Una vendemmia manuale, come in quasi tutta Italia, scarsa, come in Italia, di ottima qualità, ma con le malattie che fanno strage di viti, come in Italia, con rese per ettaro simili ai docg italiani (vedi Asti e Moscato docg). È il quadro della vendemmia nella Champagne. Che è identico a quella italiana. Tranne per il volume d’affari che sarà nettamente maggiore rispetti alle bollicine italiche.
Ne dà informazione il “Bureau du Champagne” (http://www.champagne.it/) che rappresenta in Italia (uffici a Milano) il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC) – http://www.champagne.fr/ – che ha sede a Epernay e che riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne.
«La missione fondamentale del Bureau in Italia – dicono quelli di BI -, si focalizza sulla protezione e la promozione della denominazione Champagne sul mercato italiano». Chissà se i consorzi ti tutela italiani hanno analoghi uffici a Parigi?
Ma ecco il comunicato del Bureau: «Milano, 5 settembre 2012 – Il tempo soleggiato e secco che domina i 34.000 ettari di vigneto della Champagne dall’inizio del mese di agosto favorisce una maturazione dell’uva in condizioni eccellenti. Lo stato sanitario dei grappoli è perfetto e il mantenimento di condizioni meteorologiche favorevoli permetterà una raccolta di ottima qualità.
La vendemmia, che in Champagne è esclusivamente manuale e necessità del contributo di circa 120.000 vendemmiatori, dovrebbe iniziare, secondo i cru, a metà settembre, salvo deroghe specifiche per le parcelle più precoci.
I vigneti della Champagne hanno tuttavia conosciuto sin dall’inizio dell’anno alcune avversità. Le gelate in aprile e in maggio hanno distrutto l’equivalente di 2.900 ettari. Temporali e grandine in giugno e luglio hanno successivamente danneggiato altri 1.000 ettari. Un tempo freddo e piovoso durante la fioritura ha portato alla formazione di uno scarso numero di grappoli con pochi acini. Infine, in Champagne come in altri vigneti francesi, la peronospora e l’oidio hanno colpito numerose parcelle.
La vendemmia sarà quantitativamente tra le più ridotte degli ultimi vent’anni. Grappoli poco numerosi e un peso ridotto daranno una raccolta inferiore del 30% rispetto a quella del 2011.
Tenendo conto della situazione economica e delle previsioni dell’evoluzione delle spedizioni, il Comité Champagne ha fissato la resa disponibile a 11.000 kg/ettaro. Per i viticoltori che non raggiungeranno questa resa sarà possibile l’integrazione con la riserva qualitativa individuale. Questi vini, messi in riserva durante le precedenti raccolte, completeranno quelli della vendemmia 2012 al momento dell’assemblaggio che si svolgerà durante la prossima primavera secondo la tradizione champenoise».