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Monti: «C’è crisi, italiani comprate prodotti nazionali». E la Rai che fa? Il mega-spot allo Champagne!

Il presidente “sobrio” Mario Monti invita gli italiani ad acquistare prodotti nazionali, specialmente in periodo di crisi economica. E la tv di Stato fa pubblicità allo Champagne francese. Per chi volesse vedere il servizio che celebra le bollicine “storiche” francesi con frasi didascaliche degne del migliore pubblicitario, ecco il link: http://youtu.be/TobU59jPBow

Questa è la solita storia della solita stupidaggine italiota che pratica il tafazzismo, da Tafazzi, quel personaggio inventato dal trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, che si massacra i gioielli di famiglia a colpi di bottiglia. Ce l’ha segnalata un produttore piemontese di Asti spumante docg, che proprio quest’anno, insieme al vino fratello Moscato d’Asti, per la prima volta è stato venduto in 106 milioni di bottiglie.

Il produttore di vino si chiama Sergio Cerutti e, oltre a segnalarci il servizio pro Champagne, lungo ben 7 minuti e mezzo, mandato in onda alle 9,30 del 26 dicembre su Rai Storia (ma che c’azzecca?) la rubrica del Tg1, quello non più a guida Minzolini, ci ha pure girato la mail di protesta inviata alla redazione.

Eccola, in versione integrale, maiuscole e punti esclamativi compresi.

«BUONGIORNO ALLA REDAZIONE DEGLI “SPECIALI” ED IN GENERALE ALLA RAI DI STATO,

sono un piccolo produttore di Asti spumante metodo classico (ASTI CESARE), sono indignatissimo per il servizio di questa mattina sullo Champagne, non tanto per il contenuto storico del servizio, ma perché viene fatto proprio nel cuore delle festività ed anche perché lo champagne non ha proprio bisogno di pubblicità gratuita,considerando poi che i Francesi sono spudoratamente NAZIONALISTI e che ci sono oltremodo così ostili nella politica economica Europea. Presumo quindi che questa sia una delle tante pubblicità occulte di MAMMA RAI che mi stimola ad aggregarmi al nostro CONSORZIO DI TUTELA DELL’ASTI SPUMANTE per un reclamo ufficiale alla direzione RAI, in quanto proprio in un momento così difficile per l’economia, dobbiate remare contro l’ITALIA. VERGOGNATEVI,VERGOGNATEVI,VERGOGNATEVI !!!!!!!!

BUONE FESTE

Sergio Cerutti

www.caduciuvin.com»

Ora lo sfogo del Cerutti è più che comprensibile e, purtroppo, indica solo l’ultima di una serie di topiche fatte non sono dalla Rai, ma anche da atre emittenti nazionali e persino da primari gruppi industriali italiani con sede in Piemonte che nei loro spot inneggiano ai vini sudamericani.

Qui, però, la questione è più grave perché la Rai “siamo noi” e in parte ogni sia iniziativa, compreso il mega spot pro Champagne, è finanziata anche con il canone che proprio in queste settimane i cittadini – anche quelli che lavorano nelle aziende spumantiere nazionali, stanno pagando.

Che dire? In queste settimane il Consorzio dell’Asti, per fortuna, ha avuto passaggi, a pagamento e non, su reti Rai e tv private. Si è parlato dell’Asti e del Moscato d’Asti docg. Venerdì 30 dicembre, alle 11, il presidente del Consorzio, Paolo Ricagno, sarà alla trasmissione “Occhio alla spesa” su RaiUno, a parlare di Asti docg. Bene, benissimo anzi…

Tuttavia resta il dubbio: ma secondo voi la tv francese, sotto Natale e a gratis, l’ha mai fatto un servizio su l’Astì italienne?

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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  1. …e poi smettiamo altrimenti diventa un monologo…. Adriano dice no moschettieri ma moscattieri, Tu sei stato il primo cronista, lo posso testimoniare. Se facciamo due conti:moscattieri=moschettieri, moschettieri= Dumas, Larganà diventa uguale a Dumas, gira che ti gira si finisce sempre in Francia…..(è una cazz…giuro che è l’ultma del 2011…)

    Buon Moscato d’Asti

  2. come ho scritto su twitter mi pare che promuovere l’Asti puntando tutto su RAI e Mediaset nel 2012 sia una scelta incomprensibile. Ma nella vita non tutto si può comprendere.

  3. @Giovanni, nessun problema, sai che questo blog è aperto a tutti… svelo anch’io un piccolo segreto: agosto ’99, mio figlio era nato da pochi mesi e io ero a libro paga de La Stampa. Incontro mia suocera (e poi dicono che le suocere non servono…) che mi dice: “guarda che a Santo Stefano c’è movimento. I contadini del moscato sul sul piede di guerra. Tu che sei giornalista dovresti esserci”. E io ci “fui”. Andai a Santo Stefano Belbo e trovai la piazza del paese affollata di gente, tra cui anche Bosco che conoscevo per le polemiche sulla casa di Pavese (in quel caso, se non erro, fui io la pietra dello scandalo…). Non sapevo molto del mondo del moscato, ma mi piaceva e mi piace ancora, raccontare storie vere e particolari. Bosco mi disse, “Guarda che qui ne avrai di cose da scrivere e da imparare”. Niente di più vero. Quel giorno stesso scrissi il primo di una lunga serie di articoli… e continuo a farlo anche ora… p.s.: credo di essere stato il primo giornalista ad aver usato la definizione Cobas del Moscato…

  4. @ Filippo, chiedo scusa se approfitto del tuo blog per ricambiare gli auguri ad Adriano Salvi e nel contempo Ti svelo un piccolo segreto che nemmeno Adriano sa. Nel 1999, senza volerlo, fu proprio Adriano ad innescare la miccia di quelli che sarebbero diventati i “cobas del Moscato”. Avevo espresso su alcuni giornali le mie perplessità sulle feste a Santo Stefano Belbo, Adriano Salvi mando alcune sue riflessione alla Gazzetta d’Alba ( Due parole a Giovanni Bosco-4.8.1999) che vennero lette dai giovani produttori di Moscato della zona i quali vennero da me e tutti insieme decidemmo di scendere in piazza….i moscattieri sono diventati in tanti. Buon 2012, ma soprattutto….

    Buon Moscato d’Asti

  5. per dover leggere in continuo “Les italiens” con quell’implicito tono dispregiativo di cui i francesi sono maestri….sarebbe opportuno non scivolare ogni anno, per ora mi ricordo tutti quelli da quando ho l’età della ragione….sulla sciocca ed inutile comparazione e “sfida” tra Champagne e Spumanti. Non è un fatto nuovo e trovo anche fuori luogo l’insistenza mediatica con la quale Coldiretti (e non solo) spingono per questi consumi a Km zero. Non è sbagliato in se incentivare l’acquisto di prodotti locali, lo diventa se, per esempio, si arriva ad invitare a non consumare il pesce perchè arriva “da fuori” e poi se si innescasse ulteriormenteil meccanismo “l’Italia fa da sè” di mussoliniana memoria, che fine farebbe l’export di ortofrutta che pure costituisce una cifra di tutto rispetto per la nostr bilancia commerciale ed il vino, ad iniziare da Asti ed oggi pure Moscato ce lo berremmo tutto noi?
    Devo avere sensi di colpa se ogni tanto mangio una banana? Devo coltivare banani in riva Belbo? Prendiamo quasi tutti ogni giorno un caffè o un tè, arriva da Cassinasco?
    Un pò di buonsenso non guasterebbe ma certo con queste cose si riempono facilmente contenitori televisi vuoti di idee e di programmi e giornali, caratecei e non propensi a pubblicare qualsiasi cosa…
    BUON ANNO in particolare a Giovanni “moscattiere” anzichè moschettiere

  6. non solo le idee rimangono, ma purtoppo spesso anche i danni, magari non in eterno, ma possono lasciare un ENORME SEGNO per parecchio tempo..

  7. per fortuna che le persone passano, io mi auguro che passino prima di fare troppi danni…(e non è una presa di posizione a priori…)

  8. @Giovanni, condotta corretta la tua, purtroppo, a mio avviso, alcuni si comportano esattamente come ho detto, bocciando a prescindere… e si sa il pregiudizio é una brutta bestia…

  9. @Filippo. Tu sai benissimo che in quarant’anni ho sembre combattuto le idee, mai le persone, anche perchè le persone passano e purtroppo certe idee rimangono….

    Buon Moscato d’Asti

  10. @Giovanni: benvenuto nel club..! quanto alla trasmissione di RaiUno meglio dello spottone di RaiStoria, almeno si è parlato anche di spumanti italiani. Sovraesposizione del Consorzio e del suo presidente? Forse, ma se hai visto anche per il Prosecco hanno chiamato il direttore del corrispondente Consorzio che certo non ha lesinato in autocelebrazione… consiglio (non richiesto e, come sempre, passibile di rigetto): togliersi le lenti anti-consorzio (o anti-presidente?) sarebbe auspicabile anche perché in giro ci sono associazioni pseudo-sindacali che ci fan fare figure ben peggiori delle nostre begucce interne. Vedi la bacchettata che Le Parisien (non un bollettino di categoria) dà alla Coldiretti per la stucchevole e ridicola storia ricicciata degli spumanti italiani che superano lo Champagne. Ecco il link: http://www.leparisien.fr/espace-premium/actu/le-mousseux-italien-ferait-de-l-ombre-au-champagne-21-12-2011-1777737.php

  11. Causa impedimento da malattia di stagione ieri mi son visto la trasmissione “occhio alla spesa” su rai 1 (ieri 29.12.e non oggi 30.12). Per 5 minuti di promozione all’Asti spumante e al Moscato d’Asti mi son dovuto sorbire oltre mezz’ora di pubblicità gratuita allo champagne. Per pareggiare i minuti dedicati allo champagne si è dovuto parlare di asti, prosecco e franciacorta. Se questa è promozione ai prodotti italiani io son babbo natale.
    Avete notato che la pubblicità a pagamento quest’anno non è all’Asti Spumante ma al consorzio dell’Asti Spumante? Avete compreso il perchè? Pubblicità al Consorzio , dopodichè in televisione compare il presidente di detto consorzio: Nuove strategie di mercato?
    Rispondere con altre domande ci si iscrive automaticamente al club “Chiedere è lecito, rispondere è cortesia, non rompere le palle è gradito”

    Buon Moscato d’Asti

  12. Molto interessante quello che dice Gianluigi. In effetti da alcuni anni la globalizzazione, nel bene e nel male, investe anche la Francia e l’interesse per alcuni vini italiani è indubbio. I moscati francesi e corsi sono vini completamente diversi, anche buoni, a me piacciono soprattutto alcuni Cap Corse ma i nostri sono un’altra cosa. Mi dicono che in Spagna il Moscato d’Asti furoreggia nei wine bar e tra i giovani. Forse non abbiamo sempre una percezione giusta di cosa succede nel mondo, occupati in battibecchi da cortile come quello pro e contro i 20 ettari di Zonin. Il servizio sullo Champagne in RAI non mi scandalizza, anche se avrei preferito vederlo in un altro periodo dell’anno e non sotto le feste, quando un minimo sano patriottismo consiglierebbe di dare maggior rilievo ai prodotti italiani visto che qui si concentra il grosso degli acquisti. Mi scandalizza di più lo strafalcione iniziale, che denota evidente sciatteria nel lavoro di redazione.

  13. @Gianluigi E’ vero “loro” il Moscato d’Asti perfortuna non ce l’hanno, dico perfortuna perchè altrimenti sarebbero guai…certo che piace al transalpini son mica fessi. Ho intervistato, tra gli altri. Paul Bocuse e Alain Ducasse, ed hanno confermato che ammirano moltissimo e invidiano la cucina regionale italiana.. Non ho fatto fatica a credere ai due pluristellati, la varietà di piatti che noi vantiamo in Francia se la sognano. Sono poi d’accordo con Filippo sul fatto che non ho mai riscontrato molte lodi mediatiche all’Italia, ammetto però di vedere raramente la TV francese, che pur servendomi per tenermi “allenato” con la lingua, trovo noiosissima. Gira gira però hanno inculcata ancora “la grandeur” , qualcuno lo considera un pregio, io un difetto…..
    Buon Anno.

  14. quoto al 1000% Filippo
    “Ora uno potrebbe pensare che anche il servizio di Rai Storia sia una “marchetta occulta”, come sostiene il Cerutti. Io, però, propendo più sulla tesi della stupidaggine: questi della redazione non c’avevano una mazza da mandare in onda dopo Natale e si son detti “massì, parliamo dello Champagne, un classico…”…. Rob da mat…./ aggiungo stupidi…..

    “ma che francesi frequenti? Certo non del tipo sarkosyano “non c’è bisogno di andare cos’ in alto, io ci lavoro e confermo” che appena possono la mettono in quel posto a les italiens… poi certo che vanno matti per la nostra cucina e i nostri vini, metà sono di origine italiana (i francesi del sud-est) ma anche un bel po’ di ricette… quanto al nazionalismo, bhe, lascismo perdere. Per la Francia e il suo rapporto con la Ue vale quello detto per l’Uk: é come se un uomo sposato andasse ad un convegno di scambisti senza la moglie…”
    questa è veramente buona e chiarificante !!!!!!!

  15. Di francesi ne frequento tanti: più che altro ce campo, essendo a tutt’oggi i miei migliori clienti. E quelli alla Sarcozzi, per fortuna, non amano vini che non siano Champagne o Bordeaux: dunque non ho occasione di averci a che fare. Coi francesi di origine italiana non faccio buoni affari, sono sempre a ricordarti che il vino del loro nonno, ah, quello sì che era buono. E se devono comprare italiano comprano solo quello del paesello avito. Per quanto riguarda la cucina non sto a ricordarti quanto la nostra deve alla loro, anche se gli abbiamo insegnato a mangiare la pasta ed il risotto (ma fanno male sia l’una che l’altro). Ma al di là del discorso sul nazionalismo “politico”, posso affermare con cognizione di causa che in campo enofilo ho trovato molta più apertura, curiosità, disponibilità e dialogo presso i consumatori francesi che non con quelli italiani. Per finire: come sai “batto” la Francia da dieci anni in lungo in largo, da Parigi al più sperduto paesino del Finistère: ho potuto verificare l’inconsistenza di tanti acrimoniosi luoghi comuni con cui bolliamo i nostri cugini primi, e che spesso sono causa, nei loro confronti, di un astio del tutto ingiustificato.

  16. @Gianluigi: ma che francesi frequenti? Certo non del tipo sarkosyano che appena possono la mettono in quel posto a les italiens… poi certo che vanno matti per la nostra cucina e i nostri vini, per metà sono di origine italiana (i francesi intendo) ma anche un bel po’ di ricette… quanto al nazionalismo, bhe, lascismo perdere. Per la Francia e il suo rapporto con la Ue vale quello detto per l’Uk: é come se un uomo sposato andasse ad un convegno di scambisti senza la moglie…

  17. A proposito di consorzio!!! stasera, ho visto una bella pubblicità su canale 5 c’era Jerry Scotti
    che faceva uno spot sul’ Asti, e parlava anche del consorzio, e devo dire che era molto bello..
    ma come sta storia..qualche anno fa c’era tanto vino e poca pubblicità, ora c’è tutto il contrario…
    La cosa non quadra!!! qualcosa bolle in pentola, ne sono sicuro.
    Buon anno a tutti… speriamo lo sia. CIAO.

  18. I francesi sono meno sciovinisti di come li immaginiamo, e comunque molto meno di quanto lo siano gli italiani nei loro confronti. Anche in campo enoico. Certo, spesso hanno verso di noi l’atteggiamento affettuoso-paternalista che si riserva al fratello più giovane e scavezzacollo. Però adorano il Moscato d’Asti , tipologia di vino che loro non hanno, e apprezzano l’Asti anche se somiglia molto al loro Clairette de Die (ma costa infinitamente meno). Ah, e ricordo di aver visto più volte servizi fatti molto bene sui vini e sulla gastronomia italiana, della quale i francesi vanno pazzi.

  19. @Giovanni: anch’io sarò provocatorio. Al Moscato d’Asti e all’Asti dà più danno concedere 20 ettari ad un industriale che ha terreni nella zona di Asti (su 10 mila dell’intera zona di produzione) e montare una causa nazionale finendo su tutti i giornali con liti, insulti e accuse reciproche, o affidare ad un unico personaggio, qualunque esso sia, la promozione di questo prodotto, se poi malauguratamente questo personaggio venisse coinvolto in qualche spiacevole disavventura enoica (chessò, un’inchiesta per una “dolce” frode in commercio). Oppure: all’Asti dà più danno la promozione fatta da un personaggio che non è, fino a prova contraria, coinvolto in nessuna “spiacevole avventura enoica” o aziende che prima escono dal Consorzio dicendo peste e corna, anche su media nazionali, dell’ente nel quale facevano il bello e il cattivo tempo sconfessando persino scelte che loro avevano contribuito a fare, e poi, sotto Natale e Capodanno, svendono l’Asti docg a meno di 3 euro alla bottiglia insieme a panettoni e pandoro esattamente come altre che nel consorzio ci stanno ancora o sono in procinto di tornarci? Continuo? Buon Moscato e Buon anno a tutti!

  20. Sarò il solito “provocatore”, ma mi viene spontanea una domanda: “all’Asti spumante da più danno un servizio sullo champagne o affidare ad un unico personaggio(qualunque esso sia) la promozione di questo prodotto, se poi malauguramente questo personaggio venisse coinvolto in qualche spiacevole avventura enoica?”

    Buon Moscato d’Asti

  21. @Adriano, vedi la rubrica Viniamo de Il Giornale on-line che in vista del capodanno parla (e vende nelle sezione shopping) tre Champagne… a parziale scusante c’è da dire che ilgiornale.it non fa informazione, ma vera vendita ed è già uno scandalo (ma ormai non si scandalizza più nessuno di queste cose) che il “pezzo” sugli Champagne sia collegato con link ad uno “store” definito Il Giornale del vino… cliccate qui: http://www.ilgiornale.it/vini/grande_soiree_tre_super_champagne/vendita_vino_online-vino-etichette_vino/23-12-2011/articolo-id=564025-page=0-comments=1

  22. Clamorosa vaccata in apertura del servizio: se ne vendono più di 60 milioni di bottiglie! In effetti se ne vendono 320 milioni, sicuramente 320 è più di 60! Se è una marchetta, mi sa che i francesi faranno storie con il pagamento, e hanno ragione. Neanche la marchette sanno fare, questi cani.

  23. dimenticavo, non è solo la Rai che continua ad avere una certa sudditanza ed il complesso del “cugino povero” nei confronti dello Champagne….ci mettono da sempre del loro le testate cartacee e on-line cha parlano di vino, molti blog di personaggi più o meno competenti e financo un buon numero di produttori vinicoli nostrani che “stravedono” per le bollicine d’Oltralpe e lo ribadiscono convinti su facebook ed affini….
    Nulla da obbiettare, lo Champagne è un “mito” mai passato di moda e questa immagine se l’è guadagnata con l’ottimo lavoro promozionale svolto da 150 anni, però i francesi si guardano bene, da perfetti sciovinisti, di parlare in toni entusiastici di vini e spumanti (si può ancora dire spumante?) italiani, anzi praticamente non ne parlano affatto…..

  24. Tutto normale….per l’italiota fa sempre molto chic parlare di Champagne e la Rai ha un a forte concentrazione di incompetenti finiti li più per tessere di partito (tutto quello che si chiamava arco costituzionale) che per effettivi meriti. Convengo con te Filippo sul fatto che hanno mandato in onda il servizio come tappabuchi, per altro in ora televisamente “desertica” su un canale seguito (in altri orari) da vecchi “intelletuali” come me che amano la storia.
    Non val la pena far troppa pubblicità a questa uscita balzana, alla quale sicuramente ne seguiranno altre in perfetto stile Rai….oltrettutto non si possono trovare rivalse non pagando il canone…..avrete sicuramente visto lo spot “minaccioso” nel quale la TV di Stato fa presente che il canone è una tassa e pertanto va pagata. Purtroppo è vero e se non si paga ti mettono le ganasce fiscali all’auto…W LA RAI cantava Renato Zero, prendendola neppure troppo sottilmente per i fondelli, ma sono talmente gnocchi che non l’hanno ancora capito… HAPPY NEW YEAR

  25. comunque credo sia doveroso inc…si, ma non c’è da stupirsi..ci si può aspettare qualcosa di diverso da un’azienda che lascia andare via dei conduttori di programmi che creano reddito?è contro ogni logica commerciale…figuriamoci se gli importa qualcosa dei prodotti made in italy …

  26. @Luca: ma perchè quella della Rai a te non sembra pubblicità gratuita? No, non esiste pubblicità gratuita, a meno che l’editore non conceda spazi per campagne di utilità sociale tipo Pubblicità Progresso. Io però intendevo coem il servizio mandato in onda dalla Rai non fosse identificato come televendita o servizio non giornalistico a pagamento, un po’ come fanno i giornali con le cosiddette “pagine speciali” che sono a pagamento e per deontologia dovrebbero essere segnalate come publiredazionale a pagamento (però qualche volta non lo sono affatto). Ora uno potrebbe pensare che anche il servizio di Rai Storia sia una “marchetta occulta”, come sostiene il Cerutti. Io, però, propendo più sulla tesi della stupidaggine: questi della redazione non c’avevano una mazza da mandare in onda dopo Natale e si son detti “massì, parliamo dello Champagne, un classico…”…. Rob da mat…

  27. chiedo scusa per l’ignoranza ma non capisco il perchè gratis…esiste un tipo di pubblicità televisiva gratuita?

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