Un altro importante passo normativo per arrivare al completamento dell’iter di riconoscimento ufficiale della Docg Canelli, diretta erede della sottozona del Moscato d’Asti. Chi aveva gufato è rimasto con le pive nel sacco, chi ancora gufa ci rimarrà, chi ci ha sempre sperato e a lavorato duramente per arrivare al risultato tira un sospiro di sollievo e soddisfazione. Intanto, polemiche a parte e in attesa di una possibile quanto auspicabile conferenza stampa, pubblichiamo la nota ufficiale e congiunta del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg e dell’Associazione Produttori del Canelli che spiega come si stia procedendo velocemente verso la nuova docg Canelli a base di uve moscato bianco che sarà gemella del Nizza docg (uve barbera) che sta riscuotendo attenzione e consensi.
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Il Comitato Nazionale Vini DOP e IGP ha approvato nella seduta di ieri, la proposta di Disciplinare della nuova DOCG “Canelli”, dando il via ad un iter normativo che, concludendosi entro l’anno, renderà possibile la prima vendemmia ufficiale di Moscato bianco per “Canelli” nel 2022.
La procedura prevede infatti che, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo disciplinare “Canelli” che ne sancisce ufficialmente la nascita, spetti poi all’Unione Europea approvare in via definitiva la nuova DOCG, stabilendone di fatto la relativa protezione.
Al momento sono oltre 40 le aziende che, nell’ambito della denominazione Asti DOCG, rivendicano il proprio Moscato d’Asti DOCG come sottozona Canelli, per oltre mezzo milione di bottiglie.
Lorenzo Barbero, Presidente del Consorzio dell’Asti spumante e del Moscato d’Asti Docg commenta così la notizia: “la nuova Denominazione rappresenta sicuramente una ulteriore opportunità di crescita qualitativa per i produttori di una zona storica come quella di Canelli”.
Flavio Scagliola, membro del direttivo dell’Associazione Produttori Canelli (presidente è Giamario Cerruti ndr) e Vice Presidente del Consorzio dell’Asti spumante e del Moscato d’Asti Docg afferma: “a vent’anni dalla nascita dell’Associazione, la secolare tradizione vitivinicola di Canelli avrà, finalmente, il proprio definitivo riconoscimento”.
Il territorio di Langhe e Monferrato, Patrimonio dell’Umanità UNESCO (dal 2104, insieme al Roero, fu la prima zona vitivinicola di pregio italiana a diventarlo ndr), si arricchisce quindi di un nuovo vino, figlio di un’antica tradizione.