il sindaco di Alba, Carlo Bo, ha assegnato la delega all’Agricoltura.
Un incarico “pesante” e strategico anche se, forse, un assessorato sarebbe stato meglio. Del resto la città delle cento torri è al centro di un’area vocatissima alle produzioni viticole e agricole (nocciole) e ospita Cantine e aziende di livello internazionale.
Sandri, però, taglia corto: «La mia delega, alla fine, è come fosse un assessorato e io farò di tutto per onorarla al meglio». Di certo Mario Sandri è uno che di agricoltura ne mastica tutti i giorni per il suo ruolo di viticoltore che lo ha portato anche nel Consiglio di amministrazione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg.
Inevitabile chiedergli i suoi programmi come consigliere delegato all’Agricoltura di Alba: «Valorizzare la terra sarà il mio obiettivo principale» annuncia e spiega: «Questi mesi di chiusura e distanziamento hanno fatto emergere il grande ruolo della tecnologia nella nostra vita. Mi sta bene. Tuttavia non dobbiamo dimenticare quanto la terra sia più vicina al nostro sentire umano. Sono convinto che si debba rivalutare e rilanciare proprio questo spirito di vicinanza e rispetto della terra e di quello che significa per la nostra società e la nostra cultura. Dimenticarlo o relegarlo a un aspetto marginale sarebbe, a mio modo di vedere, un errore gravissimo».
Sandri parla anche del mondo del moscato d’Asti, travagliato da tante crisi non ultima la pandemia da Covid -19: «Ci sono problemi, ma anche segnali incoraggianti. Credo che la campagna promozione del Consorzio stia dando i suoi frutti. Io sono fiducioso» dice.
Poi un accenno all’enogastronomia, un vanto dell’Albese e di tutto il Piemonte: «Anche in questo caso deve avere come stella polare la nostra terra. Io mi adoperò in questo senso con l’aiuto di tutte quelle realtà locali che vorranno mettersi in gioco e dare un mano con la consapevolezza che tutto, dall’agroalimentare alla cultura, dalla cucina al paesaggio, arriva dalla terra che merita il nostro rispetto e la nostra cura più assidui».
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)