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Mondo Asti. In Grecia balletto dei prezzi per lo spumante docg. Sullo stesso scaffale è venduto a 5 e 10 euro

In Grecia, tra crisi economica e drammatici scontri di piazza, c’è poco da brindare. Sugli scaffali, tuttavia, non manca l’Asti spumante. Venduto, però, a prezzi molto diversi.Lo ha documentato un nostro lettore che, dalla capitale ellenica, ci ha inviato due fotografie scattate in un market ateniese.

Sullo stesso scaffale si vedono le bottiglie di vari spumanti, locali e stranieri. Tra i prodotti non greci spiccano due etichette italiane che hanno sedi di produzione proprio nel cuore dell’area vocata.

Ebbene per lo stesso prodotto, cioè un vino ottenuto dalle stessa uva (il moscato bianco di Canelli), della stessa regione (entrambe le maison hanno conferenti in territori simili o addirittura adiacenti), con lo stesso procedimento (fermentazione controllata in autoclavi), sono esposti prezzi molto diversi.

Il brand più forte, quello che ha più storia, tradizioni e una struttura multinazionale, propone la bottiglia a poco più di 10 euro.

L’altra la marca meno famosa, ma anche meno legata a livelli di immagine e prezzi, vende il prodotto a meno di 5 euro.

Ora, nonostante restino valide le auree regole del mercato (concorrenza, marketing diverso, diversi costi di produzione, scelte diverse di aggredire i mercati, ecc… ecc..) alcune domande, come si suol dire, sorgono spontanee.

A) Quale bottiglia sceglierà, ammesso abbia ancora voglia di brindare, il consumatore ellenico?

B) È normale che un prodotto di massa come l’Asti, venduto in oltre 70 milioni di bottiglie l’anno in tutto il mondo, abbia forbici di vendita così diversificate con oscillazioni in alto e in basso del 50%?

C) Questa politica commerciale è quella giusta per riposizionare l’immagine dell’Asti docg ai vertici dei mercati nazionale e internazionale?

Sdp

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