Si arricchisce di particolari la vicenda del Nizza docg che sarebbe stato escluso dal mercato Usa a causa del mancato inserimento nella lista delle dop europee da parte dell’apposita commissione Ue (leggi qui). Il “pasticcio all’europea” era stato confermato dal presidente del Consorzio della Barbera, Filippo Mobrici, e da quello dei produttori del Nizza, Gianni Bertolino. Ora si starebbero muovendo anche Ministero, Regione Piemonte e anche a livello parlamentare.
Per quanto le istituzioni regionali, l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha dichiarato a SdP che funzionari avrebbero già preso contatto con il Ministero delle Politiche Agricole. «Con Roma cercheremo di chiarire questa situazione» ha confermato l’assessore.
Qualche notizia in più arriva da Massimo Fiorio, deputato astigiano e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera. Dice Fiorio: «Io questa cosa l’avevo facilmente prevista un paio di anni fa. Si sapeva che quella commissione Ue sulle dop andava a rilento. All’epoca scrissi a tutti gli europarlamentari italiani. Invano. Non ci fu risultato. Oggi siamo in una situazione assurda con vini a docg e doc per cui è stato chiesto l’etichettatura transitoria, che sono venduti con quelle etichette in Italia e in parecchi mercati stranieri, ma che sono a rischio in Usa perché non ancora inseriti nella lista dop».
Fiorio cita anche altre dop a rischio identità e annuncia una proposta: «Che le dop tornino competenza degli Stati membri in modo che ogni Governo si attenga al proprio iter e alle proprie esigenze in modo da non intasare un organismo che ha dimostrato di non rispondere in modo adeguato alla richiesta delle economia europee».
Ma che cosa accadrà ora? Difficile dirlo. Non resta che attendere che la burocrazia europea o la politica ci mettano un pezza. Il che non è esattamente una prospettiva ottimistica.
fi.la.
Qui la lettera che l’on. Forio inviò agli europarlamentari italiani nel giugno di due anni fa: lettera-fiorio-eurodeputati-procedura-conferimento-protezione-1