Giovedì 5 settembre 2019, nel pomeriggio il cielo si fa bianco e poi nero. È il segnale della tempesta che arriva. Prima la pioggia battente, poi arriva la grandine, piccola, ma traportata da un forte vento, che distrugge foglie e grappoli e ammacca tralci. L’incubo più cupo per i vignaioli prende forma nella zona tra Alba, La Morra, Grizane Cavour e Serralunga. Fin verso l’Astigiano le strade dei paesi che scendono a valle si trasformano in torrenti. Persino il centro di Alba è sotto il nubifragio con corsi e viali inondati dall’acqua e dal fango che trascinano via tavolini e ombrelloni di fine estate dei bar. Qualche attività è allagata.
Il pensiero corre alle vigne che qui, come e più di altre parti del Piemonte, sono reddito oltre che cultura e coltura.
Matteo Ascheri, produttore di Barolo e presidente del Consorzio di Tutela di Barolo e Barbaresco, dice: «L’epicentro del maltempo è stato proprio tra il Dianase, Grinzane e Madonna di Como di Alba. Lì le aziende hanno subito danni ingenti che saranno da quantificare. Le zone del Barolo, secondo i primi rilievi che abbiamo eseguito, non sono state toccate in modo significativo. Doglianese e Barbaresco sono restati fuori dalla furia della grandine. Possiamo dire che nella sciagura la zona più pregiata è stata risparmiata, anche se non si possono ignorare i gravi danneggiamenti agli appezzamenti di vigne che si sono trovati nel centro della bufera».
A questo proposito il Consorzio ha diffuso anche una nota stampa. Eccola.
“L’area di produzione del Nebbiolo da Barolo Docg è stata interessata solo marginalmente dalla grandine. Nello specifico, si registrano danni circoscritti alla parte bassa del comune di Serralunga, alla parte alta delle frazioni dell’Annunziata e Santa Maria nel comune di La Morra, al comune di Grinzane Cavour e Diano d’Alba. L’area maggiormente colpita risulta comunque essere una porzione di territorio di Diano d’Alba, Grinzane Cavour e Madonna di Como (comune di Alba) dove le varietà più diffuse sono Dolcetto, Barbera e Moscato. Il fenomeno grandine non ha interessato il Doglianese e l’area di produzione del Barbaresco. L’intensità del fenomeno piovoso è stata invece più uniforme e ha registrato punte di 100 mm in poco più di mezz’ora. Tuttavia, i danni legati alle precipitazioni hanno coinvolto maggiormente i fondovalle e i centri abitati. Allo stato attuale, nessuna delle Denominazioni tutelate dal Consorzio registra danni tali da compromettere in modo significativo e generale la vendemmia”.
SdP ha vistato proprio una delle zone colpite dalla grandinata di ieri: Madonna di Como nel Comune di Alba.
Lì vive e lavora Mario Sandri, un giovane vignaiolo, ma anche un poeta. Le sue vigne di moscato, nebbiolo, barbera e dolcetto sono sulla collina che domina Alba ed è un enclave per il Moscato d’Asti oltre ad essere area vocata per la coltivazione delle altre grandi varietà piemontesi.
Giovedì pomeriggio, 5 settembre, la tempesta ha colpito duro lì come nella zona di Diano e Grinzane e, marginalmente, a La Morra, Serralunga e Dogliani. Strisciate distruttive che hanno tritato foglie e danneggiato grappoli ormai pronti per essere staccati. Un disastro.
Sulla sua pagina social ha scritto Mario Sandri:
“Non ci sono Pensieri
Dinnanzi a Certe Immagini.
Resti immobile con lo Sguardo nel vedere il Vigneto
che si consuma sotto la forza della Natura .
Capisci che l’ uomo di sente onnipotente con il Sole,
ma poi arriva il Tempo che devi restare Muto
perché non riesci a trovare un Senso a tutto questo.
La Fatica è nulla dinnanzi agli occhi che immortalano la ferocia
con cui i Grappoli inermi vengono lacerati.
La Vita diventa un lastricato di spine proprio alla vigilia della Vendemmia
in cui perdi l’ orientamento dinnanzi ad un traguardo che vedevi quasi raggiunto.
Vivere sotto il Cielo e come scommettere verso l’incerto ignoto del destino.
Domani speriamo sia un’ altro giorno.
L’umiltà di rialzarsi sempre”.
Mario Sandri ci ha accolti sull’aia della cascina e accompagnati a documentare il disastro. «La bufera è arrivata in pochi minuti e ha travolto tutto. Eravamo pronti per vendemmiare il moscato. Ora vedremo che fare tra un paio di giorni. Lo stesso per la barbera, il dolcetto e il nebbiolo». Poi qualche osservazione tecnica da vignaiolo: «Ho sempre considerato un errore sfogliare eccessivamente la vite. Per me i grappoli devono maturare all’ombra non al sole che può bruciarli. Inoltre, come ho purtroppo verificato in questa occasione disgraziata, le foglie superiori possono proteggere i grappoli e limitare un po’ il danno della grandine».
Osservazioni e ragionamenti che il tempo induce a fare dopo il disastro. E prima? «Una buona assicurazione, reti antigrandine e appezzamenti non a corpo unico, sono le strategie per cercare di contrastare il maltempo» dice Matteo Ascheri.
Filmato e immagini sono di Vittorio Ubertone