Missione. L’Asti docg punta sugli Usa con un progetto da 6 milioni di euro. Ma fanno paura le minacce dei super-dazi di Trump

inserito il 31 Marzo 2017

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Spendere 6 milioni di euro in tre anni negli Usa per fare conoscere l’Asti spumante, il Moscato d’Asti e, quando ci sarà, anche l’Asti Secco (Dry). Mentre intanto il “celodurista” Donald Trump minaccia di raddoppiare i dazi sui prodotti stranieri, vino italiano compreso, anche del 100%.
Accade al Consorzio di Tutela dell’Asti che oggi, 31 marzo, ha presentato il progetto di una “missione” in terra statunitense che durerà tre anni per un investimento totale di 6 milioni di euro.
I fondi sono stanziati dalla Ue, per l’80% pari a poco più di 4,7 milioni, e degli stessi beneficiari che mettono poco meno di 1,2 milioni. Con il Consorzio dell’Asti partecipano al progetto anche l’Istituto per la valorizzazione salumi italiani e il Consorzio del Provolone della Valpadana. «È il made in Italy del gusto» sintetizza il direttore dell’Asti, Giorgio Bosticco.
A presentare l’iniziativa anche il presidente del Consorzio, Gianni Marzagalli (che entro maggio dovrebbe lasciare il mandato a meno di una clamorosa riconferma) e l’europarlamentare cuneese (lui, però, ci tiene a dire che è albese) Alberto Cirio uno che, con i suoi trascorsi di assessore regionale (e al Comune di Alba) al Turismo, di promozione del territorio se ne intende e ne mastica ancora parecchio.
Marzagalli e Bosticco non si nascondono dietro a giri di parole: «È lui che ci ha aiutato moltissimo per accedere a questi bandi che non sono per nulla facili da ottenere». Un grazie che il Consorzio ha esplicitato anche organizzando un incontro con la stampa al castello di Grinzane Cavour, terra di Barolo più che di Moscato.
«In questo modo creiamo sinergie ra due territori che hanno molto in Comune e che io avrei voluto unire anche attraverso l’alleanza delle rispettive Atl» ha confidato a SdP, Cirio. Salvo poi che l’atl di Asti si è alleata con quella Alessandria. «Non potevamo fare altrimenti» si difendono gli astigiani accampando norme e leggi di Stato e Regione. Ma questa è un altra storia.
Tornando alla missione Usa dell’Asti docg si tratta in pratica di una serie di educational e tasting che saranno allestiti nei supermercati, con corner e personale attrezzati ad hoc.
Per quanto riguarda ristoranti e bar il target è la fascia orario del pre-dinner con assaggi di Asti (dolce e secco) e Moscato d’Asti insieme a formaggi e salumi dei partner italiani del Consorzio.
I vertici del Consorzio, insieme a Cirio, credono molto nel progetto che ha anche un titolo esotico e ottimistico: “Enjoy, it’s from Europe” che facendo il verso a un famoso slogan di una famosa cola suona un po’ come  “Goditela, arriva dall’Europa” e per la verità, stride un po’ con i venti di guerra commerciale che Trump evoca con i suoi super-dazi protezionistici dei prodotti Usa e dei Paesi “amici”.
Su questo tema Cirio, come da intervista rilasciata a SdP, è apparso più possibilista auspicando una UE meno debole e più attenta alla tutela dei propri prodotti agroalimentari e non.
Più preoccupato Bosticco che, da uomo di vendite, non ha avuto remore ad esternare i suoi timori: «Il 30% delle vendite di Moscato doc son in Usa. Se ci mettono dazi alti non so davvero dire quali saranno le ripercussioni». S’immagina nulla di buono.
Dunque è facile prevedere che si metteranno all’opera le diplomazie commerciali.
Certo gli Usa non possono spacciarci la loro carne agli ormoni, ma neppure fare troppo la voce grossa. «Ci sono già cinquemila aziende americane che hanno chiesto a Trump di ritirare questa folli dai mega dazi» ha detto un informatissimo Marzagalli.
Detto ciò “Enjoy, it’s from Europe” partirà a ottobre 2017 con un programma che prevede: tre incontri con la stampa, uno all’anno, per spiegare lo stato dell’arte del progetto; 15 workshop, cinque l’anno, btb e btc rivolti a 1500 operatori tra importatori, buyers, distributori e media; 240 mila degustazioni in ristoranti top tra New York, Chicago, Washington, Miami, Los Angele, San Francisco, Seattle e Las Vegas; 90 happy hour serali in località turistiche tra California e Florida con un target stimato di 54 mila persone; 1200 corner informativi nei supermercati e una campagna social con 5 uscite settimanali per un totale di 780 passaggi e 300 mila persone raggiunte.
Insomma il Consorzio ci prova, anzi ci riprova dopo la campagna cinese che non ha avuto gli effetti sperati, con l’estero e questa volta vuole trovare l’America in America. Speriamo ci riesca.
Intanto qui sotto le nostre video interviste e il reportage fotografico della conferenza stampa che si è svolta ad Asti. Le immagini sono di Vittorio Ubertone.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

Le video interviste


Gianni Marzagalli
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Giorgio Bosticco

Alberto Cirio
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Le fotografie

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