Regolarizzare la denominazione del mosto di moscato da Asti e Moscato docg, e la presa di spuma non sarà più conteggiata come volume di prodotto. Non solo questioni di territorio (leggi il post a lato), ma anche temi strettamente tecnici sono stati affrontati dalla Commissione paritetica sul Moscato.
Per il mosto da uve moscato docg sarà la paritetica a vagliare le domande di aziende vinicole e vinificatori che, di volta i volta, richiederanno di trasformare il proprio mosto in Moscato docg o Asti spumante.
Le interpretazioni a questa disposizione hanno sfumature diverse.
«Servirà ad evitare speculazioni con i soliti furbetti che a seconda del mercato fanno business da una parte o dall’altra» ha detto a Sdp il presidente di Assomoscato, Giovanni Satragno.
«Finalmente il mercato potrà essere affrontato in modo più moderno dalle nostre aziende. Impossibile fissare una volta per tutte le destinazione del mosto. I mercati cambiano di frequente. Le aziende devono adattarsi. Questa disposizione va in questo senso» ha commentato il presidente del Consorzio di tutela, Paolo Ricagno.
Per quanto riguarda la presa di spuma per l’Asti spumante, attraverso l’aggiunta di zuccheri, ebbene non potrà più essere conteggiata come volume. A riguardo a breve dovrebbe arrivare una delibera della Regione Piemonte. Per Assomoscato significa il rientro nel settore di almeno 12mila ettolitri di vino.
Sdp