Niente più “No Martini no party”, niente più bellissime e bellissimi come testimonial. Martini & Rossi, dopo un quarto di secolo di silenzio, torna sulla tv Usa con uno spot sull’Asti spumante e… sull’Italia. Wow, verrebbe da dire. Secondo le notizie che giungono dagli States Martini & Rossi ha investito 2,3 milioni di euro nella campagna natalizia oltre oceano. Non una grandissima cifra per una multinazionale, ma tuttavia un tassello importante che va a precisare la strategia M&R sul mercato a stelle e strisce che, in questo periodo, sta offrendo enormi aperture all’Asti e al Moscato d’Asti. Tanto che pochi giorni fa l’autorevolissimo Wall Street Journal parlò apertamente di “asti-ization”, cioè di “astizzazione” dei consumi Usa in materia di vini con impennate consistenti delle vendite di Asti e Moscato d’Asti docg.
Davanti a questi segnali è fin troppo ovvio che lo spot M&R acquista un significato speciale. Ma parliamo del carosello che reclamizza in primis l’Asti Martini e in secundis altri prodotti della maison di Pessione.
Nello spot in onda negli Usa è vidente il messaggio di italianità, il che a ridosso dei 150 anni dell’Unità del Belpaese non guasta. Non ci sono più “party”, sparito il bel George, la “venere nera” Naomi, quella bionda Sharon. Ora, per il lancio americano, l’Asti Martini si affida ad una ragazza che passeggia portandosi appresso un grappolo di palloncini che ricorda il grappolo di uva moscato. Passeggia per le vie di Roma icontrando varie icone del made in Italy, dalla moda all’arte, dalla buona cucina all’architettura, con suggestioni e riferimenti espliciti. Alla fine il party c’è ma contenuto, e soprattutto prologo ad una inquadratura che chiude con bottiglia in primo piano e Cupolone di San Pietro sullo sfondo a cui segue lo script “pure joy from Italy”.
Insomma una “roba” ben fatta e che cede al glamour quel tanto che basta a non risultare troppo radical-chic.
Del resto, a leggere i report dei media Usa, il target che M&R vuole conquistare sono le donne tra i 25 e i 30 anni. Insomma più “Gray’s Anatomy” che “Sex and the City”. Non a caso gli spot andranno in onda proprio in palinsesti che comprendono oltre a Grey’s Anatomy anche series tv di culto come “America’s Next Top Model” “Cougar Town”, “Real Housewives”, “Top Chef” e “Nikita”. Comunque lo spot è ok, speriamo che le vendite saranno all’altezza.
E in Italia? Tutto tace, per ora. A poche settimane dal Natale non ci sono spot di Asti spumante sulle grandi reti generaliste anche se il presidente del Consorzio di tutela, Paolo Ricagno, ha annunciato presenze mirate in alcune trasmissioni di successo. E le altri grandi maison spumantiere? Per ora nessuna notizia di spot tv o altre campagne. C’è da augurarsi che siano ai nastri di partenza.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
@Secondo: grazie del commento, ma credo che il Canei Rosè e gli altri suoi fratelli, dal Peach Canei a quello a base di moscato, siano ancora vivi e vegeti sui mercati italiano (ancora in fase di rilancio) e internazionale (mi dicono ottime performance in Usa e Europa Nord). I “motori” sono la multinaizonale olandese Baarsma, che ha acquistato il marchio da Pernod-Ricard, e della Cantina Sociale di Canelli che, a seguito delle scelte fatte dal suo presidente, Roberto Marmo, ha rilevato il centro di produzione del Canei diventando “terzista” nei confronti degli olandesi e titolare di vendita e distribuzione sul mercato italiano. I segnali, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali, sembrano positivi. Vedremo se, come sembra, l’enopolio canellese sia davvero un esempio pilota in grado di indicare nuovi ruoli e funzioni per le cooperative vinicole piemontesi, ma sempre nell’ottica di tutelare il reddito dei soci vignaioli conferenti e, magari, a garanzia di un patrimonio di vigne e paesaggio in procinto di diventare Patrimonio dell’Umanità sancito dall’Unesco.
Ottimo e, come d’uso, ben “congegnato” lo spot Martini: osservando con attenzione la bottiglia in primo piano vi leggo: Asti, vino spumante “from” Italia.
Dietro una bottiglia di “Rosè” ed un’altra che non si riesce ad individuare.
Visto il “Perla” il “Dolce” e il “Prosecco” che si trovano in Francia mi pare non ci sia nulla di nuovo. Su queste etichette non compare alcuna Doc ma risalta molto bene il nome “Martini”, e, probabilmente l’importatore, oltre a far godere gli americani ( pure Joy from Italy) …gode molto lui stesso. Gode anche “Martini”, del resto gli investimenti non si fanno per beneficenza.
L’impressione è che, pur passando il tempo, le cose si ripetano: evidentemente non ci si ricorda più del “Canei rosè” che pure consentiva milioni di pezzi/anno.
Bravo Gian! Uno slogan perfetto… se i piemontesi fossero capaci di fare squadra e non fare come i famosi capponi di Renzo… ma io sono ottimista, con un pizzico di pragmatismo: credo ancora che, se non per il bene comune, almeno per conservare uno dei pochi business che ancora funziona, la filiera del moscato faccia squadra per davvero e non solo a parole. Bon Asti e Buon Moscato a tutti. p.s.: e l’Asti antico??? Ti telefono e mi dici???
Ottima questa pubblicità dell’Asti Martini per gli USA! Penso che il messaggio che dobbiamo mandare oggi è: il moscato va di moda? Bevi l’originale, bevi Asti e Moscato d’Asti! Questo è ciò che tutto il mondo dell’Asti dovrebbe fare. Perchè se il pubblico cercasse l’Asti, non ci dovremo più preoccupare se in altre regioni o paesi piantano vigneti di moscato… Avete mai sentito un vigneron o una maison dello Champagne preoccuparsi se in altri paesi piantano Chardonny e Pinot Noir? Buon Asti a tutti
Beh, caro Giovanni, io ho guardato i palloncini e anche il resto… e anche tu sono sicuro che una guardatina al “resto” l’hai fatta. Per quanto riguarda il mega ordine M&R non è l’unica. Mi risulta che già settimane fa cantine grandi e piccole con presenze commerciali negli States erano indaffarate a soddisfare ordini. È una buona o cattiva notizia? Dipenderà solo dai produttori e da chi deve controllare che non siano messe in pratica speculazioni, di nessun genere. Staremo a vedere…
A parte Te e me pochi guarderanno i palloncini. Da voci di bar sembra che la Martini & Rossi abbia ricevuto un’ordinazione di 500 mila bottiglie di Moscato d’Asti da un solo acquirente.
Buon Moscato d’Asti
giovanni bosco CTm