Paolo Ricagno riconfermato presidente del Brachetto. «Continuità necessaria al rilancio di un grande vino»

inserito il 8 Maggio 2013

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Paolo Ricagno, presidente della Cantina sociale Vecchia Alice e Sessame, è stato riconfermato alla guida del Consorzio di Tutela del Brachetto di cui è presidente da cinque mandati. Resterà in carica per il triennio 2013/2015.

È una rielezione di “lungo corso” (Ricagno è stato anche presidente del Consorzio dell’Asti) che, come si legge nella nota diffusa dal Consorzio di Tutela, è tesa a dare stabilità ad un settore che ne ha estremo bisogno per puntare ad un rilancio in grande stile, nonostante il momento di congiuntura che si sta vivendo in Italia, in Europa e in alcuni mercati internazionali. Inoltre questa nomina potrebbe preludere a una sorta di “pax vinis” nel comparto degli aromatici, dopo la maretta di alcuni anni fa tra parte industriale e parte agricola, ma anche tra il mondo delle cooperative e le varie anime dei vignaioli. Insomma l’auspicio è che, messe da parte ruggini e diatribe, si passi a quella sinergia che da tempo, da questo blog, auguriamo al vino piemontese troppo preda di personalismi e guerre intestine. E il fatto che accadano anche in altre regioni non è un buon motivo per continuarle.

Con Ricagno, nel consiglio direttivo dell’ente di tutela del Brachetto, sono stati eletti Elio Pescarmona, vice presidente di parte agricola e direttore della Cantina Tre Secoli di Mombaruzzo; e Alberto Lazzarino, vicepresidente di parte industriale, direttore di Vigne Regali di Strevi che fa parte del gruppo Banfi.

Per quanto riguarda i consiglieri sono risultati eletti: per la parte agricola in rappresentanza dei produttori di uva: Giovanni Chiarle (Cantina Sociale di Nizza Monferrato), Evasio Polidoro Marabese (Cantina Sociale di Maranzana), Gianpaolo Menotti (Cantina Sociale La Torre di Castel Rocchero), Silvano Marchetti (Cascina Bastieri). Per i vinificatori: Filippo Mobrici (Bersano Vini di Nizza Monferrato), Elio Pescarmona (Tre Secoli), Paolo Ricagno (Vecchia Alice Sessame), Alberto Lazzarino (Vigne Regali), Giovanni Frola (Cantine di Fontanile), Piero Cane (F.lli Gancia di Canelli), Andrea Maccario (Cantina Sociale di Cassine), Michela Marenco (Marenco Vini di Strevi). Per gli imbottigliatori: Germano Bosio (Capetta di Santo Stefano Belbo), Alberto Canino (Giovanni Bosca-Tosti di Canelli), Mauro Arione (Arione di Canelli), Giovanni Marzagalli (Campari), Massimo Marasso (F.lli Martini di Cossano Belbo).

Ha detto Paolo Ricagno: «La mia rielezione è il segno di quella continuità necessaria per il rilancio di un vino che ha enormi margini di promozione e che è tra i prodotti italiani che rappresentano al meglio il “Made in Italy” nel mondo. Proprio in questo momento, con il prezioso e fondamentale aiuto delle aziende e dell’intera filiera, stiamo proponendo con successo degustazioni di Brachetto nella grande distribuzione, e stanno continuando anche le serate “Brachetto Time” nello storico bar Zelig Cabaret di viale Monza a Milano. Inoltre – ha aggiunto il presidente – abbiamo intenzione di intensificare sia la presenza della nostra denominazione con campagne di comunicazione sul mercato nazionale, tv e socialnetwork compresi; sia le iniziative rivolte all’estero con educational tour che facciano scoprire il Brachetto in aree del mondo in forte crescita. Non mancano infine – ha concluso Ricagno – i nuovi momenti di consumo del Brachetto, proposto in purezza, ma anche come sorprendente ingrediente in cocktail e long drink».   

Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui, con 60 aziende associate, nasce nel 1992 ad Acqui Terme con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita del Brachetto e tutelarne il territorio (1300 ettari tra doc e docg), programmando la produzione, incentivandone la commercializzazione con un forte impegno di promozione e valorizzazione sui mercati nazionale e mondiale. Oltre al Brachetto d’Acqui docg, il Consorzio si occupa anche della tutela del vino Dolcetto d’Acqui doc. L’ente è stato il principale promotore del conferimento della docg al Brachetto d’Acqui, ottenuta nel 1996 e che ha definito con maggiore precisione anche dal punto di vista legale e amministrativo le peculiarità di questo vino distinguendolo nettamente dalle altre produzioni. Tutte le bottiglie di Brachetto docg sono sottoposte ad un controllo di degustazione prima di ottenere la fascetta numerata in filigrana che ne comprova l’origine, suffragata da un controllo scrupoloso del Consorzio di Tutela che programma e ne incentiva la commercializzazione con forte impegno di promozione e valorizzazione sui mercati mondiali.

 

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