Nuovi vini. Ecco Arengo, Super Barbera popolare: poco alcol, piacevolezza e appeal, what else?

inserito il 19 Marzo 2011

I vigneti della zona di Vinchio e Vaglio nell'Astigiano (Internet). Da qui nasce il Piemonte Barbera doc Arengo

Un Piemonte Barbera doc facile facile con gradazione alcolica contenuta, un aroma fruttato e avvolgente, un gusto rotondo e morbido, una bevibilità estrema e, cosa non secondaria, un costo abbordabile. Sembra l’uovo di colombo, una roba scontata. Invece questo vino, che qualcuno ha già bonariamente definito “ruffiano” e, con un francesismo, anche un po’ “paraculo“, che guarda al mercato giovane, ma anche a chi non vuole bere sempre le “barberone” impegnative e che abbina al nome Piemonte al nome Barbera alle denominazione doc, ebbene questo vino non c’era.

L’hanno fatto e presentato quelli della cantina sociale di Vinchio e Vaglio, nell’Astigiano, 200 soci, mezzo secolo di vita e una storia fatta di vini fatti come si deve, senza concessioni alle mode, con una cura maniacale (e insolita per le enocooperative) alla coltivazione delle uve in vigna e un semplice concetto in cantina: fare vino buono da vendere al meglio (un altro uovo di colombo) e riuscendoci per giunta.

Così il presidente Lorenzo Giordano, il direttore Ernestino Laiolo e il consulente enologo, Giuliano Noè, l’ormai mitico “grande vecchio” dell’enologia piemontese, papà di tanti grandi vini, hanno presentato e fatto assaggiare Arengo, un Piemonte Barbera doc che fa il miracolo: ad una gradazione di appena 12 gradi abbina una piacevolezza non sempre consueta per un vino che è un po’ considerato la madre di tutti i rossi piemontesi.

Ha spiegato Noè: «La piramide della Barbera ha una base debole. Abbiamo grandi Barbere d’Asti docg, complesse, raffinate, ma manca un vino quotidiano di pregio, facile da bere, facile da proporre e facile da comperare. Per questo abbiamo pensato ad Arengo. È un vino che risponde a tutte queste domande, che va verso la gente lasciandosi alle spalle la eno-ritualità un po’ consunta che fa a pugni con il nuovo modo di intendere il vino per i giovani e per tutti quelli che non vogliono impegnarsi in degustazioni che sembrano più celebrazioni che quello che dovrebbero essere: cioè un momento di gioia». Non fa una piega

C’è poi l’aspetto commerciale. La produzione iniziale di Arengo è di 10 mila bottiglie, il costo è di 4 euro al punto di vendita della cantina e di 4,50/5 in enoteca. Prevista anche la commercializzazione di mezze bottiglie. «Ma la nostra potenzialità è di 130/250 mila bottiglie» avvertono Giordano e Laiolo disegnando scenari futuri auspicabili. E allora Noè spiega come si è arrivati ad una gradazione contenuta e naturale: «Selezionando le uve in vigna. Non tutte sono adatte a fare i Superbarbera, questo dobbiamo mettercelo in testa. È come per il moscato: che fine farebbero tutti i vigneti di moscato se ci fosse solo il tappo raso e non l’Asti docg che fa grandi volumi, dà reddito e vendite in tutto il mondo. Così è la Barbera, un vino bistrattato, che grandi eccellenze, ma non ancora una base che fornisce reddito e volumi. Arengo va in questo senso».

Non fa una piega e solo Dio sa quanto il comparto – che ha dovuto persino accedere ad una distillazione di crisi il cui iter proprio in questi giorni sta procedendo ai finanziamenti pubblici – abbia bisogno di quello che teorizza (e mette in pratica) Noè e i vignaioli della Vinchio e Vaglio. Auguri.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. Adriano Salvi 22 Marzo 2011 at 16:19 -

    Nulla da eccepire, s’intenda, sulla iniziativa della Cantina di Vinchio-Vaglio sulla cui serietà (e qualità) produttiva non si discute. Fatto è che questa Barbera giovane e piacevole verrà (giustamente) messa in vendita a circa 4 euro , il problema, a mio parere, è che andrà a “competere” sul mercato con con “Docg” con tanto di fascetta attualmente proposte nei supermercati da 1,99 euro fino a 1,10 euro e non è detto che la corsa al ribasso si fermi….Vai poi a spiegare alla maggioranza dei consumatori , specie non piemontesi, che questa Doc Piemonte non è di “ricaduta”…..l’unica speranza è che quelli che capiscono le differenze acquistino oltre alla nuova Barbera l’indubbio prestigio del produttore. Da scommettere poi che usciranno a ruota sul mercato Piemonte Barbera ai prezzi dell’acqua minerale….da parte dei “soliti noti”. Mi ricordo che il Consorzio aveva perorato la causa di questa doc Piemonte Barbera, la cosa non mi aveva affatto convinto, per quel che può valere la mia opinione, spero che i miei dubbi vengano smentiti dai fatti.

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