Nasce Assobrachetto: 12 soci fondatori, Pierluigi Botto (Ricaldone) presidente, Celeste Malerba (Sessame) segretario, e 350 iscritti. «Nessuna contrapposizione al Consorzio di Ricagno. Vogliamo rilanciare un vino che amiamo». Nei prossimi giorni raffica di summit e assemblee

inserito il 15 Aprile 2009

Grappoli di uva brachetto

Grappoli di uva brachetto

L’appuntamento è per domani, 16 aprile 2009, alle 9 nello studio di un notaio di Acqui Terme. Pierluigi Botto e altri 11 viticoltori della zona di produzione compresa nel territorio di 26 Comuni tra Astigiano e Alessandrino, terranno a battesimo l’”Associazione per la rinascita del Brachetto d’Acqui”. Nascerà così l’Assobrachetto con viticoltori e soci di cantine sociali uniti nel nome del rilancio del vino rosso dolce piemontese che sta attraversando una difficile stagione.

Gli iscritti, per ora, sono circa 350. Subito dopo la costituzione scatteranno le comunicazioni a Regione, Province, Comuni, associazioni di categoria e Consorzio di tutela. L’intenzione è accreditare Assobrachetto in modo da renderla protagonista della prossima riunione paritetica che si terrà in Regione il 22 di aprile. Sul tavolo temi importanti per un comparto che non vive un momento felice, con la contrazione delle vendite, rese ridotte, non senza polemiche, al di sotto dei 50 quintali per ettaro e timori per il reddito dei viticoltori. Ha dichiarato a Sdp Botto che  si appresta a prendere il timone della neonata associazione in qualità di presidente: «La situazione è gravissima. Tanto che con le eccedenze fisiologiche stoccate nelle aziende vinicole insieme all’invenduto 2008 raggiungono la quota di due milioni di bottiglie. Quasi il quantitativo di una vendemmia. La prossima». Sullo sfondo c’è la crisi economica mondiale, i progetti di rilancio avviati dal consorzio presieduto dall’imprenditore-presidente, Paolo Ricagno, che per molti non hanno portato grandi risultati, un’immagine del prodotto considerata priva di appeal e non concorrenziale, senza dimenticare i mugugni di viticoltori che vorrebbero guadagnare di più dalla vendita delle uve di un vino che un tempo era tra i più celebrati vini da dessert del Piemonte. «Assobrachetto vuole partecipare alla rinascita di questo comparto – avverte Botto -. Ma non chiamateci “cobas”. Vogliamo solo partecipare alla costruzione del futuro del Brachetto, insieme al Consorzio, alle aziende, agli enti locali e regionali e a quanti hanno veramente a cuore questo settore». Nasce, dunque, Assobrachetto, mentre il mondo vinicolo collegato a questo prodotto, è in pieno fermento. Lo testimoniano la raffica di assemblee e riunioni programmate da consorzio, enti locali e Regione: lunedì l’associazione di sindaci del Brachetto ha convocato i vertici di Consorzio e Assobrachetto; nello stesso giorno, al teatro Ariston di Acqui Terme, dovrebbe esserci un’assemblea di viticoltori convocata dal Consorzio; il 22, come abbiamo detto, è prevista a Torino, un tavolo della commissione paritetica con consorzio, Assobrachetto, organizzazioni di categoria e Regione. Infine il 28 ci sarà l’assemblea annuale del Consorzio. Insomma un aprile caldissimo in vista di una vendemmia 2009 che potrebbe essere ricordata più per i discorsi fuori dal vigneto che per la bontà dei grappoli.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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