24 maggio 2010, ore 10,30, Foro Boario di Nizza Monferraro. Comincia Orizzonte Nizza, eno-rassegna dedicata al rosso piemontese. E i timori della vigilia prendono corpo. In un amen il convegno organizzato dai volenterosi produttori del Nizza, la selezione di Barbera d’Asti docg prodotte in zona secondo un disciplinare rigidissimo, passa da “bella pensata” a “aria fritta”. Peccato.
La colpa? A nostro avviso un po’ del solito provincialismo che spesso, da queste parti, spinge ad affidare comunicazione e organizzazione di eventi importanti a persone che non hanno nulla a che fare e non sanno un fico secco di territorio e vini locali. Un po’ deriva dal fatto che sul tema “prodotti e turismo” in questi anni s’è detto tutto e il contrario di tutto e a tutti i livelli.
Quindi l’argomento andava, a nostro parere, aggredito da un’altra angolazione, magari più originale e inedita.
Parlando, per esempio, di come coniugare vino, consumo consapevole e turismo o approfondendo – non in dieci minuti però – le nuove frontiere della promozione turistica on-line e multimediale e come questi strumenti possono essere utili alle imprese del comparto.
Invece nulla di tutto ciò.
Sotto le belle volte restaurate dell’ex mercato del bestiame della capitale astigiana della Barbera i relatori si sono susseguiti mettendo a dura prova l’attenzione degli ascoltatori.
Magda Antonioli Corigliano coordinatrice del Master in Economia del Turismo della Bocconi di Milano, ha parlato, sia pure con una certa verve, di cose già ascoltate: puntare sul brand (ma non si può dire marchio?) per valorizzare il territorio (già sentito), la necessità di fare squadra per far decollare il turismo (già sentito), collegamento strategico tra territorio, prodotto locale e imprese (l’Asti spumante lo insegna da 70 anni).
Roberto Ferretto, presidente dei ristoratori astigiani ha elencato i tanti appeal della zona, tutta roba buona per un convegno a Milano, un po’ noioso per una platea fatta per il 95% da “indigeni”. Ferretto ha pure auspicato l’arrivo di “pionieri sognatori” che sappiano mettere insieme azioni per un decollo del turismo agroalimentare legato alla Barbera d’Asti. Mah.. sarebbe bello mettersi in discussione in prima persona.
L’albergatore Luca Mogliotti, presidente del Consorzio Langa Astesana Riviera, e di cui Sdp qui presenta una videointervista, ha parlato della curiosa sinergia tra operatori turistici piemontesi e liguri che hanno sentito l’esigenza di mettersi insieme nonostante le tante Atl pubbiche che operano in Piemonte e Liguria (bello spunto per un altro convegno turistico-economico).
Infine Max Ricciardini da Arezzo, esperto di comunicazione e marketing del turismo enogastronomico e promotore del progetto “L’imboccastrada” (così recita il comunicato stampa), ha in sostanza confezionato e fornito uno chiaro spot sulla propria azienda e sui prodotti che offre. Cosa ben diversa dal parlare di «come utilizzare le nuove tecnologie per la comunicazione turistica» che era il tema del convegno. Per quanto riguarda il valore del portale del Ricciardini rimandiamo al link http://www.limboccastrada.it/. E segnaliamo che sotto al titolo emblematico “La Barbera e il Monferrato – il vino, i sapori, il territorio” tre foto altrettanto significative di come non si deve comunicare un territorio. A rappresentare infatti l’area della Barbera d’Asti quelli di Imboccastrada non hanno trovato di meglio da pubblicare che un centro termale (?), una forma di Grana Padano, formaggio che solo in parte è una dop piemontese, infatti si fa anche in Lombardia, Emilia Romagna, veneto, Trentino, dimenticati caci piemontesi dop come Robiola di Roccaverano, Bra, Castelmagno, Murazzano, Toma Piemontese e Raschera (basta andare su Internet che c’è tutto); e infine un vigneto (ma piccolo piccolo) e neppure una bottiglia.
E stendiamo un velo pietoso sulle immagini (prese chissà dove) di grappoli, tomini anonimi e paesaggi cittadini da cartolina Anni Settanta.
Meglio, molto meglio, la mini relazione di Maurizio Vellano, questo sì esperto di multimedialità e geoturismo collegato alle nuove tecnologie che ha illustrato il suo progetto per un vero turismo da 2.0. Vedi il sito http://www.eguides.it, elaborato dalla sua società che, udite udite, si trova il provincia di Alessandria e non nella solita Toscana. Incredibile!
Tralasciando ovvietà e spot, nella sua prima giornata, Orizzonte Nizza ha almeno avuto il pregio di focalizzare, ancora una volta, l’attenzione su un vino fin troppo bistrattato e svilito.
E questo è sempre bene.
Il sindaco di Nizza Monferrato, Piero Lovisolo, ha perciò invitato i ristoratori a proporre la Barbera d’Asti, cosa che non è così scontata come può apparire. Vedremo quanti saranno quelli che seguiranno il consiglio. E davanti alla videocamera di Sdp il primo cittadino ha pure tracciato una interessante analisi sul mercato del vino.
Gianluca Morino, produttore vinicolo e presidente dell’associazione produttori del Nizza – a lui che è il padrone di casa di ON e che abbiamo videointervistato indirizziamo, senza polemiche, le nostre critiche per un evento che avrebbe potuto essere più efficace nella comunicazione – ha espresso spunti originali – questi forse avrebbero dovuto essere tra i temi delle due giornate -, come l’idea di creare una denominazione esclusiva Nizza per il Barbera d’Asti della soprazona Nizza (è ora che i piemontesi si facciano un po’ furbi) e quella di vinificare solo uve barbera in purezza, invece che al 90% come indica un disciplinare un po’ troppo pressappochista. È la strada giusta anche secondo noi.
Piergiorgio Scrimaglio, imprenditore vinicolo e presidente dell’Enoteca regionale di Nizza Monferrato ha annunciato che sarà proprio una Barbera d’Asti il vino ufficiale della Nazionale di calcio che il 14 giugno esordirà ai Mondiali di calcio in Sud Africa (e speriamo porti bene).
Il presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato, Enzo Gerbi, ha concordato sulla necessità di fare squadra augurandosi che tutti gi attori della filiera Barbera credano fermamente in un corale progetto di rilancio in grande stile.
Ecco, questa può apparire un’ovvietà, e in effetti noi l’abbiamo scritta migliaia di volte. Ora, però, è un appello che i barberisti non possono permettersi di lasciare cadere nel vuoto.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)