Qualcuno l’aveva prevista e alla fine è arrivata. La gelata d’aprile ha fatto danni che, a una prima stima, sembrerebbero ingenti, su vigneti, frutteti e persino su alcune coltivazioni in serra. Molti report negativi dalle
associazioni di categoria e dalla stessa Regione Piemonte che, attraverso l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, ha dato voce istituzionale ai coltivatori colpiti dalle gelate.
Si legge in una nota diffusa dall’assessorato: «Prendo atto della grave avversità che ha colpito i territori piemontesi e in particolare le numerose colture che in questo periodo erano già in fiore, mettendo a serio rischio i futuri raccolti» dichiara l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa della Regione Piemonte. La gelata, che ha raggiunto molti gradi sotto lo zero, ha interessato in particolare le piante da frutto, le orticole e la vite che in questi ultimi anni sono spesso stati interessati da gravi eventi eccezionali dovuti al cambiamento climatico. Questo grave evento non ha risparmiato nessuna zona della regione mettendo a rischio un’economia già compromessa da questo lungo periodo pandemico e dalle recenti alluvioni. «Al fine di constatare con maggior puntualità quanto determinato dallo shock termico stiamo organizzando alcuni sopralluoghi utili per verificare l’entità dei danni che sicuramente le associazioni agricole quantificheranno nei prossimi giorni». Nella giornata di martedì 13 aprile l’assessore Protopapa è stato invitato dal tavolo ortofrutticolo Cuneese ad effettuare un sopralluogo nelle zone colpite e anche per un incontro con le organizzazioni dei produttori. «Una presenza importante per dimostrare la vicinanza delle istituzioni alle nostre aziende agricole anche nei momenti di difficoltà» conclude l’assessore Protopapa.
Non solo la Regione segnala i danni.
Confagricoltura Piemonte ha fatto un’analisi della situazione e rilasciato questa nota dettagliata insieme ad alcune impressionanti foto che pubblichiamo qui sotto:
“L’ondata di aria artica che da martedì staziona sul Piemonte sta provocando guasti pesanti all’agricoltura. Lo evidenzia Confagricoltura, che con oltre 40 tecnici impegnati sul territorio subalpino sta compiendo una ricognizione dei danni che si preannunciano particolarmente gravi. «Abbiamo già invitato gli agricoli nostri associati a segnalare tempestivamente i danni ai Comuni, affinché la Regione possa delimitare le aree danneggiate per verificare l’opportunità di attivare le provvidenze previste dalla legge in caso di calamità atmosferiche – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – e chiediamo alla Regione di intervenire per quanto possibile per attenuare le difficoltà delle imprese, accelerando i tempi di pagamento dei contributi previsti dalla politica agricola comunitaria e snellendo le procedure burocratiche per l’ottenimento degli aiuti”. In primavera purtroppo si verificano abbastanza di frequente eventi di questo che mettono in evidenza la fragilità del settore primario, una fabbrica che opera tutto l’anno a cielo aperto in balia degli eventi atmosferici, impossibili da controllare completamente. “Purtroppo l’unica difesa valida è quella passiva, ossia assicurare le produzioni agricole da gelo, vento forte, inondazioni, grandine e altri eventi atmosferici. La conta dei danni è ancora in corso – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – e nell’arco di qualche giorno avremo un quadro più preciso; per quanto riguarda le drupacee, pesco in particolare, possiamo già dire che oltre il 50% della produzione frutticola 2021 è compromessa”. I danni più importanti si registrano nei distretti frutticoli del Saluzzese, in provincia di Cuneo e del Cavourese – Pinerolese in provincia di Torino. Le temperature notturne sono scese tra i 4 e i 6 gradi sotto lo zero per almeno quattro ore di seguito: i frutticoltori hanno attivato gli impianti antibrina e questa mattina le coltivazioni erano ricoperte da lunghi candelotti di ghiaccio. Purtroppo i danni su pesco, susino e albicocco sono pesantissimi, con oltre il 50% della produzione compromessa. Danni importanti anche ai ciliegi nella zona di Pecetto Torinese e in tutte le province del Piemonte per quanto riguarda le coltivazioni orticole e floricole fuori serra. Segnalati danni anche su piante ornamentali dai vivaisti di tutto il Piemonte. Danni importanti sul nuovi germogli di actinidia nel Saluzzese, Pinerolese, nella zona di Mazzè, nel Canavese e nell’Eporediese in provincia di Torino e nell’area di Borgo d’Ale nel Vercellese. Gli impianti antibrina – spiegano i tecnici di Confagricoltura – che in parte hanno contribuito a salvare i germogli, per contro in alcune aree hanno creato problemi di peso a causa del ghiaccio che si è formato, spezzando alcuni rami. Danni nelle pianure sulla coltivazione di fragole e, in particolare per quanto riguarda l’orticoltura, sulle zucchine. Nell’Alessandrino si segnalano danni alla frutta in fiore, prevalentemente sugli impianti di pesco e albicocco in Val Curone e nel Tortonese, in particolare nei frutteti delle aree di pianura e vicino ai fiumi. Problemi si segnalano nel Tortonese per quanto riguarda i pomodori già trapiantati, che sono stati tutti colpiti in modo grave dal gelo. Danni significativi anche ai vigneti. Nell’Astigiano, nella zona di Nizza Monferrato e nella Val Tiglione, le temperature sono scese a 4° sottozero per oltre tre ore, producendo danni sui vigneti di barbera che nelle aree meglio esposte sono già in avanzato stato di vegetazione. Si segnalano danni anche sulle varietà di vigneti precoci che raggiungono il 30 – 40% della produzione. Danni sono segnalati anche nell’Acquese, nelle zone di Cassine, Strevi, Sezzadio, Alice Bel Colle e Ricaldone, in particolare sui nuovi impianti di vigneto. Segnalazioni di danni ai vigneti arrivano anche da Gattinara e dalle colline dell’Alto Novarese, a Fara, Sizzano, Ghemme, Briona e Romagnano, in particolare sui nebbioli del Nord Piemonte.”
Per Coldiretti Piemonte i danni alla frutta sono anche del 100%.
Tutto è spiegato in questa nota:
“Perdite fino al 100% per kiwi e albicocche, per pesche e ciliegie il danno produttivo si aggira intorno al 90% e per pero e melo sul 70-80%. E’ il frutto della pesante gelata registrata da nord a sud del Piemonte che ha colpito soprattutto le piante da frutto, ma non ha risparmiato le orticole e la vite, come emerge dal monitoraggio di Coldiretti Piemonte. Da nord a sud della regione: in particolare è stata colpita l’area frutticola del borgodalese in provincia di Vercelli, i vigneti con danni fino all’80% nella zona di Acqui Terme, in provincia di Alessandria, nell’astigiano, oltre alla frutta e agli asparagi, sono state colpite le vigne, soprattutto nella zona di Calosso sono andati persi il 20-30% dei germogli del Nebbiolo che erano già di 5 centimetri, come anche nella zona di Coazzolo e di San Damiano d’Asti. Nella zona di Carmagnola, nel torinese, le temperature sono scese fino a meno 8 gradi e ci sono danni sul mais, le cui piantine hanno raggiunto lo stadio vegetativo delle seconda-terza foglia. Temperature così basse hanno cagionato danni anche al grano e agli asparagi. I danni maggiori si sono verificati nel pinerolese per quanto riguarda la frutta. Nel cuneese, nella zona di Alba ci sono perdite fino al 50% sul Nebbiolo e nel resto del territorio della provincia le colture più colpite sono la frutta nel saluzzese con pesche, susine, albicocche e kiwi danneggiati, ma anche melo e piccoli frutti e anche quella a guscio come noci e nocciole, oltre ai danni su erba medica e loietto il cui primo taglio potrebbe essere a rischio. Nel saviglianese a risentire delle basse temperature le orticole fuori serra. “Una situazione che andrà definirsi meglio, a livello di quantificazione dei danni, nelle prossime ore, ma che sicuramente rischia di creare, alla partenza della nuova stagione, ingenti difficoltà – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. I nostri tecnici sono al lavoro per monitorare la situazione e realizzare la stima dei danni, certo questo è l’esito sempre più evidente dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Proprio a fronte di questa situazione, chiediamo alla Regione di attivare lo stato di calamità naturale”. Ecco le foto di Coldiretti Piemonte.
Anche la CIA Agricoltori Italiani conferma i danni della gelata. Ecco il report con un riferimento all’Astigiano testimoniato anche da alcune foto di gemme e germogli gelati di vite e nocciolo: “Le gelate diffuse che la scorsa notte hanno investito il Piemonte hanno provocato danni enormi a coltivazioni di frutta, vitigni, noccioli e colture cerealicole. Interi raccolti sono andati distrutti”. A denunciare la situazione è Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte. “Ai danni già consistenti provocati da un anno di pandemia, si aggiungono quelli del maltempo. La nostra agricoltura è in ginocchio – conclude Carenini – chiederemo alla Regione di dichiarare lo stato di calamità naturale”. Grave la situazione anche nell’Astigiano: “Dalle rilevazioni dei nostri tecnici risulta che sono stati danneggiati tutti i Comuni dell’Astigiano nelle aree di fondovalle”, segnala Alessandro Durando, presidente della Cia- Agricoltori Italiani di Asti. “Le condizioni ventose di queste ore collegate al cielo sereno, purtroppo, sembrano preannunciare un’altra notte con brusco calo delle temperature”, conclude il direttore provinciale Marco Pippione. Qui le foto di Cia.